A tu per tu con…Vatinèe Suvimol

Vatinèè Suvimol è una dolcissima trentaseienne di origini Thailandesi che a Bergamo è un affermato avvocato e una notissima foodblogger. Nel suo libro “La mia storia Thai” (edito da iFood) racconta la sua vita, assieme dolorosa e fiabesca.

Nel leggere il suo libro mi ha subito incuriosito l’idea di costruire un mix tra foto, storie e le ricette.

Ho suddiviso il testo innanzitutto in romanzo autobiografico e in ricette, il tutto accompagnato da immagini. E’ il risultato naturale della volontà di mettere in un libro l’esperienza del mio food blog, che ho aperto nel 2010 non tanto per condividere ricette, ma perché volevo ricostruire la storia della mia vita ed elaborare il mio dolore. Sono figlia di una ragazza madre che a sei anni mi ha lasciato in Thailandia per tentare la fortuna in Italia insieme all’uomo che aveva appena conosciuto. Io sono cresciuta con mia nonna a Bangkok, a quei tempi ancora un po’ povera e di cui conservo ricordi molto belli. Sono poi venuta a vivere nella nuova famiglia di mia mamma, accogliente e agiata, però non mi sono sentita integrata: ho un cognome e un aspetto al cento per cento thailandesi mentre le mie sorelle lo sono solo per metà. Mi sono sentita sempre “la brutta anatroccola” perché nonostante la mia fosse una famiglia aperta, che viaggiava per il mondo, non si poteva raccontare la verità su di me. A dodici anni per riscattarmi ho chiesto di essere adottata dal marito di mia mamma, ma la legge in Italia non lo consentiva.  A quel punto ho cominciato a studiare la legge e alla fine del mio percorso, con l’avvocatura ho chiuso un cerchio e nel mio piccolo ho avuto il riscatto che desideravo.

suvimolE a quel punto è nato il blog…

Quando sono diventata madre ho sentito il bisogno di ritrovare le mie radici e ho aperto “A Thai pianist”, dedicato al mio vero padre, che era un pianista thailandese. Tanti mi leggevano incuriositi da questa storia che poteva sembrare inventata e magica, mentre mia madre mi chiedeva di non parlarne, così ho iniziato a postare ricette, e ho inserito queste riflessioni all’interno di esse, inframmezzate anche da ricordi di viaggi. L’idea del libro è nata in seguito, perché molte persone mi chiedevano di “mettere insieme” le storie e non poteva non concludersi con il trionfo della cucina thailandese.

Qual è la ricetta più semplice da realizzare per noi italiani e quale la più difficile?

Io adatto sempre le ricette in base agli ingredienti disponibili in Italia. Il latte di cocco per noi è un emulsionante ed è molto facile da trovare e permette di realizzare salse e zuppe. E’ quasi impossibile invece reperire la salsa di pesce, che è il sale della cucina thai ed è un liquido che si forma dalla colatura di alici. Si può sostituire con una salsa di soia alleggerita.

Visto che lei è avvocato e ha questa particolare storia personale, cosa ne pensa dello “Ius soli”, cioè del diritto di chi nasce in un paese di riceverne la cittadinanza?  

Sono totalmente d’accordo: non sono nata in Italia, ma quello che conta per me nell’appartenenza a un luogo è il percorso di vita, non tanto il sangue. Nel mio piccolo vivo questo problema perché mi sento una turista in Thailandia, terra in cui ho vissuto davvero poco. Sono italianissima, ma difficilmente sono vista come tale e non si riesce ad esprimere questa sensazione.

Come foodblogger quali sono le soddisfazioni più grandi che ha ricevuto?

L’aspetto più soddisfacente è ricevere mail e commenti di persone che non conosco e che mi seguono online da sette-otto anni. Mi sembra davvero di intrattenere rapporti di conoscenza e amicizia: il potere della scrittura è di arrivare ovunque e di abbattere le barriere.

Quali sono gli autori che lei ama maggiormente leggere?

Non ho un genere preferito e spazio tra libri molto diversi. Amo molto Primo Levi, Khaled Hosseini e Carlos Zafon.

Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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