Data di pubbl.: 2024
Pagine: 218
Prezzo: € 18,00
Se è vero che uomini e animali hanno ricevuto da Dio lo stesso soffio vitale, perché non immaginare che Gesù di Nazareth sia stato accompagnato durante il suo breve viaggio terreno da un cane?
“Ma se Dio, dice la Genesi, ha soffiato su uomini e animali lo stesso alito di vita, credo si potrebbe pensare che, già nella sofferenza inflitta alle bestie nel tempio, si prefigurasse anche quella del suo Figlio Unigenito, sacrificato alla stregua di un agnello, nonché l’iniqua sorte che, nel prosieguo del tempo, avrebbe continuato ad abbattersi sull’intero regno animale ad opera nostra.” (pag. 86)
Un grosso cane bianco i cui primi anni sono stati difficili e tormentati, afflitto dal randagismo, un predatore per fame, un reietto – e quanti ne ha amati Cristo! – che un giorno è apparso accanto alla grotta di Betlemme e non ha più abbandonato il Redentore. Una presenza emblematica, sembra dirci l’autore Vincenzo Pardini, in questo affascinante libro che ripercorre la vita di Gesù seguendo il Vangelo di Giovanni “l’apostolo prediletto”, colui che, ai piedi della Croce, Cristo consegna come figlio a Maria sua madre. Una storia, quella di Gesù, che tutti conosciamo, ma che l’autore ci presenta in una veste nuova e animata da una fede profonda. Una storia che non riguarda solo la nascita e poi la predicazione del Figlio di Dio, ma le vicende storiche della Galilea e della Giudea sotto il dominio di Roma e dell’imperatore Tiberio; la lotta di Ponzio Pilato, quinto governatore della Provincia, per mantenere il posto e nel contempo non rendersi inviso ai sommi sacerdoti del Tempio; la presenza, seppure fugace, di sua moglie Claudia Procula che da Gesù era profondamente toccata e non ne avrebbe mai voluto la morte; l’odio e il disprezzo del Sinedrio contro questo strano individuo che si dichiarava Figlio di Dio venuto sulla Terra per mondare i peccati dell’umanità e non rispettava il sabato se si trattava di compiere un miracolo. Il forte legame che Gesù aveva con la città di Cafarnao e l’amore per la verde e ubertosa Galilea; la costante presenza di donne come Maria di Magdala che, lungi dall’essere rette, sono perdute, una perdizione dalla quale Cristo le redime. E alla fine, saranno proprio le donne – non gli apostoli, che spaventati si nascondono – le uniche a non avere timore di diffondere la lieta novella della sua resurrezione.
Però chi mai lo abbandona davvero é il cane Ebaù che persino a rischio della vita lo segue ovunque, avverte Cristo e gli apostoli dei pericoli, combatte i demoni che talvolta vorrebbero assalirli. Fedele, presente, indomabile in un Paese in cui i cani erano poco amati, come addirittura odiato da farisei e giudei era il suo padrone.
La vita di Cristo e di Ebaù, tredicesimo apostolo, rendono questo libro unico e speciale.