Autore: Ciampi Carlo Azeglio
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Rizzoli
Genere: Saggi
Pagine: 127
Prezzo: 14
Carlo Azeglio Ciampi torna in libreria con un libricino tanto breve quanto diretto. Il Presidente Emerito della Repubblica, dall’alto dei suoi 91 anni, si rivolge con questo scritto direttamente ai giovani. Il testo può essere infatti considerato assolutamente una lettera aperta a tutta questa generazione sfiduciata e demoralizzata. Ciampi parte da lontano: racconta la guerra, le difficoltà, la ricostruzione di un Paese in ginocchio, con mille problemi e pieno di povertà e di analfabetismo; ricorda la fatica e i sacrifici (sottolineando come «gli svaghi e il cosiddetto tempo libero fossero allora una categoria inesistente»), ma spiega che di fronte a tutto ciò «non c’era un’autocommiserazione di massa»
“Qualcuno ha detto, forse non del tutto a sproposito, che in fin dei conti la mia è stata la generazione delle tre “m”: moglie (o marito), mestiere, macchina. Ovviamente mi considererai un privilegiato…” p. 26
L’autore, con le sue riflessioni, è portato a soffermarsi anche su quelle che erano le speranze e le possibilità che venivano prospettate alla sua generazione, tutto ciò che oggi appare invece molto fosco e dubbio. Trova inoltre parole molto dure per la finanza ed i suoi managers, per il mondo che hanno creato e che ci costringono ad accettare. Questo libricino potrebbe esser facilmente identificato con il vendutissimo “Indignatevi!” di Hessel, come se fosse la sua versione italiana, e contiene parole di conforto e incitazione:
“E’ un modo per invitarti a non mollare; a non bloccarti, scoraggiato, di fronte alla dimensione dell’ostacolo che deve frapporsi tra te e il tuo domani” p. 38
Tutto ciò nonostante siano ben chiari i problemi che viviamo:
“Mi guardo intorno e osservo; ascolto, sempre più numerose, storie di precarietà, di incertezza, di frustrazione, di delusione, di rabbia giovanile: un crescendo di sentimenti e di reazioni che turbano in profondità la mia coscienza e fanno vacillare le poche residue certezze.” p. 59
L’autore fa anche una veloce e rapida carrellata di vari aspetti della società e sceglie di dedicare qualche parola al mondo della scuola:
“Fra tutti, è alla scuola che spetta, in primis, il compito di educare i giovani, i cittadini di domani; ed educare vuol dire propagare valori spirituali...” p. 78
Il libro, come si evince chiaramente dal titolo, è rivolto ai giovani certo, ma non solo. Personalmente penso sia diretto anche a tutti coloro che vivono con i giovani: a un padre che vede le angosce del figlio, ad un nonno che percepisce i disagi di un nipote appartenente ad una generazione che si sente in un vicolo cieco.
Lo scrittura è molto diretta e fluida, facile da leggere e ha il grande pregio di arrivare subito al cuore lettore.