Stripsody – Cathy Berberian & Eugenio Carmi

Titolo: Stripsody
Autore: Berberian Cathy, Carmi Eugenio
Casa Editrice: Nomos edizioni
Genere: Musica
Pagine: 62
Prezzo: 25.00 €

Cit. Umberto Eco: “Il libro di Carmi non è un inno al rumore; e non è nemmeno una condanna: è un rumore esso stesso, un libro che ha bisogno di vernice antirombo nei risguardi, a cui vanno riguardate le punterie, pulite le candele, cambiata la marmitta, ingrassata la scatola del cambio” (pag. 7).

Come possiamo rappresentare il suono di una porta che si chiude o di una metro in arrivo alla fermata sotterranea, e ancora di una bottiglia di plastica che rotola sul marciapiede trasportata dal vento o di una foglia secca che si sgretola sotto le nostre scarpe, o di un motore di un’automobile da corsa davanti al semaforo rosso pronto a diventare verde? Nel libro Stripsody, riedito da Nomos dalla prima edizione del 1966, tre grandi artisti di fama mondiale, Cathy Berberian, Eugenio Carmi ed Umberto Eco hanno dato vita ad un’opera che prova a rispondere a tutte le domande.

Il libro rappresenta una collezione di opere di Eugenio Carmi, famoso astrattista italiano del secolo scorso, in cui vengono riprodotte le onomatopee tratte dal linguaggio dei fumetti. La voce straordinaria del mezzosoprano Cathy Berberian accompagna il lettore nel percorso di interpretazione di tutte le opere (l’originale del brano è allegato con un CD insieme al libro).

 Cit. Eugenio Carmi: “Dal tempo della prima edizione la tecnologia ha cambiato il mondo ma il libro rimane un insostituibile oggetto, la copertina da guardare, le pagine da toccare e sfogliare. Con la sola differenza che il vecchio disco nero di allora con il canto di Cathy  è oggi sostituito da un CD”  (pag. 51).

Per apprezzare veramente Stripsody bisogna (davvero) “lasciarsi andare” (oggi qualcosa molto difficile da fare), chiudere gli occhi e farsi trasportare dalla voce di Cathy Berberian. Il primo approccio alle immagini può lasciare un senso di stordimento e di banalità, quasi il significato delle opere fosse troppo elevato per poter essere compreso. Invece, liberandosi delle barriere che la quotidianità ci impone, come i tempi di attenzione sempre più brevi o i 160 caratteri di un sms, si può cogliere il messaggio proveniente dalle immagini: la forza delle onomatopee non risiede solo nel fatto della rappresentazione del suono (clamp clamp, gulp, sob), ma è possibile anche includerne l’intensità e l’andamento (crescente, decrescente o statico). Scrivere bum, Bum, buM, boom, BOom o boOm è qualcosa di completamente differente, che però ci permette di capire con qualche intensità è per esempio caduto un oggetto al suolo, se il suono si è protratto nel tempo e se il suo eco è andato aumentando o diminuendo.

Cit. Umberto Eco: “Semplicemente prendo in mano il libro e mi chiedo: perché a Carmi è venuto in mente proprio questo gioco e perché noi ci divertiamo a giocarlo?” (pag. 6).

 

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