Il resto è silenzio – Carla Guelfenbein

Titolo: Il resto è silenzio
Autore: Guelfenbein Carla
Genere: Romanzo drammatico
Traduttore: Paola Tomasinelli
Pagine: 276
Prezzo: 16.00 €

Il tempo, l’acqua e la guerra: sono questi i simboli che identificano le voci dei tre personaggi che animano questo romanzo. Una famiglia composta dal piccolo Tommy, un bambino di dodici anni che ne dimostra non più di otto a causa di un difetto congenito al cuore; suo padre Juan, brillante e impegnatissimo chirurgo cardiovascolare e Alma, sua seconda moglie e madre a sua volta di una bambina.

Le voci dei tre personaggi si intrecciano senza mai comunicare davvero, ed è proprio il non detto, l’assenza di una reale capacità di aprirsi all’altro , il protagonista di questo romanzo forte e lacerante.

Tommy descrive il mondo con gli occhi di un bambino introverso e sensibile, costretto a rimanere ai margini della vita dei coetanei perché il suo cuore piccolo e fragile non gli permette di partecipare ai loro giochi. Il bambino cerca così di decifrare il mondo degli adulti, un mondo fatto di silenzi, di verità taciute che scoppiano lacerando la sua famiglia, perché “…la verità sorge dal profondo ad alterare l’ordinata superficie delle cose.” (pag. 179).

Il passatempo preferito di Tommy è registrare di nascosto le conversazioni degli adulti, per poi riascoltarle e “trovare l’ordine invisibile delle cose” (p.234) come afferma lui stesso.  Proprio in questo modo  viene a conoscenza di una verità terribile, un segreto a lungo custodito dalla sua famiglia: Soledad, la mamma che è morta lasciandolo orfano quando lui aveva solo tre anni, non è stata vittima di una malattia, ma si è suicidata. È una verità sconvolgente, troppo grande per un bambino che negli anni si è costruito un’immagine della propria mamma che ora non riconosce più, “perché un bambino non può vivere senza mamma, e se non l’ha se la inventa.” (pag. 138). Tommy vuole saperne di più e così decide di andare in cerca di dieci scoperte sulla mamma, in un crescendo in cui un segreto ne porterà un altro, fino a che pezzo dopo pezzo si completa un mosaico che porterà il bambino davanti alla tomba della madre, la mamma che ora conosce davvero.

Sconvolgono la lucidità, la dolcezza, la capacità di vedere nel cuore delle cose e lo sguardo limpido e sensibile con cui Tommy ricostruisce il mondo, così come il suo disperato bisogno di affetto.

Il romanzo è anche la storia di altre solitudini: il padre di Tommy che ama il figlio, ma è sempre impegnato in ospedale, alla ricerca di un senso di gratificazione e onnipotenza che lo aiuti a sconfiggere il terrore di non essere in grado di proteggere le persone che ama, prima fra tutte la moglie Soledad, morta nella sua follia. La sua lontananza e i suoi silenzi non fanno altro che allontanarlo dalla sua famiglia, creando un solco incolmabile. “Quando papà non parla è come se all’improvviso qualcuno spegnesse la luce e ognuno rimanesse al buio, smarrito nel suo angolino. Per questo i silenzi di papà sono neri. I silenzi bianchi, invece, sono pieni di luce”. (pag.65).

Juan non si accorge neppure, al contrario di Tommy, che Alma si sta allontanando sempre di più, attratta dal risveglio di un vecchio amore che la porta a ripercorrere la propria vita spesa nel tentativo di affrancarsi dalla vita sconsiderata della madre, a cui finirà inevitabilmente per somigliare.

“Il resto è silenzio”, il cui titolo è frutto di una non casuale scelta delle ultime parole pronunciate dall’Amleto Shakespeariano, è un romanzo doloroso e disarmante, che porta quasi il lettore a urlare per colmare il silenzio e la solitudine che permeano ogni pagina.

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