Nessuno è innocente – Roberta de Falco

Titolo: Nessuno è innocente

Autore: Roberta de Falco

Editore: Sperling & Kupfer

Genere: romanzo giallo

Anno di pubblicazione: 2013

Pagine: 303

Prezzo: €.16,90

Questo è il primo romanzo di Roberta De Falco, scrittrice e sceneggiatrice milanese, di cui conosciamo solamente lo pseudonimo.

L’autrice ambienta la sua vicenda a Trieste. Il protagonista è il commissario Benussi,   persona semplice con i classici problemi di un uomo di mezza età: la pinguedine combattuta, ma mai vinta, con la dieta del momento, la moglie distante e la figlia contestatrice e ribelle. I sogni di questo ispettore sono i medesimi che caratterizzano anche altri detective: il piacere per il buon cibo, chiudere in fretta i casi e ritirarsi il prima possibile dal lavoro per scrivere  romanzi gialli.

Nella squadra del commissario Benussi troviamo due personaggi fra loro distanti: la sensibile e malinconica Elettra Morin e l’allegro e vivace  Valerio Gargiulo, ma entrambi, diversamente dal loro capo, determinati a risolvere i casi e a non fermarsi alle soluzioni troppo semplici. Altro elemento fondamentale di Nessuno è innocente è Trieste che con il suo passato, i suoi misteri ed il fascino di città di confine diventa essa stessa una protagonista  dell’intreccio.

La storia riguarda la morte di un’anziana ebrea novantenne, dal passato misterioso legato alla Shoah e ad una villa desiderata da molti per svariati motivi, sia economici sia legati ai trascorsi della propria famiglia.  Come sapientemente citato nel titolo ogni personaggio ha le sue colpe e chi potrebbe sembrare, agli occhi di tutti, malvagio e senza cuore, ha patito, nel passato, tragedie terribili che gli hanno lasciato profonde cicatrici.

Pur trattandosi di un romanzo giallo lo si potrebbe definire classico per alcuni aspetti: l’attenzione all’ambiente in cui si svolgono i fatti, il ruolo determinante della famiglia e delle relazioni sociali che ruotano attorno ad essa, l’assenza di eccessiva violenza o effetti splatter (di cui ultimamente s’è troppo abusato) e  l’uso sapiente dei dialoghi.  Il lettore, fin dalle prime pagine,  entra nei luoghi e, attraverso precise descrizioni,  percepisce subito ogni aspetto sia dell’ambiente sia dei personaggi che lo abitano. Un elemento che rende manifesta la bellezza di questo romanzo è che ogni personaggio, anche se brevemente citato e subito destinato a tornare nell’anonimato, è  delineato in modo talmente chiaro che chiunque comprende il suo ruolo  nella vicenda.

Come il siciliano Camilleri anche Roberta De Falco usa sapientemente il dialetto ed i dialoghi per rendere tutto più fresco e vero. Inoltre l’uso del flashback è efficace perché stimola ad entrare nel passato che risulta poi essere il vero motore o meglio “l’artefice” di ogni storia. Delicata e sottile, ma nello stesso pungente, la critica sociale che passa attraverso sia le parole disincantate del commissario Benussi sia del verace napoletano Gargiulo.  “Ha ragione, commissario. Il nostro paese ha perso lo slancio verso il futuro, non crede più a niente. Vede l’impunità e la corruzione vincere in ogni campo e la crisi mangiarsi anche il più piccolo margine di speranza…” (pag. 178).

      

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