Primitivo americano – Mary Oliver

Titolo: Primitivo americano
Data di pubbl.: 2023
Traduttore: Paola Loreto
Pagine: 185
Prezzo: € 14,50

Mary Oliver è considerata una delle voci poetiche più amate e lette negli Stati Uniti.

Con la sua poesia ha osservato il mondo, andando a fondo con acume critico nel ciclo naturale del creato.

La sua poesia è contemplazione pura del paesaggio, uno sguardo sempre attento e lucido sui rapporti non sempre idilliaci tra l’uomo e la natura.

Mary Oliver ha vinto i più prestigiosi premi letterari americani, come il Pulitzer e il National Book Award.

Mancava nella nostra lingua un approfondimento sulla sua opera poetica.

Nella collana bianca di Einaudi esce Primitivo americano (nella traduzione di Paola Loreto) il libro con cui Oliver raggiunse il successo e con il quale nel 1984 si aggiudicò il Pulitzer.

Nel mondo poetico di Mary Oliver troviamo parole semplici e pensieri profondi e un linguaggio diretto, intimo e colloquiale. La sua prima di tutto è una poesia ecologica e ambientale, immersa totalmente nell’esperienza del nostro stare al mondo.

Un invito a non trascurare la creazione e soprattutto a non essere mai superficiali nei confronti della natura che ci contiene.

«Oliver ha scritto – annota Paola Loreto nella prefazione – un innario di lode alle creature naturali in cui la tentazione della fusione nasce dal sentimento della coestensione, fisica del proprio corpo, con il loro, ma si arresta sulla soglia dell’indistinzione. Pensatrice lucida e rigorosa, infatti, Oliver non cede all’illusione dell’identità con il non umano ma rivendica la possibilità di considerarne le radici in larga parte comuni nell’esperienza biologica e cognitiva».

Nella sua poesia, che ci affascina sempre per la sua immediatezza, troveremo la descrizione che è sempre interiore) della natura e del paesaggio e l’osservazione di tutti i fenomeni del mondo naturale.

Mary Oliver coinvolge sempre il lettore. È difficile non essere rapiti dalla sua scrittura che sta sempre dentro le cose dell’ecosistema che rappresenta con la sua poesia, e di cui noi facciamo parte come creature.

«Comincio / qua e là, / e ti trovo, / trovo il cuore dentro di te, / e l’animale, / e la voce chiedo / e richiedo / dove sei, seguendoti / ovunque mi porti, / i rami del tuo corpo / che guidano nel fitto degli alberi, / sui prati bianchi, / i fiumi delle ossa, / le grida, / le risposte, la grande / corsa eccitante verso l’interno, / l’ignoto, l’inconoscibile/ centro».

Mary Oliver con la sua poesia non tradisce mai l’immanenza. Nelle sue passeggiate nei boschi è curiosa con la sua sete di conoscere e di vivere in simbiosi con la natura che la circonda.

Natura che entra nelle sua poesia, sempre imbrigliata nel reale. Poesia che è sinonimo di conoscenza e che contempla una immersione piena nella materia del mondo, senza la quale non ci si può riappropriare del primitivo americano e dei suoi cicli stagionali fisici e spirituali di morte e rinascita, di dolore e rigenerazione, di offesa e di riconciliazione.

In Primitivo americano prima di tutto c’è l’uomo che non deve fare a meno dell’immersione nella proliferazione disordinata e incontrollabile della natura.

Se viene meno questo equilibrio, come accade spesso oggi, non ci resta che la catastrofe e l’estinzione.

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