Vittoria Nenni – Antonio Tedesco

Titolo: Vittoria Nenni. N. 31635 Auschwitz
Data di pubbl.: 2023
Pagine: 221
Prezzo: € 16,00

Pietro Nenni è un grande socialista, un padre indiscusso della Repubblica a cui fare riferimento in questi tempi bui e confusi.

Questo straordinario uomo politico ci ha lasciato una grande eredità: la battaglia condotta in prima persona per far sì che l’Italia diventasse una Repubblica.

Pietro Nenni è stato il vero padre della Repubblica che più di ogni altro ha incarnato il socialismo italiano, imprimendo un segno indelebile. Fu lui che dopo la fine della guerra e la caduta del fascismo chiedeva incessantemente che si votasse immediatamente per la Repubblica e la Costituente. Suo il famoso slogan: «La Costituente e la Repubblica o il caos».

Il leader socialista visse sempre con un’angoscia: non aver potuto far niente per salvare sua figlia Vittoria, l’adorata Vivà, arrestata dalla Gestapo in Francia e morta a Auschwitz.

Si chiese, per il resto della sua vita, se intercedendo in qualche modo presso Mussolini, non avrebbe potuto fare qualcosa per evitare a Vittoria la morte nel più terribile campo di concentramento hitleriano.

Vittoria Nenni partecipò alla resistenza francese, fu prima imprigionata nel carcere di Romainville e poi deportata nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, insieme a altre 230 donne.

Antonio Tedesco, direttore scientifico della Fondazione Nenni, nel libro Vittoria Nenni. N.31635 di Auschwitz racconta la storia di lotta dolorosa e coraggiosa della figlia di Pietro Nenni, che si intreccia con quella di un Paese che ha subito e sconfitto il fascismo.

Tedesco non rinuncia a una lingua e a uno stile appassionato nel rievocare la vicenda umana e politica di Vittoria Nenni.

La sua narrazione è coinvolgente. L’autore per scrivere il libro ha consultato molti documenti, ha avuto accesso alle carte private di Pietro Nenni, è entrato nel cuore della tragedia di Vittoria e del destino dell’intera famiglia, che perseguitata dal fascismo fu costretta a lasciare l’Italia e scegliere il difficile esilio francese

Dalla fuga in Francia alle varie vicissitudini, Tedesco raccontando di Vittoria ricostruisce gli anni bui della dittatura e il mondo antifascista, di cui Nenni fu uno degli importanti esponenti.

Ha ragione Benedetto Attili quando nella prefazione scrive che sono due i momenti che di questa giovane e eroica donna colpiscono e meritano una riflessione: l’arresto e la sua fine. Poteva salvarsi rivendicando la nazionalità italiana, poteva evitare la deportazione, ma non volle lasciare le compagne di lotta.

Infatti, come raccontano le poche sopravvissute, Vittoria nell’orrore concentrazionario era quella che dava coraggio a tutte e si prodigava per aiutare le sue compagne più in difficoltà.

Le pagine che più colpiscono del libro di Antonio Tedesco sono quelle in cui egli descrive la crudeltà straziante lo sterminio nazista attraverso la vita dei deportati a Auschwitz e tutto l’orrore disumano di questa tragica esperienza che ha segnato il corso della Storia, che Vittoria ha provato sulla sua pelle fino alla morte.

«Ogni giorno arrivavano al campo camion e treni carichi di deportati, ebrei e zingari soprattutto. Convogli di disperati che spesso giungono mezzi morti di fame mentre i bambini vengono quali subito uccisi nelle camere a gas. Viva e le sue compagne fanno caso a un macabro particolare: le ciminiere eruttano fiamme e fumo circa tre quarti d’ora dopo l’arrivo di un convoglio».

Per  Nenni sua figlia diventa un punto di riferimento ideale, un’ eroina che «con il suo gesto umiliava ai suoi piedi l’orgoglio satanico dei carnefici e lasciava alla mamma, alle sue sorelle, a quanti della nostra grande famiglia di esuli l’hanno conosciuta e amata, lasciava a suo padre un esempio di carattere che tutti vorremmo poter eguagliare;  che sarà in ogni caso la sorgente di purezza dalla quale io spero di saper trarre, in ogni occasione, la forza per servire senza debolezza l’ideale al quale Ella  è stata immolata».

Le parole di Pietro Nenni appartengono a tutti, come patrimonio ideale di ognuno di noi è la storia di Vittoria Nenni, è diventata negli anni un simbolo di lotta di quel necessario antifascismo morale, valore in cui non bisogna mai smettere di credere, soprattutto oggi che nel nostro paese e in Europa nuovi fascismi avanzano.

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