Semsa Gezgin è nata a Istambul e ha conseguito la maturità scientifica al Liceo Italiano di quella città nel 1977. Nel 1982 si è laureata in Lingua e Letteratura Italiana all’Università di Istanbul dove in seguito ha conseguito un Master of Art in Lingua e Letteratura italiana e ha poi insegnato come assistente dal 1983 al 1991.
Dal 1991 al 1993 ha insegnato al Dipartimento di Turcologia presso l’Università La Sapienza di Roma e dal 1992 al 1994, sempre a Roma, ha lavorato presso l’Ufficio Stampa dell’Ambasciata Turca.
Nell’anno accademico 2016/17 ha insegnato al Dipartimento di Turcologia dell’Università di Lecce.
Dal 1994 lavora come traduttrice letteraria.
Ha tradotto articoli per il quotidiano La Repubblica e ha collaborato a numerose riviste di arte e letteratura turche.
Traduce dal turco in italiano e viceversa. Fra gli autori turchi tradotti ci sono il Premio Nobel Orhan Pamuk, Esman Aykol e molti altri. Fra gli autori italiani tradotti in turco Pavese, Eco, Baricco, Calvino, Ammanniti, Natalia Ginzburg solo per citarne alcuni.
Salve Semsa e grazie per aver accettato di rispondere alle domande che il giornale online Gli Amanti dei libri sta per rivolgerti.
Qual è stata la molla iniziale che ti ha spinto a intraprendere la carriera di traduttrice? È accaduto per caso o è stata una scelta ponderata?
Grazie a te Francesca. È accaduto per caso. Inizio anni ‘90, per motivi famigliari, mi sono trasferita da Roma a Mondovì. I primi tempi a Mondovì non sono stati facili. La riservatezza delle persone, le dimensioni del paese, tutto era così diverso e lontano dalla mia città nativa – Istanbul -. Mi sono sentita smarrita. Da quando mi ero laureata, avevo sempre insegnato all’università. La città più vicina a Mondovì era Torino ma all’Università di Torino non c’era la cattedra di turco. Col tempo ho cominciato a pensare e ho sviluppato un progetto : “la cultura e la letteratura italiana sono molto apprezzate nel mio paese, perché non provare a proporre a una piccola casa editrice turca la traduzione di un libro di uno scrittore italiano? Quando ero assistente all’Università di Istanbul facevo lezioni di traduzione al terzo e quarto anno. Inaspettatamente mi è arrivata la prima proposta da una casa editrice italiana – Biblioteca del Vascello – . Insieme a una mia studentessa dell’Università di Roma avevamo inviato, a quasi tutte le case editrici in Italia, tramite fax i nostri curriculum.
Hai incontrato difficoltà agli inizi della carriera? E se sì, quali e come le hai superate?
Sono stata molto fortunata e non ho incontrato difficoltà. Soltanto in Italia, con le case editrici italiane, ho avuto problemi nell’essere pagata.
Il primo autore tradotto non si scorda mai. Com’è andata?
Il primo libro che ho tradotto è di uno scrittore turco: Nedim Gürsel L’Ultimo tramway. E il primo autore italiano che ho tradotto è Alessandro Baricco, Seta.
Che tipo di rapporto si instaura con gli autori viventi che traduci? Se non ricordo male, ad esempio, sei stata la prima a parlare con Orhan Pamuk quando ha ricevuto il Nobel per la letteratura.
Non so se sono stata proprio la prima a parlare con Pamuk, ma posso dire di essere stata tra le prime persone che gli hanno telefonato. In quel periodo Pamuk era negli Stati Uniti. L’ho chiamato e tutti e due quasi urlavamo dalla gioia.
E cosa succede invece quando devi tradurre un autore che non c’è più?
Mi sembra di conoscerli da vicino. Forse perché ho studiato la letteratura italiana in un modo profondo e sono stata sempre affascinata dalla storia e dall’arte italiana. In questo momento sto traducendo un libro della Ginzburg ma è come se vivesse a Torino e io potessi raggiungerla nella sua casa editrice Einaudi.
In cosa consiste e come si svolge il rapporto con le case editrici durante e dopo la traduzione?
Per me è molto importante la “terza mano” cioè la persona che fa l’editing della traduzione. In Turchia lavoro con una redattrice molto brava e chiedo di essere affiancata da questa persona.
Quali difficoltà si incontrano nel rendere in italiano un testo in lingua turca senza che si perdano ritmo e musicalità?
La lingua turca e quella italiana sono due lingue molto ricche. Certo, è difficile afferrare ritmo e musicalità di un testo. Mi chiedo continuamente se quella frase, quella parola suonano vicine all’intenzione dell’autore, all’effetto che lui si proponeva o se non sto fraintendo. Cerco di essere meticolosa.
E tradurre dall’italiano al turco che problemi comporta?
Tradurre nella mia lingua madre non mi comporta molti problemi.
Puoi indicare uno o più esempi degli ostacoli che si presentano nel corso di un lavoro di traduzione?
I primi tempi non c’era internet e vocabolari ben forniti. Oggigiorno non posso più lamentarmi e parlare di ostacoli.
Quali caratteristiche ritieni più negative per una traduzione o altrimenti qual è il difetto peggiore che può avere una traduzione?
Secondo me il difetto peggiore di una traduzione è il fatto che dia la sensazione di essere una traduzione al lettore. In altre parole: se per il lettore “puzza di traduzione”.
Come commenteresti la frase: tradurre è un po’ tradire?
Sono abbastanza d’accordo con questa osservazione. A volte, forse, per la musicalità e per il ritmo del testo siamo vicini al tradimento.
Ti affidano un libro da tradurre, come ha inizio il tuo lavoro? Quali sono i passi iniziali che compi?
Leggo il libro. Poi mi siedo col libro davanti e comincio. Il mio lavoro è un lavoro solitario, come quello dello scrittore. Riesco a tradurre tre, quattro pagine al giorno da rivedere e limare più volte. Sono una traduttrice lenta ma consegno il lavoro sempre in tempo.
Quali sono i tempi classici di una traduzione considerando che oggi un libro ha in media intorno alle 400 pagine?
Io ci metto quasi otto, nove mesi per un libro intorno alle 300 pagine.
Come si articola la tua giornata lavorativa?
Inizio a lavorare la mattina presto. Lavoro tre, quattro ore e la sera, davanti alla TV, rivedo le pagine tradotte. Davanti alla TV perché distrarmi mi aiuta a vedere i miei errori.
Hai mai scoperto/proposto un nuovo autore straniero a una casa editrice?
Sì, avevo proposto Alessandro Baricco alla casa editrice turca per cui lavoro da anni.
Ritieni che in Italia ai traduttori venga o non venga dato il giusto risalto che meriterebbero vista la quantità di libri in traduzione che si vedono nelle librerie?
Secondo me in Italia no. Invece in Turchia il nome del traduttore appare sulla copertina come quello dello scrittore. Inoltre insieme all’informazione sullo scrittore c’è anche l’informazione sul traduttore.
Grazie ancora per il tuo tempo e buon lavoro!