In occasione del debutto a Torino dello spettacolo teatrale Riccardo III, interpretato e diretto da Alessandro Gassmann, incontriamo al trentunesimo Torino Film Festival gli attori dello spettacolo teatrale e il regista del documentario Essere Riccardo e…gli altri, sull’adattamento teatrale dell’opera di Shakespeare Riccardo III di Giancarlo Scarchilli.
Questa è una tragedia in cinque atti, pubblicata tra il 1597 e il 1622, che fa parte di una trilogia e ha una trama molto complessa: il protagonista è Riccardo, duca di Gloucester, fratello di re Eduardo IV. Riccardo è un uomo spietato e senza scrupoli che fa uccidere suo fratello, il duca di Clarence, corteggia e sposa Anna, vedova del principe di Galles per la sola sete di potere. Successivamente egli farà uccidere i figli di Edoardo e allontanerà Anna (di cui ha assassinato il marito e il suocero) per sposare la nipote Elisabetta. Ma il duca di Buckingam attaccherà Riccardo che verrà ucciso dal conte Richmond.
Per una migliore comprensione consigliamo la lettura di Shakespeare L’invenzione dell’uomo di Harold Bloom (edizioni Bur) che definisce il Riccardo III come “un’opera intramontabile (…) un melodramma che conserva una sorprendente vitalità benché sia molto più eterogeneo di quanto lasci immaginare la sua reputazione. Riccardo è il dramma ed eclissa tutti gli altri ruoli” (pag.43 op. cit.)
Anche Gassmann comincia l’incontro giustificando la scelta dell’opera: “è un’opera che parla della spietatezza umana, del non rispetto delle regole e siccome sono tematiche tipiche di questi anni, mi sembrava importante realizzare questo spettacolo”- nonostante la sua complessità- “ho dovuto rileggere l’opera cinque volte per capire di chi fosse parente e così ho deciso di fare uno spettacolo che fosse comprensibile anche a un bambino di cinque anni e che non durasse più di due ore e un quarto, gli spettacoli che durano di più sono intollerabili”.
Tornando all’opera Riccardo III, Bloom ipotizza un’influenza di Marlowe in Shekespeare per la realizzazione del Riccardo III, il quale qualche anno prima aveva scritto l’Enrico II e l’autore ci dice che “è molto difficile capire se Riccardo III sia una parodia di Marlowe o se Edoardo II sia una controparodia del testo shakespeariano”. (H. Bloom, op. cit. pag.43)
Riccardo è il personaggio più cattivo di Shakespeare, ma un cattivo che resterà divertente, la cui cattiveria sarà dettata solo dalla sua deformità fisica portata da una poliomielite avuta in età infantile che ha fatto sì che lui abbia un braccio infermo e una gamba più lunga dell’altra; è molto abile nella parodia, nel linguaggio persuasivo e ha molto potere sul pubblico infatti rabbrividiamo quando ad un certo punto dell’opera dice: “Basta con il pubblico! Gli si mozzi la testa!”. Riccardo è un personaggio a volte ironico, un misto di follia e cattiveria come testimoniano i versi 182-194:
“Sento per tutto il corpo stille di sudore freddo, e tremo.
Che? Avrei paura di me stesso, io? Qui non c’è nessun altro:
Riccardo ama Riccardo, io sono io.
C’è un assassino qui? No. Si. Uno, io.
E allora scappa. Da chi? Da me stesso? Che idea! Prechè?
Perché io non mi vendichi. Che? Io? E vendicarmi su me stesso?
No, che purtroppo mi amo. E perché mi amo? Per qualche buona
Azione fatta da me a me stesso?
Oh no. Ahimè, io mi odio piuttosto.”
Gassmann dichiara che lo spettacolo teatrale non poteva essere troppo lontano dai giovani e nemmeno tradire il linguaggio di Shakespeare, così si è lasciato ispirare dal regista Tim Burton per i suoi personaggi lunari e per le sue ambientazioni. Ma spesso anche i pittori sono stati per lui fonte di grande ispirazione.
Il documentario che verrà proiettato nelle città in cui si svolgerà lo spettacolo svela il dietro le quinte di quest’ultimo.Un’ interessante curiosità è data dal fatto che il padre del regista, Vittorio Gassmann aveva recitato il Riccardo III proprio qui a Torino nel 1968 con Luca Ronconi e fu uno spettacolo che divise molto il pubblico, forse per la sua complessità.
Vi suggeriamo l’edizione Garzanti per leggere comprendere al meglio il Riccardo III di Shakespeare e l’opera di Harold Bloom sopra citata.