Novità in uscita dal 26 maggio al 2 giugno

Romanzi

 

La ribellione contro il codice della strada in una notte alcolica di Barcellona. La vita di uno yuppie sconvolta dalle telefonate porno di una donna. Un impiegato che imbocca lucidamente la via del crimine. Uno scrittore che soccombe alla violenza degli elettrodomestici. La perfida lettera di una donna all’uomo che si è ucciso per lei…

 

“Olivetti, Moulinex, Chaffoteaux et Maury” di Quim Monzó. Dal 31 maggio in libreria. Marcos y Marcos editore.

 

 

Scheggia è in crisi. È dalla parte sbagliata dei quarant’anni, ha avuto qualche successo come scrittore, ha diversi progetti, tutti un po’ in aria, ma non è riuscito a recuperare il rapporto con la moglie, e suo figlio Roy ormai va per la sua strada. Si sente in un vicolo cieco, e ogni tanto anche il corpo gli lancia messaggi preoccupanti. Non ha mai fatto davvero i conti con se stesso e sente che il momento è arrivato. Il luogo dove farli, però, non può essere la sua città, ma dev’essere ancora una volta la strada, anzi le strade, quelle dell’Africa, in sella alla sua moto. Questa volta Scheggia è da solo, diretto nel Mali, con il vago obiettivo di presenziare al mitico evento musicale del Festival au désert. In realtà quello che sta cercando è una risposta alla sua inquietudine, alla sensazione di fallimento eal bisognodi sentirsi ancora vivo. Quello che gli capiterà durante il viaggio – tra incontri eccezionali, avventure e disavventure, incidenti e rapimenti, chilometri e chilometri – lo cambierà per sempre: la strada, a suo modo, gli risponderà, e Scheggia, forse per la prima volta, non scapperà più.

 

“Chiedi alla strada” di Roberto Parodi. Dal 30 maggio in libreria. Tea editore.

 

 

Fedele alla deontologia della sua missione civile, il cantoniere Gengoni Selvino percorre e controlla ininterrottamente, avanti e indietro, il cantone che gli è stato affidato, il “suo” tratto di Nazionale (per la precisione attorno al Km 238,491 della Strada Statale n. 16 Adriatica, in località Il Curvone). In tutti i suoi anni di onorato servizio diventa così testimone – più o meno oculare – dei grandi fatti che la Storia del XX secolo (e degli inizi del XXI) gli srotola davanti. Un romanzo on-the-road vissuto a bordo strada da un cantoniere figlio di cantoniere, con un figlio che non farà mai il cantoniere. Epico e familiare al tempo stesso, comico e tristissimo, col suo romanzo Paolo Teobaldi ci porta nel cuore paese reale, in quella provincia che ha visto la Storia bussare alla porta e le ha detto “grazie, stiamo bene così”.

 

“Macadàm” di Paolo Teobaldi. Dal 31 maggio in libreria. E/O editore.

 

 

I fratelli Lauritzen, ingegneri norvegesi, sono all’apice della loro carriera quando scoppia la prima guerra mondiale. Sven decide di restare in Inghilterra, dove si era trasferito per seguire un amore. Oskar, che alternava l’attività di costruttore a quella di commerciante di avorio in Africa occidentale, decide di arruolarsi nell’esercito tedesco in seguito ai bombardamenti inglesi che gli hanno distrutto la casa e ucciso i migliori amici. Lauritz, sposato a un’aristocratica tedesca e impegnato nella titanica impresa della realizzazione della ferrovia Oslo-Bergen, vede la propria famiglia minacciata dai sentimenti anti-tedeschi dei norvegesi. Sono anni di distruzione e sofferenza ma alla fine della guerra i fratelli si ritroveranno insieme in una Berlino devastata, pronti a ricominciare a vivere e a costruire un futuro per se stessi e i propri figli…

 

“La moglie straniera” di Jan Guillou. Dal 30 maggio in libreria. Corbaccio editore.

 

 

Il Po, anzi Po senza articolo, è il grande fiume, il fiume per eccellenza. Sembra facile collocarlo, leggerlo sulle carte, menzionarne la storia. Invece no. Forse ne sappiamo pochissimo, e conoscerlo significa lasciarlo apparire là dove muore un mondo perché un altro nasca. Paolo Rumiz ci racconta che quando gli argonauti, lui e il suo equipaggio, hanno cominciato a solcarne le acque è andata proprio così: Po visto dal Po è un Dio Serpente, una voce sempre più femminile – irruente e umile, arrendevole e solenne –, silente fra le sue rive deserte. Nessuno sembra scendere a reclamarlo, e sopra, a un’altezza che sembra distante secoli, passano ponti che poggiano su piloni ignari e indifferenti. È allora che bisogna ascoltarlo, è allora che le sue voci diventano richiami, inviti. È allora che il viaggio è una storia che viene da lontano, una storia di uomini stupefatti a cui è chiesta molta interiorità, molta memoria. Paolo Rumiz sa fare del Po un vero protagonista, per la prima volta tutto narrato a fior d’acqua, in un abbandono dei sensi inedito, coinvolgente, che reinterpreta i colori delle terre e dei fondali, i cibi, i vini, i dialetti, gli occhi che lo interrogano, lo sfiorano, lo scrutano. E poi ci sono gli incontri – con il “popolo” del fiume, ma anche con personalità legate dall’amore per il fiume come la cacciatrice di luoghi Valentina Scaglia, il raffinato corsaro Paolo Lodigiani, il traghettatore dantesco Angelo Bosio, il collezionista di immagini Alessandro Scillitani, l’amico dei venti Fabio Fiori, l’esploratore Pierluigi Bellavite, lo scrittore Valerio Varesi e l’amico Francesco Guccini. Cominciata come reportage e documentario, l’avventura sul Po è diventata un romanzo, un viaggio interiore, un’avventura scavata nell’immaginazione, carezzata da fantasmi, a due passi dall’anima.

 

“Morimondo” di Paolo Rumiz. Dal 29 maggio in libreria. Feltrinelli editore.

 

 

Nella vita da uomo qualunque dell’architetto Pablo Simó c’è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una “canaglia”, ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l’apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un’attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l’apparenza, più che mai, inganna.

 

“La crepa” di Claudia Piñeiro. Dal 29 maggio in libreria. Feltrinelli editore.

 

 

Yūko è in grado di vedere cose che gli altri non vedono, e di indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune. Compiuti quattordici anni, tutto sembra assumere sfumature misteriose, e il mondo si popola di bizzarre creature. Yūko sta imparando ad assegnare un colore a ogni stato d’animo e a ogni emozione; a insegnarglielo è Kyū, il suo maestro di disegno, che ha il doppio dei suoi anni. Quando dal fusto di una pianta fuoriescono degli strani omini verdi, loro sono gli unici a vederli. Nello stesso istante, Yūko assapora l’incanto sottile del primo amore. Sospesa tra realtà e immaginazione, un’adolescente va incontro alla vita accompagnata dagli affetti più cari, e scopre, giorno dopo giorno, i turbamenti del cuore, la tenerezza dei sentimenti e la difficoltà di diventare grande.

 

“High & Dry. Primo amore” di Banana Yoshimoto. Dal 29 maggio in libreria. Feltrinelli editore.

 

 

Tutto ciò che sono è il romanzo toccante e indimenticabile di quattro giovani irriducibili che hanno rischiato la vita per allertare il mondo sul pericolo rappresentato da Hitler. Ruth, i cui ricordi hanno la potenza del sogno, Ernst, il leader-artista, la coscienza di un’epoca, Hans, fragile e combattuto, e soprattutto Dora, Dora Fabian, un’affascinantissima eroina della Resistenza antinazista, fino a oggi del tutto sconosciuta, una donna moderna, libera e consapevole, così coraggiosa da non riuscire a salvare se stessa. La loro storia è l’emblema della lotta per la libertà –di amare, di vivere, di immaginarsi un futuro. Un grande romanzo di amore, sacrificio e tradimento, una storia incalzante, tragicamente vera, attenta ai dettagli, profondamente intrisa di paura, tristezza, rabbia e ricordi avvolti dalla nostalgia.

 

“Tutto ciò che sono” di Anna Funder . Dal 29 maggio in libreria. Feltrinelli editore.

 

 

Scritto nel 1979, Shakespeare non l’ha mai fatto è il resoconto del viaggio che lo scrittore e la sua compagna Linda Lee intraprendono in Europa. Rivediamo Parigi e Nizza con gli occhi di Bukowski, gonfi per il poco sonno e frequentemente di malumore per le continue sbronze, ma soprattutto la provincia tedesca che gli aveva dato i natali. Non certo nelle loro caratteristiche geografiche bensì in quelle umane: gli amici artisti, i parenti di Linda, il vecchio zio tedesco e l’accoglienza di un pubblico che ama i suoi scritti nonostante l’autore continui a eccedere in comportamenti fuori dalla norma, persino scorbutici. Un diario di viaggio, dunque, ma soprattutto una serie di aneddoti, di storie di vita, in cui il grande scrittore continua a sorprenderci con le sue genuine quanto maledette rivelazioni sul senso dell’esistenza, la morte e l’amicizia. Il viaggio si srotola tra reading, presentazioni televisive e cene nel corso delle quali Bukowski non fa proprio nulla per conquistare il suo pubblico. Ma in questo sta la sua forza e originalità: presentarsi al mondo semplicemente per quello che è, senza nascondere le proprie umane debolezze, scrivendo alla fine un inedito viaggio sentimentale, composto di poesie e appunti di vita vera.

 

“Shakespeare non l’ha mai fatto” di Charles Bukowski. Dal 29 maggio in libreria. Feltrinelli editore.

 

 

 

Saggi

 

Chi sono gli aristodem, gli aristocratici democratici, nuovi radical chic postideologici, e anzi «post-tutto», ma in teoria di sinistra, della già fatiscente terza repubblica? Le incoerenze politiche, i viaggi e i luoghi del cuore, le ossessioni culinarie, enologiche e artistiche, l’infatuazione terzomondista, i libri preferiti e i filmetti pieni di pathos… Capitolo per capitolo questo «pamphlet letterario», costruito come un racconto, o come uno psicodramma, attorno agli iperbolici personaggi della cinquantenne Luciana, del compagno Glauco, della figlia Gaia e dei loro esilaranti compagni – Augusta, Lalla, Similaun, Froidiana… – seziona con crudele divertimento i loro moralismi in ritardo e i loro inspiegabili lassismi, i loro cliché e le loro velleitarie aspirazioni: le loro inutili contorsioni da pseudo-intellighenzia che si vorrebbe radicale e si rivela invece profondamente moderata, si vorrebbe vicina ai «nuovi proletari» ed è inconsapevole del proprio esclusivo privilegio. Ribaltando ogni luogo comune intorno a questi radical chic delle terrazze metropolitane, disegnandone un ritratto irresistibile e spietato che echeggia Gadda e Arbasino, Daniela Ranieri, la più raffinata e corrosiva fra i nuovi scrittori italiani, pianta una pietra miliare sul sentiero della satira letteraria, rinnovando il nobile e antico genere per i nostri anni inquieti, zeppi di cattiva coscienza e di deliranti superfluità.

 

“AristoDem” di Daniela Ranieri. Dal 30 maggio in libreria. Ponte alle Grazie editore.

 

 

Se il potere connesso all’eros e all’amore è di essere un’esperienza irriducibilmente individuale, sempre irripetibile e quindi a suo modo anarchica, in questo testo Byung-Chul Han svela il lato in ombra di tale esperienza: la manipolazione politico-economica dell’amore. Da Platone al neoliberalismo, il controllo delle passioni e delle pulsioni è uno strumento essenziale con cui il potere “addomestica”, manipola e addormenta la loro forza dirompente e liberatoria, che turba ogni ordine e modello. Ma, secondo Byung-Chul Han, nella contemporaneità trasparente, orizzontale, assediata dalla serialità e dall’iperproduzione, si assiste a una radicale perdita di profondità, alterità e forza di “resistenza” dell’esperienza erotica: anche in questo campo, l’individuo è ridotto a soggetto-macchina di “prestazione”, catturato nella passività e nell’eccesso dell’uguale.

 

“Eros in agonia” di Byung-Chul Han. Dal 30 maggio in libreria. Nottetempo editore.

 

 

 

Gialli, thriller e noir

 

Teddy Clock ha solo 14 anni, ma è già sopravvissuto a due massacri. Due anni fa è stata sterminata la sua famiglia d’origine e ora una mano omicida gli ha portato via anche i genitori adottivi. In evidente stato di shock, il ragazzino viene affidato a una struttura protetta, una sorta di college per il recupero dei giovani che hanno vissuto situazioni drammatiche. E qui giunge anche Jane Rizzoli, per cercare di fare chiarezza in quello che forse non è un semplice accanirsi beffardo del destino, ma un preciso ed efferatissimo piano di un sadico assassino…

 

“L’ultima vittima” di Tess Gerritsen. Dal 30 maggio in libreria. Longanesi editore.

 

 

È la paura che gli dà la forza di correre. Il piccolo John Cameron non sente né la fame né il freddo e nemmeno si accorge di avere le braccia coperte di sangue. John sa soltanto che deve attraversare il bosco, nel buio. Solo così potrà chiedere aiuto per il suo amico James Sinclair. Solo così potrà salvare quello che rimane della sua innocenza… Seattle, oggi. Gli occhi bendati, le mani legate e una croce sulla fronte tracciata col sangue: è in questa macabra posa che il detective Alice Madison trova i cadaveri di James Sinclair e della sua famiglia, trucidati nella loro casa. Dalle prove rinvenute, sembra che il colpevole sia John Cameron, un criminale sospettato di numerosi altri delitti. Ma per Madison i conti non tornano: perché John Cameron avrebbe ucciso il suo amico d’infanzia? Perché avrebbe dovuto odiare proprio la persona con cui aveva condiviso un’esperienza devastante? C’è qualcosa di oscuro dietro quegli omicidi, qualcosa che affonda le radici nel buio di quella notte di venticinque anni prima, quando la polizia aveva salvato i due ragazzini, non riuscendo però ad arrestare i rapitori. E, per scoprire la verità, Madison dovrà entrare in sintonia con l’assassino, e accettare che, quando si volge lo sguardo verso un abisso di tenebra, anche la tenebra guarda dentro di noi. Non c’è luce senza il buio: lo sa bene Alice Madison, la protagonista di questo straordinario romanzo d’esordio che, in un implacabile susseguirsi di sorprese e colpi di scena, ci conduce nei meandri più nascosti dell’animo umano. Madison è sopravvissuta a un’adolescenza segnata dal dolore ma, per fermare un assassino gelido come le nostre paure più profonde, sarà costretta a scendere di nuovo nel cuore dell’oscurità. E noi con lei. Perché bisogna «vedere» il buio per arrivare a riconoscere la luce.

 

“Il dono del buio” di V.M Giambanco. Dal 30 maggio in libreria. Nord editore.

 

 

Venezia, 1776. La galea Erodiade salpa diretta all’isola di Patmos dove si suppone si trovi la testa di Giovanni Battista, secondo alcuni la reliquia che permetterebbe di parlare con Dio. Due secoli dopo, a Napoli, Francesco Maffei, cardinale molto vicino a Giovanni Paolo I, dà incarico all’ex ispettore Manuel Prado di ritrovare la testa del Battista, avvistata in casa di un collezionista di reliquie e poi scomparsa dopo il suo omicidio. La ricerca si svolgerà durante i trentatré giorni di pontificato di Albino Luciani. La caccia alla reliquia sarà intralciata da uomini di potere e assassini, ma il vero ostacolo, impalpabile e onnipotente, proviene dall’alto e potrà essere superato solo con la fede.

 

“L’anima nera di Nostro Signore” di di Ugo Ciaccio. Dal 30 maggio in libreria. Bietti editore.

 

 

Sinistre presenze è un’antologia di racconti horror di autori italiani che fa il paio con la precedente Ambigue utopie pubblicata da Bietti nel 2010. Se Ambigue utopie apparteneva al genere fantascientifico, in particolare per gli aspetti rientranti nei sottogeneri dell’utopia e dell’ucronia, Sinistre presenze si muove decisamente nell’ambito del genere orrorifico, nelle sua varie sfaccettature che vanno dal noir metropolitano al dark fantasy, dal gotico più tradizionale al weird fino allo splatter. Ma caratteristica essenziale delle due antologie è l’impegno presente in tutti i racconti. In Ambigue utopie questo impegno era di tipo politico, con precisi riferimenti alla realtà dei nostri tempi e in particolare alla situazione italiana, Sinistre presenze ha invece uno sostrato più di tipo sociologico (anche “politico” in senso lato). Si troveranno quindi racconti che affrontano problemi quali le vittime di incidenti stradali, il dramma dei migranti abbandonati in mare, le guerre nei Balcani, i cani lasciati in autostrada, le infermiere della “dolce morte”, gli ultras violenti delle squadre di calcio, le sparizioni e i misteri dell’America Latina, eccetera. Tutto questo senza dimenticare che si tratta sempre di racconti horror, quindi storie piene di tensione, di mistero, di angoscia. Storie insomma che mettono i brividi. L’obiettivo dei curatori era di dimostrare che la narrativa horror, oltre che piacevole e catartica lettura possa essere veicolo di istanze sociali, e pensano di esserci riusciti.

 

“Sinistre presenze. 17 racconti horror impegnati” a cura di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo. Dal 30 maggio in libreria. Bietti editore.

 

 

 

Varia

 

Scritto nel 1953, Plexus è la seconda parte del trittico La Crocifissione rosea, un’opera scritta da Miller negli anni che vanno dal 1949 al 1960. In questo libro autobiografico Miller racconta gli anni del suo soggiorno newyorkese e dell’incontro con la sua seconda futura moglie (nel romanzo tratteggiata con il nome di Mona). Tema costante è la vocazione artistica del giovane scrittore, che da Mona viene incoraggiato con forza a scrivere, inducendolo a rifiutare ogni impiego fisso. Al mantenimento di entrambi avrebbe pensato lei, e non sempre con metodi ortodossi. Plexus è un romanzo dove il sesso torna utile per contestualizzare anche riflessioni filosofiche e psicologiche, in cui Miller critica con durezza il modello di vita americano: una vera e propria pietra dello scandalo messa al bando per quindici anni negli Stati Uniti.

 

“Plexus” di Henry Miller. Dal 29 maggio in libreria. Feltrinelli editore.

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