Autore: daniele titta
Casa Editrice: CasaSirio editore
Genere: Raccolta di racconti
Pagine: 139
Prezzo: Euro 14,00
“La malinconia a volte è tutto ciò che ci rimane.”
Ma cosa mi sono perso non leggendo fino ad oggi i racconti di Daniele Titta?
Non si direbbe molto leggendo la citazione che ho messo all’inizio di queste righe. Ma fidatevi.
La citazione iniziale fa parte del più bel racconto di questa raccolta, “La notte comincia piano”, e gliene da il titolo.
L’editore è Casasirio, una chicca dell’editoria italiana, che mi ha fatto e mi fa tuttora innamorare dei suoi libri, dalla copertina al contenuto, dalla promozione agli autori.
Formidabile Daniele Titta, stupendi i suoi racconti, uno forse un po’ meno, ma può essere perché sfigura in mezzo agli altri sei, o molto più probabilmente perché io non vado oltre la mia sensibilità.
I racconti sono sette come i giorni della settimana, durante i quali gustarli con ritmo regolare, con estrema calma uno ad uno, quasi come un antipasto serale al rientro dal lavoro. Non come digestivo. Siamo nel mondo dell’horror, e in alcuni casi i deboli di stomaco potrebbero trovarsi in difficoltà.
“Ero stregato da quell’estate di violenza e non volevo tornare in città. Ero stregato da ciò che immaginavo avrebbe accompagnato la morte della ragazzina. Dubbi, sospetti, voci, vampiri dietro ogni angolo, l’isteria che montava.”
Riporto pari pari il consiglio che è stato dato anche a me prima di iniziare la lettura.
Ma recita bene il titolo, “La notte comincia piano”, e i primi racconti fanno questo: introducono il lettore nei mondi dell’autore, nella sua scrittura, nella sua smisurata fantasia.
Vanno fatti grandi complimenti a Daniele secondo me, in particolare per questo aspetto, la fantasia. Sa introdurre gli elementi fantastici con un tatto raro. Il fantastico non irrompe sulla scena in modo volgare, violento, con arroganza fine a se stessa. Ed è per questo che anche i racconti successivi, un po’ più decisi dei primi, si presentano al lettore come incontri con realtà drammaticamente verosimili, ma il lettore sarà pronto per scoprirle, coraggioso.
Ancora due cose su questo ottimo lavoro di scrittore e editore.
La prima riguarda la scrittura di Daniele Titta: scrive così bene, così lineare e pacato ma mai noioso, che vi ricordo di non leggere il libro tutto di un fiato. Centellinate, assaporate il bello, il buono, e anche l’agghiacciante delle sue parole, delle sue frasi.
Secondo cosa, una mia lettura che ho fatto alla fine, della raccolta nel suo complesso, e nello stesso tempo una provocazione a chi desidererà leggere questo libro. Se dovessi condensare tutti i racconti in poche parole io direi questo:
“Qualcuno sa, ma non parla. Non è omertà. E’ una sorta di sospensione spazio-temporale che aleggia tra un racconto e l’altro, lasciandoti in una attesa perenne. Buona lettura
Claudio DP
“Il vento ululava profondo infilandosi nelle grondaie, nei sottotetti, spalancava finestre malchiuse irrompendo nelle profondità buie delle stanze.”