Baldini e Castoldi inaugura la nuova collana dedicata al pubblico Young Adult (ma non solo) con due romanzi freschi e originali scritti da giovani autrici: Alice d’Arrigo, che ha pubblicato “Volpe” ed Elena Araldi che ha scritto insieme a Lara De Luna “Fuoco resta con me”. Le abbiamo incontrate a Milano in occasione di questo nuovo lancio editoriale ed è stata una ghiotta occasione per conoscere nuove modalità di scrittura e fusione di creatività diverse, come ormai accade con le nuove generazioni di narratori.
Come è nata l’idea e come sono stati costruiti i personaggi principali dei vostri romanzi?
Alice: Io ho scritto questo testo quando avevo sedici anni e nel contempo stavo lavorando ad altro, quindi fatico a ricordare esattamente come è nato, soprattutto perché si è trattato di un esperimento: prima avevo scritto solo fantasy e dopo sono tornata a farlo. Il personaggio è nato all’improvviso: avevo in mente una ragazza con i capelli ramati perché ho sempre avuto la passione per il rosso e da questo è disceso anche il soprannome, Volpe. Poi si è sviluppato con alcuni lati del mio carattere ai tempi, ma non è totalmente autobiografico. La cosa che ho in comune con il personaggio è la passione per la musica, in particolare le canzoni di Taylor Swift. Ho progettato il libro su un quaderno scassato, quasi a dire che non sapevo che fine avrebbe fatto quella storia progettavo capitoli, ma mentre scrivevo cambiavo idea. E’ stato progetto e anche improvvisazione. Ci ho messo qualche mese a scriverlo e l’ho trovato più rapido e semplice rispetto a un fantasy. Poi l’ho postato su Wattpad, così ho avuto il riscontro dei lettori prima di pubblicarlo. Mentre lo scrivevo non pensavo tanto al pubblico che lo avrebbe letto, ma al messaggio che volevo dare. Vedevo attorno a me persone, per esempio anche durante un dibattito in classe, che se ne stavano in silenzio. Siccome ero una di loro sapevo che questo non voleva affatto dire che non avessero idee, ma semplicemente non era il parlare il loro modo di esprimersi. Nel mio caso c’era la scrittura, ma c’è anche la musica o l’arte: volevo far comprendere a queste persone che avevano la possibilità di esprimersi senza dover urlare e agli altri che le persone più taciturne hanno qualcosa da dire.
Elena: Questo libro è scritto a quattro mani da me e Lara De Luna che è una scrittrice misteriosa, ma esistente in carne e ossa, ed è l’ideatrice del romanzo. Lei mi chiedeva che cosa ne pensassi e in particolare voleva che il personaggio di Carola fosse appassionato di cinema così mi chiedeva continui consigli e infine mi ha chiesto di diventare la coautrice. E’ stata molto brava a guidarmi. Abbiamo stabilito una scaletta di capitoli e ognuna doveva scriverne uno. Ovviamente si inserivano in continuazione nuovi elementi non preventivati e ognuna doveva agganciarsi proprio a quello: abbiamo lavorato su una sorta di gioco. Avevamo in mente più che un target la parte femminile. Speriamo sia un romanzo trasversale, ma è soprattutto indirizzato a tutte le donne con questo messaggio: anche se siete in un momento di fatica, di cose che vanno tutte storte, c’è sempre un modo per tirarsi fuori. Le protagoniste sono due ragazze e ci sono degli elementi autobiografici
Venendo al titolo, a cosa vi siete riferite?
E: il titolo del mio libro è un chiaro riferimento a Lynch, che è citato nel romanzo. Sono stata grande fan di Twin Peaks, prima e seconda serie: mio padre me lo fece vedere a sei anni. E’ un autore su cui ho studiato tanto. Non trovi mai una spiegazione logica nei suoi lavori e questo mi affascina tantissimo.
A: L’ho chiamato subito Volpe e ci tengo molto a far comprendere che è la storia di questa ragazza: la storia d’amore è secondaria rispetto all’evoluzione che lei ha nel corso della vicenda.
Le ambientazioni dei vostri libri sono molto diverse. Da dove provengono?
A: Il mio libro è ambientato in una cittadina inglese senza nome. Quando l’ho scritto non aveva un’ambientazione ma i nomi erano stranieri perché il novanta per cento dei libri che leggo sono stranieri. Studio lingue quindi è proprio un mio orientamento. E’ stato istintivo.
E: la vicenda del mio libro, invece, è ambientata in una cittadina italiana di provincia, in campagna. Gli ambienti sono protagonisti perché volevamo trasmettere il senso della terra d’origine, lasciar perdere le grandi città e far emergere le peculiarità dei piccoli paesi. Abbiamo descritto ciò che conosciamo ed effettuato un vero viaggio on the road per percorrere le strade delle protagoniste. Sono posti in cui siamo sempre andate ma con l’intento di descrivere il paesaggio ci siamo accorte di alcune particolarità che noi stesse ignoravamo.
Per quanto riguarda la genesi, rispetto all’idea iniziale come sono cambiati i personaggi?
A: Nella prima stesura Jennifer era sicura di sé era già forte dall’inizio: mi piaceva molto, ma c’era un appiattimento perché non aveva un’evoluzione. Ho quindi apportato dei cambiamenti. Gli altri personaggi invece sono rimasti uguali.
E: in realtà noi abbiamo fatto la bozza prima, non posso svelare di più senza togliere la sorpresa ai lettori, ma c’è senz’altro un’evoluzione.
Se doveste individuare delle parole chiave per definire il tema del vostro lavoro, quali sarebbero?
A: direi voce. C’è anche la musica, ma è un mezzo
E: crescita, viaggio, avventura: lo spunto nasce dal film Thelma e Louise, con l’idea della fuga
In entrambi i romanzi c’è molta contaminazione con atre arti come la musica e il cinema: come hanno influito sulla costruzione narrativa?
A: Dato che la protagonista amava la musica era giusto darle un’artista preferita ed essendo una grande fan di Taylor Swift ho fatto proprio degli abbinamenti ai suoi brani. Personalmente ritrovo delle emozioni vissute nelle canzoni e ho trovato che questo potesse dare spessore al personaggio. Molti lettori hanno approfondito scaricando le canzoni ascoltandole, quasi come una colonna sonora.
E: L’idea a livello personale nasce dal fatto che a volte quando mi ritrovo in situazioni che non so risolvere penso a delle scene dei film e cerco di ricordare come i personaggi hanno affrontato la loro situazione. Ci sono delle intuizioni pazzesche. Le citazioni non sono mai a caso, ma sono un riferimento a quanto sta accadendo.
Da giovani donne che scrivono principalmente per giovani donne, quali sono secondo voi le sfide maggiori che affrontano le giovani donne oggi e quanto queste sfide sono entrate nel vostro lavoro?
E: Abbiamo deciso di inserire le violenze degli uomini e in particolare il cyberbullismo. Si fa fatica a denunciarlo e anche solo a parlarne. E’ un tema che secondo noi va considerato, spesso i ragazzi non hanno bisogno di tantissime cose, ma soprattutto di essere ascoltati. Gli adulti non sanno gestire la situazione: né la famiglia, né la scuola né la giustizia riescono a dare risposte adeguate.
A: Molte giovani quando iniziano una relazione non sono più loro stesse, perdono la loro identità ed è su questo che volevo soffermare la mia attenzione. E’ importante l’individualità di un ragazza.
Tornerete a scrivere?
A: Il finale è aperto e l’uscita del libro mi ha dato la spinta per la continuazione, che sto già scrivendo. Però non vorrei rimanere ferma su questo genere: mi sono cimentata anche con un thriller e poi c’ è il fantasy che è il mio grande amore.
E: Mi piacerebbe tornare a scrivere anche da sola, per ora comunque esiste una sceneggiatura di questo romanzo.
Come ultima domanda veniamo a voi come lettrici. Avete dei libri del cuore?
A: Senza dubbio Harry Potter. Non ho ancora trovato nulla che lo abbia uguagliato a livello di sensazioni che ho provato leggendolo. Poi mi sono piaciuti molto anche Il caso Harry Quebert, Hunger Games, Il signore degli anelli e le Cronache di Narnia.
E: io amo molto la narrativa classica americana e in particolare Cormac mc Carthy. Continuare a leggere i grandi classici credo ti faccia migliorare. Oggi tutti possono fare tutto, abbiamo grandi opportunità, ma il lato negativo è che spesso non si hanno gli strumenti per distinguere. I classici sono come una famiglia, ti indicano la strada maestra.