
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 256
Prezzo: € 17,50
“…un uomo alto e attraente, sui quarantacinque, e in perfetta forma fisica. Innegabilmente bello. Una testa piena di riccioli castani, un trench alla Maigret, una collezione di camicie di sartoria sempre portate con le maniche arrotolate…” (pag. 69). Ecco chi è il commissario Luca Botero, sebbene questa attraente descrizione contrasti con il carattere dell’uomo, un carattere decisamente difficile, per essere gentili. Ma Botero ha le sue ragioni per essere com’è: cinque anni prima, mentre inseguiva il suo antagonista, un killer efferato e astuto, è caduto in una trappola ed è rimasto in coma per qualche tempo. Ora non ricorda molto della sua vita precedente, ma di sicuro odia ogni tipo di tecnologia al punto dall’avere crisi epilettiche in presenza di un telefono cellulare. Ha una memoria eidetica – gli basta leggere o vedere qualcosa per ricordarlo per sempre – e il suo modo di svolgere un’indagine somiglia in tutto e per tutto a quello di un novello Sherlock Holmes: osservazione accurata, conoscenze specifiche, memoria prodigiosa, intuito. Il suo gruppo è la squadra Alfa: due uomini, Dario Piras e Michele Ferrara, due donne Roberta Cattaneo e Camilla Farina – gelose morte l’una dell’altra. La sede operativa, la Cortina di ferro, una vecchia caserma in disarmo e fatiscente dove si lavora alla vecchia maniera. Eppure, se il questore Giovanni Macaluso deve affidare a qualcuno un caso difficile si rivolge a Botero e ai suoi con la certezza che verrà risolto.
Così, a Milano nel 2015, in una notte di tregenda coronata da un blackout totale, Botero e la squadra vengono convocati nel prestigioso Hotel Savoy dal capo della Mobile Alessandro Desanctis. Nella grande suite all’ultimo piano l’onorevole Vincenzo Greco, che aveva organizzato un party con 50 invitati, è stato trovato morto in piscina nonostante fosse scortato da guardie del corpo in seguito a pesanti minacce ricevute dalla ‘Ndrangheta per il suo coinvolgimento nell’Expo. Morto annegato? O morto avvelenato, come Botero intuisce dall’odore di mandorle amare intorno ai cocci di un bicchiere abbandonati a bordo piscina. Tutti i presenti vengono fotografati, schedati e interrogati. Dei 49 ne restano sette fortemente sospettati del delitto. Si ridurranno ancora? E la vita privata dell’onorevole Greco era davvero al di sopra di ogni sospetto come lui voleva far credere? E mentre Botero indaga, da un lato qualcuno segue i suoi passi, attenta alla vita della squadra e semina morti; e dall’altro una combriccola di mafiosi calabresi svolge i suoi loschi traffici credendosi inafferrabile.
Ironico, impeccabile, scritto con la precisione e la concisione che ci si aspetta da un poliziesco, Una morte onorevole è una nuova, seducente avventura del commissario Botero. Un libro la cui piacevolezza sta nel seguire un’indagine old fashion dove si arriva al colpevole senza lo sperticato ausilio della tecnologia al quale noi lettori eravamo ormai assuefatti. E intanto Botero, proprio come Sherlock Holmes, continua a inseguire il Professor Moriarty, la sua nemesi… Attendiamo con ansia la prossima avventura.