Si è aperta ufficialmente ieri con la presenza di due ospiti fra loro molto diversi, proprio come nello spirito del festival, la seconda edizione del Tabù Festival di Abbiategrasso.
L’inaugurazione del Festival era già avvenuta nella serata di giovedì 30 ottobre con la proiezione del film The Dark Side of the Sun (film documentario e d’animazione che racconta una malattia rara, lo xeroderma pigmentoso) e la presenza del regista Carlo Shalom Hintermann e ieri, come nella formula che il festival seguirà nei prossimi due week end, si sono tenuti i classici appuntamenti pre serale e serale.
Alle 18.30 la gremita sala consiliare del Castello Visconteo ha accolto Oscar Farinetti, l’imprenditore che ha inventato Eataly, la catena alimentare di punti vendita di medie e grandi dimensioni specializzati nella vendita e nella somministrazione di generi alimentari italiani di qualità.
Ospite atteso, al centro dell’attenzione della cronaca degli ultimi giorni, Farinetti ha messo in campo grandi doti comunicative, preparazione e competenza.
Ci ha narrato della meraviglia della biodiversità italiana, primato assoluto al mondo che l’Italia possiede per la sua stessa posizione e conformazione geografica. “L’Italia si trova ad una latitudine perfetta, circondata da un mare buono con venti buoni che spirano dal mare e incontrano le brezze delle colline, nei venti risiede la risposta”.
Scopriamo così che il basilico più buono d’Italia cresce a Prà perché lì avviene l’incontro del vento del Tirreno con l’aria fresca delle Alpi Marittime, che l’eccellenza del Barolo è data dal Marin, che grazie alla Bora godiamo della gioia del San Daniele, che la pasta più buona è quella di Gragnano perché nella “galleria del vento” del paese la brezza di Castellamare di Stabia si unisce con quella del Vesuvio.
Impressionanti e sorprendenti i numeri da primato mondiale sciorinati con precisione da Farinetti: in Italia ci sono 7000 specie di flora, 58.000 specie di animali, 1200 vitigni autoctoni contro i 222 che il nostro concorrente francese possiede, 533 varietà di olive contro le 70 spagnole, 140 varietà di grano duro contro le 6 americane
La forza straordinaria dunque della biodiversità italiana che, come Farinetti sottolinea rifacendosi alle teorie darwiniane e alla storia del nostro Paese, è in primis diversità umana.
E’ agli Italiani che poi Farinetti si rivolge perché, “contrariamente agli altri Paesi che hanno venduto i loro prodotti alimentari nel mondo grazie allo story telling, noi siamo rimasti muti”. E’ un monito deciso alla cura, alla valorizzazione, all’investimento nella grande bellezza italiana che per sorte ci è toccata. “Dobbiamo farci perdonare questa fortuna, diventare bravi nel mondo con il cibo come abbiamo fatto nella moda, nel design, nell’industria manifatturiera di precisione”.
Il progetto di Eataly è partito a Torino nel 2007 e da allora sono decine i punti vendita aperti in Italia (Milano, Roma, Firenze, Bologna, Genova, Bari, Pinerolo, Monticello d’Alba) e all’estero (Giappone, New York, Chicago, Dubai, Instanbul) e sicuramente Farinetti un po’si è fatto perdonare.
Incoraggiante e positiva la sua proiezione del futuro italiano in campo enogastronomico e industriale con la quale chiude l’incontro: “ci sarà un ritorno alla Terra Madre ai cibi di qualità puntando sui tre orgasmi dell’uomo: amore, cibo, cultura”.
Ben diversa atmosfera si è respirata nell’incontro successivo del Tabù Festival. La suggestiva cornice del ex-convento dell’Annunciata di Abbiategrasso ha fatto da sfondo ad uno spettacolo di indubbia intensità e raffinatezza. Giovanni Lindo Ferretti, ex leader dei CCCP e dei CSI, artista e intellettuale tra i più straordinari del panorama italiano – con il suo discusso percorso che lo ha portato dal punk filo-sovietico al ritorno alle tradizioni (cattoliche) delle sue origini, a Cerreto Alpi – si è esibito con l’accompagnamento del violinista Ezio Bonicelli con il recital musicale “Bella Gente d’Appennino”. Lo spettacolo trae ispirazione e testi dall’omonimo libro, pubblicato da Mondadori a novembre 2009 e da voce e musica ad una prosa vibrante di poesia, ritmata con cadenza ipnotica come una litania.
Ferretti si è fatto cantore di un mondo residuale, antico, sfuggito al moderno come quello montano e di quella terra di mezzo, l’Appennino tosco-emiliano, che gli ha dato i natali. Ha raccontato le gesta nobili e quotidiane dei suoi avi (la capostipite sassalbina Maddalena) e della comunità di Cerreto Alpi e con più ampio respiro ha cantato del rispetto della vita, della celebrazione dei morti e della naturale accettazione del dolore, del mistero della fede, del disincanto per la politica e del distacco da un contemporaneo che ha perso il contatto con le leggi di natura.
Momenti di intensità e di emozione per un moderno profeta che con la sua stessa storia di vita si fa esempio di bellezza del cambiamento e della forza evolutiva della diversità.
Gli appuntamenti del Tabù Festival continuano anche oggi con il celebre antropologo Marco Aime nell’incontro “Dalla razza alla cultura” e a seguire Marco Rovelli e Andrea Staid a confronto sul tema dell’immigrazione.
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