Autore: Luigi Ballerini
Titolo: Aveva torto mio padre
Editore: Piemme
Genere: romanzo
Numero di pagine: 150
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: € 8,00
Marco ha ventiquattro anni, il suo ultimo romanzo è stato tradotto in dieci lingue ed è a New York per ritirare un premio come miglior autore straniero di fiction. Inaspettatamente gli arriva dall’Italia la telefonata della morte del padre. La notizia lo sconvolge, non tanto perché inattesa quanto perché nella sua vita, di bambino prima e di adolescente poi, la figura paterna ha avuto un ruolo negativo. Marco infatti è vissuto con la mamma, una donna energica con un lavoro da agente immobiliare e un’agenzia tutta sua che, anziché lasciarlo a casa da solo, spesso lo portava con sé quando mostrava le case ai clienti. Il suo ruolo era quello di “assistente” forzato, null’altro doveva fare che stare composto, comportarsi educatamente, non disturbare né attirare l’attenzione dei clienti per non distrarli, non dare giudizi sulle case, insomma fare come se… non esistesse. Mentre la mamma accompagnava i clienti Marco rimaneva in disparte e si guardava intorno, osservando. Allora succedeva una strana cosa: in ognuna di quelle case avveniva un incontro con persone e vedeva “certe cose”. Gli bastava isolarsi in silenzio e chiudere gli occhi per “vivere” davvero in quelle case. Naturalmente questo fatto non l’ha mai confessato a nessuno perché è una di quelle cose cui è difficile credere. Sono sogni o fantasmi che appaiono all’improvviso nella sua mente di ragazzino e che rivelano fatti non sempre piacevoli?
L’autore di questo libro per ragazzi, Luigi Ballerini, è un medico psicanalista che, per il suo lavoro, si occupa da anni di problematiche giovani-scuola-educazione e incontra i genitori in seminari che vertono sul “diventar grandi”dei loro figli. Aveva torto mio padre sviscera i rapporti padre-figlio, in una situazione non ottimale ponendo l’accento sulla figura di un padre che, in seguito a problemi di violenza e di alcool, è allontanato dalla famiglia. Perciò Marco cresce lontano da quest’uomo, considerando il loro rapporto una storia chiusa, ma anche molto dolorosa, tanto che anche i “personaggi dei suoi romanzi sono tutti perfetti orfani senza padre” (pag.7).
Il testo è strutturato in otto capitoletti, di cui il primo e l’ultimo narrano il presente di questo ventiquattrenne, il suo successo e la sua immagine già sotto le luci della ribalta. Negli altri capitoli l’autore sceglie di interrompere la narrazione del tempo presente e retrocede nel passato di Marco, nella sua adolescenza, fornendo al lettore notizie sul suo background. E qui emergono tutte le problematiche che hanno creato una rottura nel rapporto padre-figlio: la violenza familiare, l’incapacità di saper gestire i rapporti con un figlio adottato, l’avvicinamento all’alcol.
Il “momento di abbandonare le stanze buie e polverose del passato, per aprire la finestra alle cose buone e fresche”(pag.149) avviene inconsapevolmente, nella rilettura della sua storia personale che forse non sarebbe mai successa se Marco non si fosse trovato nella necessità di dedicare a qualcuno quel prestigioso premio.
Per le problematiche affrontate il libro è adatto a ragazzini dagli 11 anni, ma sicuramente anche ad adulti attenti che sappiano leggere tra le righe le motivazioni che dovrebbero spingere un genitore a credere nel proprio figlio e a farne un adulto sicuro di sé, consapevole delle proprie reali capacità.