Novità in uscita dal 21 Settembre al 27 Settembre

ROMANZIlo

London in love è un romanzo a due voci. Lei è Lisa: trent’anni (o poco più), un fidanzato storico che l’ha appena lasciata e una gran voglia di ricominciare. E forse è possibile: trasferirsi a Londra, per un anno, a casa di un’amica. E poi chissà…Lui è Michele: trent’anni (o poco più), una fidanzata storica che sta per sposare, una vita da broker e una gran voglia di stabilità. Il suo sogno: lasciare Londra, dove lavora, e rientrare in Italia. E poi chissà… Le strade di Lisa e di Michele s’incrociano brevemente sul volo Milano-Londra (vicini di posto, si detestano all’istante), per dividersi, con grande sollievo di entrambi, a Heathrow. Ma il destino li farà incontrare di nuovo, a Notting Hill, tra gli scaffali di God Save the Heels, la boutique di scarpe vintage, stilosissime e griffatissime, dove Lisa lavora.Sullo sfondo di una Londra travolgentemente romantica, animata da personaggi indimenticabili ‒ da Palmer, l’eccentrico vicino di casa gay, a Marta, la fidanzata di Michele, perfettina e isterica, a Lady J, la celeb icona di stile, che mette all’asta la sua preziosissima collezione di scarpe ‒, Lisa e Michele si troveranno coinvolti in un inebriante girotondo in cui sarà molto difficile non cadere (dall’alto di un tacco 12) nelle braccia dell’amore.

“London in love” di Melinda Miller, Tre60.

ilcuoreDavy Rothbart cerca l’amore in tutti i posti sbagliati. Di continuo. In pratica si innamora perdutamente di ogni bella ragazza che incontra, ma è raro che sia ricambiato. Spesso e volentieri salta in macchina e sfreccia per mezza America con il cuore in mano e immancabilmente se ne viene fuori con idee e imprese stravaganti, che alla fine riesce sempre a realizzare. Be’, quasi sempre. Ma anche quando le cose non vanno come dovrebbero, Rothbart trova un senso e un motivo d’ironia in ogni situazione.
Che affronti un imbroglione deciso a spillar soldi ad aspiranti scrittori o dissezioni un caso di omicidio per cui è finito in carcere un amico potenzialmente innocente o che si risvegli nudo in un parco di New York, niente (e nessuno) è off limits.

“Il cuore è idiota” di Davy Rothbart, Baldini & Castoldi.

Condominio-Oltremare-solo-fronte-HDCondominio Oltremare è un palazzo di otto piani, disabitato, nel cuore di uno dei non luoghi per eccellenza: la Romagna d’inverno. Dall’ultimo piano, occultato dal silenzio di gennaio, il protagonista ripercorre a ritroso l’esistenza della sua famiglia e dei condomini dell’estate. Così, di assenza in assenza e di vacanza in vacanza il protagonista ricostruisce la sua vita a ritroso in un ritratto corale: dall’epopea degli “uomini delle berline nere”, ai costruttori del petrolchimico di Ravenna e di alcune località balneari fino a Michele Sindona e alla famiglia Mader, tra le vittime della Strage di Bologna. Così il silenzio delle assenze si mescola col chiasso canicolare dei ricordi estivi. Una narrazione per immagini con la scrittura di Giorgio Falco e le fotografie di Sabrina Ragucci (già esposte alla Biennale di Venezia nel 2011) – un connubio espressivo nato nel corso degli anni proprio in quei luoghi, e che trova nella forma libro la sua forza narrativa: le immagini sono un innesco del testo e viceversa.
“Condominio oltremare” di Giorgio Falco e Sabrina Ragucci, L’orma Editore.

Cover-Gli-amici-di-Bernhard-solo-fronte-HDGli amici di Bernhard è il primo romanzo di Annemarie Schwarzenbach, pubblicato nel 1931. Scritto a soli ventitré anni, fortemente autobiografico, il romanzo narra le vicende di un gruppo di giovani nell’Europa degli anni Venti, accomunati da un’inquietudine emotiva che è anche l’inquietudine acerba del secolo quasi loro coetaneo. Bernhard, fragile e splendido oggetto del desiderio, studia musica e vive in una città senza stimoli, circondato da amici che sognano di evadere: sensibili e passionali, delicatamente in equilibrio tra mondo reale e passioni individuali, crescono tra amori, amicizie, dipendenze, e travolgenti quanto improvvise fughe in auto tra Zurigo, Berlino, Parigi, Lugano, Firenze. Un romanzo che, pur nella sua fragile identità di esordio, corre via veloce come le vite che non riconoscono la tirannia del tempo. Un ritratto delicato e sensuale della “generazione perduta” dei ruggenti anni Venti.
“Gli amici di Bernhard” di Annemarie Schwarzenbach, L’orma Editore.

melis_300X__exactNella Sardegna dura e ostile dell’entroterra, Ilde Zedda è considerata un’istranza, una straniera. Ha capelli biondi e pelle delicata e non viene riconosciuta dai compaesani. La trattano tutti con diffidenza punitiva, anche per colpa dell’epilessia. Ogni sua crisi è accolta come il segnale di una possessione demoniaca. Ilde è prigioniera di un marito violento, ed è innamorata di un bandito fuggiasco. Sarà questa attrazione arrischiata a far nascere in lei un sotterraneo desiderio di emancipazione, che fiorirà nella semplice voglia di libertà e nella consapevolezza del proprio diritto al sogno e alla limpidezza. La scrittura di Anna Melis è densa di immagini insolite e efficaci, funzionali alla narrazione e alla immedesimazione del lettore in un’atmosfera lontana dal tempo, persuasiva. La mortificazione della donna, l’isolamento della creatura diversa, il terrore della malattia: l’accerchiamento dell’istranza da parte dei suoi persecutori è implacabile. Implacabile la forza della letteratura nel pronunciare la condanna definitiva.

“L’ultimo fiore dell’anima” di Anna Melis, Frassinelli.

9788861101098Roberto Arlt, Acqueforti di Buenos AiresScritte nel 1933 le Acqueforti di Buenos Aires raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l’attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l’arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro.
Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo “sguardo dell’outsider”; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l’essenza più vera. Sofferenze, ottimismo, ricchezza e povertà, i profondi mutamenti dell’inizio del secolo, echi della cultura europea. La “vita dello spirito” di una popolazione cittadina che sente il terreno franare sotto i piedi e si aggrappa a una spensierata serietà che talvolta rischia di rendere la vita meno luminosa di come potrebbe essere, ma ancor più interessante da raccontare, perché quello che conta per lo scrittore è «stare nell’anima di tutti, assieme a tutti. Da qui la grande allegria: sapere di non essere solo».
“Acqueforti di Buenos Aires” di Roberto Arlt, Del Vecchio Editore.

BIOGRAFIE

2544-SOVRA.inddIn un’umida notte autunnale, due uomini salgono sul tetto di una casa di Hammamet. Uno è Craxi. L’altro si chiama Umberto. Ha due tatuaggi sul corpo: i cinque punti della malavita sul polso destro e la lettera U appena sopra il pene. È nato in un tugurio alla periferia di Roma. La sera in cui Pasolini viene ammazzato, Umberto c’è. Cresce con la voglia di farsi strada, una voglia che da quelle parti confina con la malavita, dai furtarelli alle rapine, ai traffici di grosso calibro, sempre se riesci a entrarci senza farti ammazzare, perché gira gente che metterà in piedi la Banda della Magliana, come De Pedis e Abbatino. Pezzi grossi. Anche suo zio, però, è un pezzo grosso, comanda la banda della lancia termica che svaligia banche in mezz’Europa, lo chiamano Er Bolero.
Ma questo succedeva parecchi anni fa. Prima che accadessero tante altre cose. Prima – ma a volte anche durante – che Umberto diventasse il fotografo di Bettino Craxi, il segretario del partito socialista, il faro della politica italiana. Di più, la sua ombra. L’arma adesso è una Leica, una macchina fotografica pura. Gliel’ha regalata un gangster del clan dei marsigliesi. Da lì in poi, ci sono venticinque anni da raccontare. Perché in quegli anni è successo tutto. Pertini e Berlinguer. Frank Sinatra e John Gotti. Reagan e Lady Diana. E poi De Michelis, Martelli, Ripa di Meana – per gli intimi Orgasmo da Rotterdam. Il divo Andreotti. L’orgia del potere. Miss Italia. Stelle e stelline. Feste e festini.
Attrici, cantanti, artisti, in ascesa e trombati, tutti travolti da improvvisa passione politica. Fino a quando un mariuolo non finisce nel sacco, e la piramide si crepa, e poi crolla.
È successo tutto questo, e anche molto di più.
“Bolero” di Carmelo Abbate, Edizioni Piemme.

Trafford_La signora dei fiumi d'estateCMYK.inddAlice è appena morta, lasciandosi dietro un’esistenza faticosa, segnata dalla malattia, dall’alcolismo e da un matrimonio infelice. Eppure i suoi bellissimi occhi azzurri non hanno mai perso una luce speciale. Il funerale ha riunito la famiglia, ma Tyler, il figlio minore, quello più amato, si sente un estraneo tra i fratelli che si spartiscono le posate d’argento e i pochi ninnoli. A lui, la madre ha lasciato un’eredità ben più preziosa: la “Vera Cosa Bella” della sua vita, una vecchia scatola di zuppe Campbell’s, dove per quarant’anni ha conservato gelosamente un album consunto e un pacchetto di lettere d’amore. Ricordi di un altro tempo, il 1941, quando Alice era la debuttante più incantevole di Montreal e incontrò Jens, un giovane pilota norvegese, scampato all’invasione nazista e arrivato in Canada per completare l’addestramento. Prima di tornare a combattere in Europa, le giurò che nulla gli avrebbe impedito di tornare da lei e le chiese di aspettarlo. E quando venne catturato dai tedeschi, pur di mantenere fede a quella promessa, prese parte alla “Grande fuga”, la stessa portata al cinema da Steve McQueen, che fu l’evasione più coraggiosa e drammatica mai tentata in un campo nazista: settantasei uomini coinvolti, cinquanta fucilati e solo tre che riuscirono a fuggire…
Seguendo la traccia delle lettere tra il Canada e la Norvegia, Tyler Trafford ha ricostruito la storia struggente di questo amore puro e ostinato, che non ha ascoltato le ragioni della convenienza e della guerra, e ha riportato alla luce un’altra epoca, fatta di bollettini militari e feste da ballo, di divise e spericolate gare sugli sci, quando la vita era breve, e per questo ancora più intensa e carica di promesse.

“La signora dei fiumi d’estate” di Tyler Trafford, Sperling & Kupfer.

NARRATIVA

leopardiIl congiuntivo è morto, il punto e virgola è morto e anche l’italiano – vorrebbero farci credere – non si sente tanto bene. Continuano a ripeterci che la nostra lingua si sta corrompendo, contaminata dall’inglese e minacciata da Internet e dai messaggini. Ma siamo sicuri che le cose stiano davvero così? Siamo sicuri che l’italiano virtuale sia quello di Facebook e Twitter e non quello scolastico-burocratico che ci spinge a dire “recarsi”, “presso”, “effettuare”; “dimenticare” e non “scordare”, “prendere” e non “pigliare”, “egli” e non “lui”; mai e poi mai “ma però”? Con grande ironia e intelligenza, Giuseppe Antonelli decide di sfidare i luoghi comuni del conservatorismo e del perbenismo linguistico. Affrontandoli uno dopo l’altro, fa a pezzi gli ingiustificati pregiudizi che troppo spesso si tramandano riguardo alla nostra lingua. E lo fa con argomentazioni brillanti e irresistibilmente divertenti, puntando sui giochi di parole (“Quando c’era egli”, “Una gita sul pò”, “Non ci sono più le mezze interpunzioni”) e su un ricco campionario di esempi e di aneddoti che coinvolgono i nomi più grandi della letteratura italiana: da Leopardi a Manzoni, da Gadda a Manganelli. E non si limita a polemizzare con la paura dei neologismi o a dimostrare che si possono usare anche formule come “a me mi”, ma addirittura si spinge fino alla (parziale) riabilitazione delle parolacce e delle vituperatissime abbreviazioni che si usano negli sms e nelle chat. Perché la lingua è un organismo vivo e, con l’intenzione di proteggerla da ogni innovazione, si finirebbe per metterla in gabbia e farla morire triste e deperita come certe bestie feroci e meravigliose costrette alla cattività. Se si ama la propria lingua, ci dice Antonelli, non c’è peggior delitto di volerla seppellire viva. Di imbalsamarla con norme e precetti considerati astrattamente eterni. Di ibernarla in nome di una mai esistita èra glaciale della perfezione.

“Comunque anche Leopardi diceva parolacce” di Giuseppe Antonelli, Libellule.

diavolooSua Eminenza Reverendissima il cardinale Taddeo Reda di Giugliano, consigliere diplomatico della Santa Sede, è uno splendido principe di Santa Romana Chiesa. Uno di quelli fatti come una volta: molto nobile, molto capriccioso, molto snob, molto napoletano. E assolutamente al suo livello di uomo di gran mondo è il diavolo che si presenta a proporgli un patto davvero bizzarro. Dodici milioni di dollari da versare a chi egli voglia, purché venga definitivamente rovesciato dagli altari un santo del quale, peraltro, nessuno sa più niente. Si tratta del monaco Bahira, un eremita del deserto che per primo riconobbe il segno della profezia in un giovane garzone di nome Maometto.
Un thriller teologico, un sabba irriverente, scatenato, esilarante, avanti e indietro nello spazio e nel tempo, dai grattacieli di New York alle capanne di santi eremiti strette d’assedio dai diavoli, tra imam e asceti, cardinali e califfi, tentatori e tentati.

“L’ultima del diavolo” di Pietrangelo Buttafuoco, Oscar Contemporanea.

SAGGI

i vangeliNoi moderni lettori dei Vangeli siamo immensamente rozzi e limitati, se ci paragoniamo a un sacerdote ebreo o a un fedele cristiano del primo secolo. Cogliamo soltanto una minuscola parte dell’infinita ricchezza di citazioni e allusioni, rinvii interni ed esterni e sensi segreti con cui veniva composto un Vangelo. Leggere un testo è un’arte che abbiamo quasi dimenticato. Con infinita pazienza e umiltà, Pietro Citati ripercorre il cammino fatto da quei primi lettori: ricostruisce la trama di rimandi e riferimenti nascosti, legge gli indizi, ricompone gli intarsi, mostrandoci come la storia, gli eventi della vita di Gesù si sono compiuti con simboli immaginati molti secoli prima. Tutto il racconto evangelico – dal misterioso tema della nascita verginale di Gesù fino alle parole finali sulla croce: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» – è fittamente intrecciato con il testo dell’Antico Testamento, con le leggende ebraiche che formano una specie di fondale, di eco e di conferma alle verità della nuova fede. Al di là del ricchissimo tessuto della tradizione, però, Citati cerca con tutte le sue forze di cogliere la novità, il respiro profondo della rivelazione cristiana. La modestia, il candore, la dolcezza di Maria non trovano riscontro nei testi antichi. E nemmeno la misteriosa immagine del «bambino nella mangiatoia», uno dei segni fondamentali in cui si riconoscevano i nuovi fedeli. Nessuno prima di Gesù e dei suoi discepoli ha amato con tanta intensità i poveri, gli ultimi, gli estremi, che vivono sotto e oltre il limite del nostro mondo. Nessuno prima di loro ha detto che i bambini, disprezzati dal mondo antico, nella loro incompletezza e debolezza tengono aperte le strade dell’amore paterno di Dio. La spada, la tensione, i contrasti, la violenza che Gesù porta nel mondo non hanno nulla a che vedere con la religione dei farisei. Nuova è l’idea che per la salvezza dell’uomo non vi è richiesta, domanda, esigenza, requisito, se non la fede: di qui nasce il profumo della vita eterna. Citati sembra conoscere e condividere tutte le inquietudini e i dubbi che tormentavano le prime comunità cristiane. È turbato dal mistero, dalla contraddizione e dal paradosso che sono alla base del cristianesimo, questa religione che ama la leggerezza e la grazia ma culmina in modo terribile nello scandalo della croce. Però sa anche che, come accade nel Vangelo di Giovanni, ogni incertezza, ogni dubbio si può capovolgere in un glorioso trionfo. Sa che l’ultima parola, nel cristianesimo, resta futura.
“I vangeli” di Pietro Citati, Mondadori.

correreMark Rowlands ha corso e si è allenato per gran parte della sua vita: per lui, filosofia e corsa sono strettamente legate. Alla soglia dei cinquant’anni, alle prese con una crisi di mezz’età e con una maratona imminente per cui non si è praticamente allenato, Rowlands si trova a ripensare alle sue corse più memorabili in compagnia del suo inseparabile «branco»: il lupo Brenin, i cani Hugo e Nina, il cucciolo di cane lupo Tess. Dall’infanzia nelle campagne del Galles alle corse lungo le spiagge francesi fino alle colline irlandesi e alle foreste della Florida, Rowlands ha imparato che correre non deve necessariamente servire a qualcosa ma è un’attività che ha valore per se stessa e che ci permette di capire quali sono le cose che danno senso all’esistenza, nonché una fonte inesauribile di idee filosofiche e spunti di riflessione. Ironico e appassionato, Rowlands intreccia ai suoi ricordi le meditazioni che la corsa gli ha ispirato sull’esistenza, l’invecchiamento e la morte: con l’aiuto di Sartre ci farà capire perché correre lo fa sentire libero; perché la corsa è gioco, e quindi l’antitesi della feroce etica del lavoro americana; e in che senso incarna ciò che Platone chiamava la forma del bene, la cosa più preziosa. E, soprattutto, ci racconta perché farlo a ritmo del suo branco lo ha avvicinato ogni volta alla purezza e all’essenza della natura selvaggia, permettendogli di dimenticare, anche solo per un momento, gli obblighi e le sovrastrutture del quotidiano, per riscoprire il valore profondo dell’esistenza: un senso di libertà e pienezza che, ci ricorda, è dentro di noi da sempre, ma che la vita da adulti ci ha fatto dimenticare. «Correre è uno spazio in cui posso ricordare. Non i pensieri altrui, bensì ciò che molto tempo fa sapevo, ma sono stato costretto a dimenticare via via che crescevo e diventavo una persona. Sapevo, anche se non me ne rendevo conto; e in questo ero identico a tutti gli altri. Correre è un luogo del rimemorare. Ed è in questo luogo che ritroviamo il significato della corsa.»
“Correre con il branco” di Mark Rowlands, Mondadori.

loro miVivere con una taglia sulla testa, troncando ogni legame, in fuga perenne dal proprio passato. Perché trascorrono i decenni, «ma la ‘ndrangheta non ti dimentica». Con questo pensiero vive ogni giorno Maria Stefanelli, dal 1998 testimone di giustizia contro l’organizzazione criminale dentro cui è nata e cresciuta. Parente di narcotrafficanti e sequestratori di persona insediati in Liguria, nella speranza di scampare alle insostenibili vessazioni di una famiglia arcaica e oppressiva finisce per sposare, in un matrimonio d’affari combinato dai fratelli, un boss di rango di una cosca mafiosa attiva tra il Piemonte e la Calabria. Da lì ha inizio il suo incubo: una vita al servizio degli affari criminali del marito, fra il traffico di droga e armi e la ricerca di espedienti per evitare il carcere, da cui l’uomo riesce rocambolescamente a fuggire con il suo aiuto, dopo un ricovero in un ospedale psichiatrico ottenuto grazie a false perizie mediche. Nel 1996 tra la sua famiglia d’origine e quella di acquisizione scoppia una faida: è il marito il primo a essere freddato, l’anno successivo la vendetta arriva feroce contro il fratello, l’odiato zio e un loro complice. Pochi mesi dopo è un altro uomo a crollare sotto i colpi di pistola. Sangue che scorre alle porte di Torino, in un Piemonte pesantemente infiltrato, dove le ‘ndrine non fanno solo affari, ma replicano la loro matrice violenta, e non esitano a uccidere quando c’è bisogno. La spirale di brutalità – di cui sarebbe vittima predestinata anche sua figlia, che Maria vuole sottrarre a un destino di sottomissione comune alle donne di ‘ndrangheta – e la paura di morire per una follia che sembra inarrestabile, la convincono a compiere il passo più difficile: denunciare quello che sa agli investigatori e iniziare il percorso della collaborazione con la giustizia. Da un giorno all’altro viene prelevata dagli agenti del nucleo operativo di protezione e portata in una località segreta, dove, sola con la sua bambina, inizierà una nuova vita sotto falso nome. Il suo è un tradimento imperdonabile agli occhi della mafia, un’onta da punire con la vendetta: per i suoi famigliari diventa un’infame, per quelli del marito è un bersaglio da eliminare. Invitata a ritrattare dalla madre, timorosa di diventare insieme agli altri figli oggetto di un regolamento di conti, Maria resta ferma nel suo proposito di far emergere la verità. Ancora oggi, richiamata a deporre nel maxiprocesso in corso a Torino, porta la sua testimonianza contro le persone con cui ha condiviso gli anni più bui della sua esistenza. Una scelta coraggiosa, perché l’ombra della ritorsione oscurerà per sempre ogni sua giornata: non basteranno a darle serenità la nuova città e il nome di copertura previsti dal programma di protezione per lei e la figlia, travolta fin dalla nascita dai trascorsi devastanti della madre. Proprio alla figlia, che come lei ha pagato il prezzo di nascere in una famiglia criminale e ha subito le restrizioni di una vita da fuggiasca, decide oggi di raccontare senza reticenze la cruda verità sul loro passato. Con un memoir unico per forza e crudezza, Maria Stefanelli offre un contributo inedito di conoscenza delle logiche della ‘ndrangheta e sprona alla ribellione le donne che le appartengono.
“Loro mi cercano ancora” di Maria Stefanelli, Mondadori.

dura solo un att«Ho giocato a calcio per quarant’anni, di cui undici di fila, senza riposarmi mai, nemmeno per una domenica, nemmeno con la febbre e con gli acciacchi. Quarant’anni trascorsi con la faccia affondata nell’erba, o nel fango, o sulle righe di gesso dell’area di rigore, con gente pronta a staccarti la testa pur di arrivare un secondo prima di te su una palla. Qualche volta ho perso, più spesso ho vinto, ma questo non è così importante. Mi hanno chiamato mito, monumento, leggenda. Le mie mani sono finite in un francobollo commemorativo firmato da Guttuso. Ho giocato a scopone con Sandro Pertini, scherzato con Karol Wojtyla, viaggiato con Gheddafi, mi sono confidato con Gianni Agnelli. Ho conosciuto ladri, poeti, eroi, capi di stato, bancarottieri, alcolisti. E oggi, dopo tutto questo, posso dire che aveva ragione nonna Adelaide, friulana dura come il mogano ma dolcissima: “È passato Napoleone che aveva gli speroni d’oro agli stivali, figurati se non passa anche il resto”. Tutto cominciò proprio con lei, a pensarci bene. In un pomeriggio qualunque di sessant’anni fa, a Mariano. Collezionavo foto sbiadite di portieri, strappate dai pochi giornali che arrivavano in paese, e sognavo di diventarlo anch’io. Ma ero mingherlino, crescevo poco, e per questo mi faceva mangiare uova ogni giorno. Poi quel pomeriggio si mise a giocare con me: tirava le prugne in aria e io dovevo prenderle al volo. Era un gioco per modo di dire: nelle case dei contadini, il cibo non si spreca, mai. Quindi, se volevo continuare a giocare con lei, dovevo prenderle tutte. Iniziò così. E arrivò tutto il resto. Il pallone vero, l’Udinese, il Mantova, il Napoli, la Juventus. I momenti belli e i momenti brutti. I campioni visti da vicino, gente geniale, dal talento divino, Sivori, Pelé, Altafini. E poi ancora la panchina da allenatore, la Nazionale in ogni sua forma. Le coppe, i fischi, i record. Ma, soprattutto, sono arrivati gli uomini veri, quelli dritti e silenziosi come mio padre. Gaetano ed Enzo, Scirea e Bearzot, amici, fratelli, esempi. Persone devote alla cultura del lavoro, della serietà, consapevoli anche loro che tutto passa, tranne la soddisfazione e la serenità di chi ha fatto il proprio dovere, fino in fondo. È a quegli uomini e all’intelligenza dei loro silenzi che penso ancora oggi, settant’anni e cento mestieri dopo. Succede ogni giorno, all’improvviso, quando al circolo, al golf, o al parco con i miei nipoti, mi capita di sentire il profumo dell’erba. Allora non riesco a domare un brivido, una nostalgia bellissima, istintiva. E mi dico che sì, aveva ragione mia nonna, la gloria dura un attimo solo. Ma certi attimi, se li sai coltivare, possono durare una vita intera.»
“Dura solo un attimo, la gloria” di Dino Zoff, Mondadori.

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Chi vuole accostarsi a Leonardo, rischia di perdersi nel labirinto dei suoi esperimenti, delle parole scritte al contrario e degli enigmi che ha disseminato nei suoi capolavori. Da Vinci è stato pittore, scultore, inventore, ingegnere e molto altro; ma perché nel suo eclettismo non è mai riuscito a portare a termine uno solo dei suoi lavori, come nel caso della Gioconda? Perché uno scienziato della sua grandezza ha dipinto un Cenacolo così fragile? Dalla Dama con l’ermellino alla Vergine delle rocce, e attraverso la lettura dei testi scritti dall’artista, scopriremo i segreti ancora nascosti nelle opere pittoriche di Leonardo.

“Leonardo segreto” di Costantino D’Orazio, Sperling & Kupfer.

copQuesta non è la storia di un uomo che scopre quanto gli piaccia avere rapporti sessuali con bambine anche di soli cinque anni. Questa è la storia di una rete criminale che protegge e sponsorizza la pedopornografia infantile. È la storia di Jean Succar Kuri (distinto proprietario di alberghi), il capo di questa rete, che intesse relazioni con importanti uomini politici e influenti imprenditori messicani ai quali procura bambine e bambini per il loro piacere. Scrivere o leggere un libro sugli abusi sessuali infantili e sul traffico di minori non è un compito facile né un passatempo gradevole. Su questo fenomeno, tuttavia, è più pericoloso mantenere il silenzio. Con la tacita connivenza della società e dello Stato, migliaia di bambine e bambini diventano vittime di trafficanti che li trasformano in oggetti sessuali a beneficio di milioni di uomini, che dalla pedopornografia e dall’abuso sessuale sui minori traggono un godimento personale esente da interrogativi etici. Benché gli episodi raccontati dalle vittime siano profondamente dolorosi, il coraggio dei testimoni e la chiarezza degli esperti ci consentono di scorgere la luce in fondo al tunnel e approfondire le conseguenze dell’inazione di fronte alla violenza e allo sfruttamento sessuale. Questo è un libro di Lydia Cacho, la giornalista più temuta e ricercata del Messico.

“I demoni dell’Eden” di Lydia Cacho, Fandango Editore.

566-4109-7Sono le tre parole da cui prende le mosse questo viaggio alle soglie della sfera più intima dell’essere umano. Sfera indicibile, inafferrabile, eppure difficilmente negabile. Di fronte a un lutto o a un abbandono, la carne non soffre, ma qualcosa comunque “geme”; e così di fronte a una nascita, a un lieto evento, alla bellezza, qualcosa “si muove”. Nondimeno, l’anima non può essere ridotta nei confini angusti della psiche, del cervello e delle sue pulsioni. C’è ben oltre, e quest’“oltre” ci sfugge. Soprattutto in Occidente, alcuni filoni di pensiero della modernità hanno manifestato una dichiarata insofferenza nei confronti del discorso sull’anima, ritenendolo una “pericolosa inclinazione”. Alle soglie del terzo millennio, invece, pare sempre più esplicito un riorientamento, anche all’interno di correnti un tempo negazioniste. Questo nuovo sentire, quasi una “rivincita dell’anima”, ha preso forma e nome intorno a una parola – spiritualità – sulla quale converge una rinnovata attenzione e attrazione, anche fra chi si è sempre tenuto lontano dalla teologia. Questo libro non vuol essere dunque un trattato, ma una “mappa” che invita a percorrere prospettive che – a proposito di Anima, Dio, Oltre – aiutino a ritrovare un percorso intorno ad alcune domande chiave: è possibile oggi “dire l’anima”? L’anima parla con Dio o dialoga solo con se stessa? Ha senso parlare di “cura d’anime”? E cosa si può ancora teorizzare sul rapporto fra corpo e anima? Infine, cosa dire della morte, “madre di tutte le soglie” che conducono a quell’oltre misterioso? L’invito per tutti, credenti e non credenti, è a “mettersi in cammino”, perché l’aver anche solo intravisto la soglia.
“L’amore è contagioso” di Papa Francesco, Edizioni Piemme.

566-3400-6Sono le tre parole da cui prende le mosse questo viaggio alle soglie della sfera più intima dell’essere umano. Sfera indicibile, inafferrabile, eppure difficilmente negabile. Di fronte a un lutto o a un abbandono, la carne non soffre, ma qualcosa comunque “geme”; e così di fronte a una nascita, a un lieto evento, alla bellezza, qualcosa “si muove”. Nondimeno, l’anima non può essere ridotta nei confini angusti della psiche, del cervello e delle sue pulsioni. C’è ben oltre, e quest’“oltre” ci sfugge. Soprattutto in Occidente, alcuni filoni di pensiero della modernità hanno manifestato una dichiarata insofferenza nei confronti del discorso sull’anima, ritenendolo una “pericolosa inclinazione”. Alle soglie del terzo millennio, invece, pare sempre più esplicito un riorientamento, anche all’interno di correnti un tempo negazioniste. Questo nuovo sentire, quasi una “rivincita dell’anima”, ha preso forma e nome intorno a una parola – spiritualità – sulla quale converge una rinnovata attenzione e attrazione, anche fra chi si è sempre tenuto lontano dalla teologia. Questo libro non vuol essere dunque un trattato, ma una “mappa” che invita a percorrere prospettive che – a proposito di Anima, Dio, Oltre – aiutino a ritrovare un percorso intorno ad alcune domande chiave: è possibile oggi “dire l’anima”? L’anima parla con Dio o dialoga solo con se stessa? Ha senso parlare di “cura d’anime”? E cosa si può ancora teorizzare sul rapporto fra corpo e anima? Infine, cosa dire della morte, “madre di tutte le soglie” che conducono a quell’oltre misterioso? L’invito per tutti, credenti e non credenti, è a “mettersi in cammino”, perché l’aver anche solo intravisto la soglia.
“Anima” di Ermis Segatti, Edizioni Piemme.

Io-killer-mancato_Vivivano_1ed-197x300ll ragazzo sta per ammazzare un uomo. È in un vicolo di Palermo e deve vendicare suo padre. Quel ragazzo poco più che adolescente ha imparato a sopravvivere nel cuore nero della Sicilia e ora è a un bivio. IO,KILLER MANCATO è la storia di Francesco Viviano, cresciuto tra i mafiosi e diventato uno dei più importanti inviati italiani. È la storia di un ragazzo che ce l’ha fatta. Che non si arrende ai soldi facili, che non cede alla vendetta: non vuole fare come i suoi amici e diventare il braccio destro dei boss della Piana dei Colli.
Cameriere, marmista, pellicciaio, muratore, commesso. Poi la svolta, fattorino e telescriventista per l’Ansa, quindi giornalista. Prima all’Ansa, poi a “la Repubblica”. È qui che Francesco Viviano tira fuori tutto quello che ha imparato tra i vicoli di Palermo, perché lui sa come muoversi e dove trovare le notizie, sa con chi deve parlare e come farlo.
Attraverso il suo sguardo, il lettore rivive gli anni folli delle guerre di mafia, il maxiprocesso nell’aula bunker dell’Ucciardone, gli omicidi Falcone e Borsellino, le grandi confessioni dei pentiti, l’arresto di Brusca, la caccia al papello di Riina, le prime rivelazioni sulla trattativa tra mafia e Stato. Viviano vuole i nomi e sa da chi ottenerli.
IO,KILLER MANCATO è anche la storia dell’amicizia con Peppe D’Avanzo, Mario Francese e Attilio Bolzoni, di chi ha fatto giornalismo cercando insieme gli scoop o strappandoseli di mano. È il ritratto della Sicilia e delle sue contraddizioni attraverso gli occhi di uno dei suoi migliori giornalisti.
“Io, killer mancato” di Francesco Viviano, Chiarelettere.

THRILLER E GIALLI

unnamed (1)Niceville è una cittadina come tante nel Sud degli Stati Uniti, baciata dal sole e circondata da una natura meravigliosa. Niceville è il posto in cui il detective Nick Kavanaugh ha scelto di vivere per amore della moglie Kate, discendente di una delle famiglie fondatrici. E a Niceville Nick ha conosciuto il Male e scoperto che può essere molto più forte degli uomini che lo combattono. Perché il Male si nutre del male degli uomini, in un vortice efferato e senza soluzione di continuità. E adesso si è insinuato in ogni angolo della città, dando vita a episodi di violenza improvvisa e inarrestabile. Chi è, o forse meglio che cosa è, Rainey Teague, il ragazzino adottato da Nick e Kate? Possibile che sia lui il responsabile di tutto? L’unica forza in grado di contrastare il Male è Glynis Ruelle, ma come trovarla? Il Nulla sta per travolgere Niceville e forse è troppo tardi per fermarlo.

“Niceville la resa dei conti” di Carsten Stroud, Longanesi. 

Troppo tardi per la verita_Sovra.inddÈ notte fonda: un’auto lanciata a gran velocità per le strade di Brescia travolge un uomo, lasciandolo sull’asfalto senza vita, e dileguandosi. Sembrerebbe un triste caso di omicidio colposo con omissione di soccorso, come anche i testimoni oculari confermerebbero, ma il sovrintendente Armiento della Stradale non ne è convinto e decide di indagare per conto suo.
Troppi particolari fuori posto: come mai la vittima non portava documenti con sé? Perché i due testimoni spariscono il giorno dopo l’incidente? Ad avvalorare i sospetti del poliziotto spunta, inatteso, un terzo testimone che, a distanza di qualche giorno, rovescia tutte le ipotesi avanzate fino a quel momento.
Si apre così una nuova linea d’indagine, per sospetto omicidio premeditato. Competenza della Omicidi, dove il commissario Miceli, reintegrato nelle sue funzioni a fianco del commissario titolare grazia Bruni, prende in mano il caso. Ma più gli inquirenti indagano, più le acque si fanno torbide, e dal passato di vittima, testimoni e indagati emerge un pantano di tradimenti, odio, gelosie, brama di vendetta, debiti di gioco e sospetti di bancarotta.
Ancora una volta, determinante nella soluzione del mistero, sarà l’esperienza dell’ex giudice Petri, indispensabile compagno di avventure e insostituibile amico per il buon Miceli.
“Troppo tardi per la verità” di Gianni Simoni, TEA.

????????????????????????Daniel Ponce – ex poliziotto, pittore, donnaiolo impenitente e detective privato – viene chiamato fuori Barcellona per un caso particolarmente adatto a lui. Un gruppo di persone a viso coperto, tra le quali almeno due donne, ha fatto irruzione nella villa di un collezionista d’arte e rubato tre quadri di Picasso, lasciandosi dietro il primo di una serie di cadaveri.
L’incarico di Ponce consiste nel trovare i Picasso scomparsi battendo sul tempo i suoi ex colleghi della polizia e l’investigatore delle assicurazioni.
Ma l’autentico mistero è il movente del furto: è stato commissionato da un collezionista rivale, organizzato dallo stesso proprietario per truffare l’assicurazione, oppure è stato concepito esso stesso come un’opera d’arte?
“Delitti a regola d’arte” di Andreu Martín, Edizioni Cento Autori.

??????????????????????????????????????????????????????????Il cavallo di ritorno è quello che si fa alle auto nuove: te la rubano e poi ti chiedono un riscatto. Ma cosa succede se il cavallo di ritorno viene fatto con i morti e con i monumenti? Le cose si complicano quando ai furti si aggiungono una serie di omicidi che sembrano essere commessi da un serial killer. I delitti e i furti sono collegati? Per il commissario Peppenella, tifoso juventino in una Napoli cruda e surreale allo stesso tempo, è un bel rompicapo. Le indagini lo porteranno ad un’amara verità e a vivere un dramma personale che sembra senza via d’uscita.
“Il cavallo di ritorno” di Peppe Lanzetta, Edizioni Cento Autori.

dannati-glenn-cooper-coverLo chiamano Oltre. Alcuni sono appena arrivati in quel mondo così simile al nostro eppure così diverso. Altri invece sono lì da secoli e sono ormai indifferenti alla perenne coltre di nubi che nasconde il sole e all’atmosfera cupa che li circonda. Ma ognuno di loro condivide lo stesso destino: dopo essere morti, sono stati condannati per l’eternità. Sia che abbiano scritto a caratteri di fuoco il loro nome nel grande libro della Storia – tiranni sanguinari, sovrani spietati, criminali di guerra – sia che nel corso della loro oscura esistenza si siano macchiati di colpe incancellabili, adesso sono tutti relegati in quel luogo maledetto. Tutti, tranne John Camp. Lui è «vivo», ed è lì per sua scelta. Perché ha giurato di salvare la donna che ama. Durante un audace esperimento di fisica delle particelle, la dottoressa Emily Loughty è scomparsa nel nulla e, quando si è deciso di ripetere il procedimento per capire cosa fosse successo, John si è posizionato nel punto esatto in cui lei era sparita e… in un attimo è stato catapultato all’Inferno. E ora deve affrontare un mondo sconosciuto e ostile per ritrovare Emily e riportarla indietro. Ma il tempo a sua disposizione è poco, e tutti e due rischiano di rimanere per sempre prigionieri nella terra dei Dannati…

“Dannati” di Glenn Cooper, Casa Editrice Nord.

La notte ritorna_2_300X__exactLaurie Moran è una produttrice televisiva di successo e ha appena ricevuto il via libera per un nuovo programma dedicato a vecchi crimini rimasti irrisolti. Proprio come l’omicidio di suo marito, barbaramente ucciso cinque anni prima sotto lo sguardo innocente del figlio. Un efferato delitto per il quale Laurie non riesce a darsi pace sapendo il colpevole ancora a piede libero. Il primo caso ad andare in onda riguarda però l’omicidio di una ricca signora assassinata la notte in cui la figlia liceale e le sue tre migliori amiche stavano festeggiando il diploma. Ora cresciute, le quattro donne sono state riunite per ricostruire quelle terribili ore…

“La notte ritorna” di Mary Higgins Clark, Sperling & Kupfer.

 

VARIA

Copertina POMPEI - Toni Alfano - Neo EdizioniUn racconto visivo potente, un romanzo di formazione che si snoda in 5 capitoli e conduce il lettore lungo un viaggio rivelatore: quello che siamo stati, quello che siamo, quello che potremmo essere. Una città riconsegnata alla modernità nell’istantanea della propria distruzione, diventa metafora per questo romanzo grafico dal sapore sferzante, intimo e poetico. Un libro che lascerà il segno. Un viatico per ritrovarsi.
“Pompei” di Toni Alfano, NEO. Edizioni.

Odile Anticancro_1_300X__exactOdile ha trentadue anni, una famiglia e un lavoro stabile come medico quando scopre di avere un tumore alle ovaie. Decide di non arrendersi e, oltre a seguire i trattamenti convenzionali, inizia a raccogliere tutti gli studi più recenti sul cancro e scopre che si può fare molto per combatterlo. Mette a punto un piano d’attacco: dieta, gestione delle emozioni, terapie naturali. La sua ricetta funziona e il suo corpo riesce a sconfiggere le metastasi e a guarire. In questo libro Odile racconta la sua esperienza, dal punto di vista di medico e di paziente, e spiega tutto ciò che possiamo fare per prevenire e curare il tumore. Una vera bibbia anticancro diventata bestseller.

“La mia ricetta anticancro” di Odile Fernández Martínez, Sperling & Kupfer.

potere_1_300X__exactCosa fare per trasformare le cose che non ci piacciono? Come cambiare per essere felici? Non esiste una risposta giusta o una sbagliata. Esiste solo la domanda giusta. Questo libro, delizioso per la veste grafica, ha il potere di rivelarci che cosa è meglio per noi. Nella coppia, in famiglia, nel lavoro, nelle relazioni interpersonali. Una serie di domande-chiave che dissipando le insicurezze e sbloccando schemi mentali di cui non siamo consapevoli, stimolano la conoscenza di noi stessi e mettono a fuoco i nostri reali desideri, fino a farci scoprire quali scelte ci porteranno alla felicità.

“Il potere delle domande” di Lucia Giovannini, Sperling & Kupfer.

iiVi sono troppe contraddizioni – linguistiche, psicologiche, etiche – dell’idea che in Occidente si ha dell’«amore», troppi significati si accumulano e si confondono in questa parola: come se, nel corso dei secoli, una serie di paure avessero impedito di fare chiarezza, di dire la verità sulle dinamiche di questo sentimento che tutti hanno sperimentato. Sibaldi mette in luce la più profonda di queste paure: quella dell’Eros – che un tempo era il nome di un Dio, e indicava non soltanto una inesauribile energia sensuale ma anche e soprattutto la straordinaria vastità della mente, il suo fiducioso impulso alla libertà e alla conoscenza, che da adulti siamo abituati a reprimere e a falsare.
Dal timore di far agire l’amore-Eros nella nostra vita quotidiana derivano i nostri traumi più dolorosi; e la riscoperta dell’eros antico può dissolverli.
“Eros e amore” di Igor Sibaldi, Frassinelli.

dopo di te“Mentre mia madre moriva, io piano piano perdevo, insieme a lei, anche le braccia e le mani che mi sostenevano e mi accompagnavano ovunque.” La morte di un genitore segna per tutti un momento di passaggio e lascia un senso di vuoto. A maggior ragione nel caso di Simona Atzori, ballerina e pittrice nata senza le braccia. Con Cosa ti manca per essere felice? Simona ha dato emozioni e coraggio a moltissimi lettori, che hanno amato il suo libro e partecipato in massa ai suoi incontri pubblici. “Mamma Tonina” era una grande protagonista di quelle pagine, asse portante e motore di questa vita straordinaria. Dalla sua malattia e dal dolore della sua scomparsa, Simona ha saputo trarre una forza inattesa per andare avanti: “Il mio compito era capire che un altro modo sarebbe stato possibile, e dimostrarglielo”. Simona Atzori racconta con parole profondamente toccanti le emozioni del distacco: “Adesso mi manca disperatamente raccontarle le cose. Se non lo faccio, è come se non mi succedessero realmente. Così, le ho scritte. E le ho scritte proprio a lei. Per dirle di come sono passata attraverso il mio dolore, cercando di essere all’altezza del suo esempio”. Dopo di te è la risposta alla preoccupazione radicale dei genitori: “Cosa ne sarà di mio figlio dopo di me? Chi lo proteggerà?”. E la perdita di Simona diventa il simbolo estremo di tutti i lutti, un insegnamento ad affrontare la mancanza, a trovare un equilibrio anche senza le braccia che ci hanno sostenuto.
“Dopo di te” di Simona Atzori, Ingrandimenti.

nastiÈ successo tutto all’improvviso, e ancora oggi non mi spiego il perché. So soltanto che i sogni si realizzano, quando lo vuoi davvero. Non so spiegarmi neanche perché abbiate iniziato a seguirmi. Quello che so è che oggi ci siete e mi supportate in tutto quello che faccio. Siete tantissimi e ognuno di voi, a modo suo, per me è speciale; mi scrivete frasi bellissime, mi aiutate a superare i momenti no, che ci sono e sono anche tanti. In fondo ho solo sedici anni. E a volte mi sembra tutto troppo grande, per me che rimango una normalissima ragazza che va a scuola, sta con gli amici, sogna e si innamora. Questo libro lo dedico a voi e solo a voi, per raccontarvi chi sono, come sono, per parlarvi di quello che mi piace e farvi entrare così nel mio mondo. Un po’ come faccio nel blog da due anni a questa parte. Con qualcosa in più, perché non c’è solo la moda (be’, qualche consiglio lo troverete anche in queste pagine, è più forte di me!), ma anche tanti pensieri, racconti, sogni. Vi va di conoscermi meglio? Io sono Chiara. E questo è il mio diario. Buona lettura!

Chiara
“Nastilove” di Chiara Nasti, Come fare.

ingleseJohn Peter Sloan torna in libreria con un nuovo corso di inglese. Se hai imparato le basi con English da Zero, oppure le conoscevi già, English Express ti aiuterà a rendere finalmente più fluido e sicuro il tuo inglese.
Il metodo è quello “smart” che ha reso Sloan l’insegnante di inglese più amato d’Italia. Con una grande novità. Oltre alla guida audio gratuita, tanto apprezzata dai lettori di English da Zero, questo libro avrà anche una guida video gratis e scaricabile online: Sloan diventa così un vero e proprio insegnante privato che ti segue passo per passo durante il tuo apprendimento.
“English express” di John Peter Sloan, Come fare.

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