Autore: Nicci French
Titolo: L’analista
Editore: Sperling & Kupfer
Traduttore: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
N. pagine: 432
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 19,90 euro
Frieda Klein è una psicoterapeuta che collabora saltuariamente con la polizia. Viene richiesto il suo aiuto nelle indagini quando viene ritrovato un cadavere. La scoperta avviene nella casa della signora Michelle Doyce, una donna disturbata mentalmente. Sul suo divano giace il corpo di un uomo, nudo e con un dito mozzato. La donna dice di averlo trovato in strada e di esserselo portato a casa per occuparsi di lui. E’ subito chiaro che non si rende conto della situazione, crede che il suo nuovo amico sia vivo e le faccia compagnia. All’ispettore capo Malcolm Karlsson è affidato l’incarico di risolvere questo caso. Risulta evidente che la donna è malata mentalmente e non può essere lei l’artefice dell’omicidio. Parla in modo confuso e apparentemente senza senso, per questo l’ispettore crede che l’intervento di una professionista come Frieda possa essere utile per cercare di scoprire qualcosa scavando nella sua mente.
“Ciò che scopriamo nel corso della terapia può anche non portare alla tranquillità o alla felicità. Anzi, spesso non lo fa. Ma può aiutarci a trasformare l’insopportabile in sopportabile, ad assumerci le nostre responsabilità e ad acquisire una certa dose di controllo sulla nostra vita.” Pag.28
Da qui scatterà la caccia all’identità della vittima. Inizialmente risulta difficoltoso dare un nome al cadavere. Poi grazie ad una intuizione della psicoterapeuta si riuscirà ad intraprendere la giusta via e scoprire il nome dell’uomo: Robert Poole. A questo punto il mistero si farà ancora più intricato. L’uomo pare avere mille nomi e mille vite diverse. E’ un truffatore che si guadagna la fiducia delle sue vittime grazie ai suoi modi comprensivi e la sua capacità di ascoltare e entrare in empatia con la gente.
Per gli investigatori sarà una sfida molto complicata scoprire informazioni vere sulla vittima e trovare il suo carnefice. Ogni conquista sarà molto faticosa e la ricerca frustrante. Anche la stessa Frieda risulterà in pericolo.
La ricerca dell’identità della vittima e del colpevole è molto bene caratterizzata, forse fin troppo esasperante. Parte molto corposa del libro è occupata dalla vita privata di Frieda, che fa da contorno ma anche da filone principale, descrivendo appieno il suo carattere e il suo travaglio interiore. Vecchie storie si intrecciano ancora con la sua vita attuale, portandola ad attraversare processi e umiliazioni. Inoltre la sua vita sentimentale è molto instabile e alla ricerca di punti di riferiemento.
“Non si può mai sapere come si reagisce alle emergenze. Sentenziò Frieda. Finchè non ci siamo dentro, non ne abbiamo idea.” Pag. 35
A mio parere la conclusione della vicenda avviene troppo in fretta, condensata in poche pagine, se rapportata alla lunghezza del resto del libro. Il libro vuole essere un thriller psicologico e quindi la parte di azione è confinata nel finale. In sostanza molta ricerca e psicologia e poca azione, il che non vuol per forza dire che sia una nota negativa. Nonostante tutto la conclusione regala il consueto colpo di scena e lascia aperto il discorso per un prossimo libro, ricollegandosi al precedente episodio che vede sempre protagonista la psicoterapeuta Frieda Klein: Il paziente.
“Lui ha cantato per me, come i suoni del fiume di notte, quando il cane smette di abbaiare e grida e pianto si spengono.” Pag. 16