Rafa – La mia storia – Rafael Nadal

Titolo: Rafa - La mia storia
Autore: Nadal Rafael
Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Sperling & Kupfer editore
Genere: Autobiografia
Traduttore: Marilisa Santarone e Chiara Tixi
Pagine: 273
Prezzo: 18

Ho assistito per la prima volta ad un incontro di Rafael Nadal al Montecarlo Masters Series, quando di tennis ne capivo decisamente poco (anche se non credo di essere migliorata molto!). Pur essendo una neofita mi ha subito colpito il suo modo di giocare adrenalinico, istintivo, aggressivo: un combattimento continuo per ogni palla, come se da ogni singolo punto dipendesse l’intero match.

Mi sono chiesta cosa ci fosse dietro una tale “macchina da guerra” e se il gioco fosse solo frutto di muscoli e allenamento o nascondesse qualcosa di più.

Il libro “RAFA La mia storia”, scritto a quattro mani da Nadal stesso  e dal giornalista John Carlin ha fatto luce su alcuni tratti della vita e della personalità di questo campione sportivo, definito da alcuni “il più grande tennista di tutti i tempi”. Prima di tutto colpisce che un ragazzo abbia già scritto la propria biografia, quando molto resta ancora da dire e da fare per il futuro. Nadal, classe 1986, ha esordito giovanissimo, scontrandosi con  avversari spesso più grandi di lui e aggiudicandosi la prima vittoria nel circuito ATP (Association of Tennis Professional, il gotha del tennis mondiale), all’età di 15 anni.

La carriera tennistica ha una durata brevissima: si arriva sul campo giovanissimi (Nadal si allena, o meglio viene allenato, da quando aveva quattro anni) e si cede il passo ai più “giovani” attorno ai 30 anni. La scelta di Nadal, giunto all’apice della carriera agonistica nel 2008 con l’incredibile finale di Wimbledon contro Federer, di scrivere un’autobiografia riflette in parte questa realtà e dice molto su questo campione: per Nadal il tennis è la vita stessa.

Attraverso la pubblicazione di questo libro, l’autore vuole farci conoscere il “ragazzo” Rafa, timido e ansioso, che sta dietro al “campione” Nadal, e per farlo ripercorre la propria infanzia a Manacor, sull’isola di Maiorca. Il volume è diviso in capitoli che si alternano, con la narrazione in prima persona di Rafa che descrive in ogni minimo dettaglio i match più importanti della sua carriera e la narrazione da parte del giornalista. Ne risulta un racconto infinito e in alcuni tratti stucchevole; una interminabile agiografia dei membri di una famiglia perfetta, di un’infanzia perfetta, ricca ed agiata, di una vita senza problemi di alcun genere in cui l’unico obiettivo dell’intero “clan Nadal” è quello di accompagnare il giovane Rafa alla vittoria. Fa sorridere l’episodio in cui il campione chiede a “papi” il permesso di comprarsi un’auto di lusso e se lo vede concedere solo in relazione alla vittoria di Wimbledon del 2008.

L’autore cerca di rendersi umano  confessando le proprie debolezze e la sua immensa fragilità emotiva, che trasforma una volta in campo in un’arma contro gli avversari: “le sue insicurezze sono il carburante che alimenta il suo fuoco agonistico e la sua famiglia gli offre l’affetto e il sostegno necessari a tenere sotto controllo le fiamme”.  Non nasconde la difficoltà di fronte ai numerosi infortuni che lo hanno colpito e che hanno messo in dubbio la possibilità di continuare a gareggiare a livello mondiale. Riconduce i problemi fisici che lo hanno costretto ad uno stop nel 2009 ad una connessione causa-effetto con  il malessere dovuto alla separazione dei genitori: un episodio per lui molto doloroso che mina l’ideale di famiglia perfetta che accompagna tutta la narrazione.

Il libro contiene comunque un grande insegnamento, sia per coloro che condividono con Nadal la passione per il tennis che per la vita di tutti i giorni. L’autore non fa mistero dei duri allenamenti a cui lo sottopone lo zio Toni nell’infanzia, alle privazioni a cui si è dovuto sottoporre, alle sofferenze non tanto in partita, quando l’adrenalina pone il dolore in secondo piano, quanto prima: il dolore mentale per la disciplina inflessibile a cui si costringe chi vuole giocare ai massimi livelli e il dolore fisico di un corpo che viene plasmato giorno dopo giorno.  Senza allenamento nemmeno il talento più grande è sufficiente.

Un’attenzione particolare viene data anche all’attesa: una vittoria  si costruisce prima di tutto con la testa, con la capacità di saper aspettare il momento più propizio per un colpo vincente, con la prudenza di molti, pazienti colpi e l’audacia di un punto decisivo.

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