Data di pubbl.: 2023
Traduttore: Stefania Forlani
Pagine: 336
Prezzo: € 18,90
Come nel fulminante incipit del libro Aden Arabia dello scrittore e filosofo francese Paul Nizan (1905-1940):
“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita.”
così sembrano vivere e pensare i tre giovani protagonisti di questo romanzo d’esordio del 2022 di Johanna Hedman, magnificamente tradotto da Stefania Forlani finalista per il “Premio Ponti sull’acqua – per la traduzione edita in lingua italiana” al concorso comasco Scritture di lago 2023.
Hugo, Thora e August sono svedesi con storie personali assai diverse. Hugo, figlio di genitori separati, madre docente a Lund, Svezia, ha vissuto per un periodo a Berlino ed è tornato a Stoccolma per gli studi universitari. Thora, figlia della ricca e nota famiglia Stiller, animo arrabbiato e tormentato, con Hugo deve in qualche modo convivere visto che sono i suoi genitori ad avergli affittato una stanza in casa loro insieme ad altri due studenti di arte. August, anch’egli di famiglia benestante, fragile e angosciato, dalla sessualità ambivalente, aspirante pittore, ha pessimi rapporti con il padre e soprattutto con il fratello maggiore Simon tutto dedito al successo e a far soldi con il suo lavoro.
Per qualche tempo, Hugo osserva Thora e August che sostengono di conoscersi fin da bambini. Stanno insieme oppure no? Sembrano una coppia aperta e forse lo sono, ma questo non impedisce lo scatenarsi di gelosie e dissapori. Thora pare ignorare Hugo e Hugo, che di sé non hai poi questa grande stima, la cova con lo sguardo senza riuscire a instaurare con lei un rapporto che non sia, almeno in apparenza, superficiale fino al giorno in cui fra loro scatterà qualcosa di più misterioso e profondo. Con August, invece, sarà diverso e diventeranno, per un periodo, inseparabili.
La Hedman racconta il loro rapporto ondeggiante, ambiguo e complesso, l’incapacità o la non volontà o addirittura la paura di comunicare apertamente emozioni, pensieri e sensazioni all’altro; il terrore di non essere all’altezza delle proprie aspirazioni e desideri futuri; il non sentirsi a proprio agio in molte situazioni, atteggiamento molto comune in personalità che cercano ancora di affermarsi. Aleggia, durante tutta la narrazione, l’infelicità di fondo e l’atteggiamento fortemente critico dei protagonisti verso se stessi, i genitori e familiari, i colleghi di studi, il mondo che li circonda. Politica, arte e letteratura svolgono un ruolo preponderante nelle loro vite come pure, naturalmente, il sesso e l’amore sovente confusi fra loro nonché elementi di unione ma anche di ricatto. Con dolore, troveranno alla fine una loro personale strada, ma il prezzo da pagare sarà alto: non sempre si riesce a crescere insieme, in sintonia e sincronia. Non sempre tutto ciò che andrebbe chiarito nei rapporti viene davvero esplicitato e le fratture diventano insanabili e profonde, le vie divergono e seppure ci si ritrova, nulla è più come prima e nulla può essere salvato come pensa Thora verso la fine del libro:
“Come può una cosa che era così grande essersi ridotta a un nulla, a una sensazione di estraneità? Non lo capisce. Pensa che non lo capirà mai.” (pag. 329).
Raccontato a due voci, quella di Hugo e quella di Thora, la storia si svolge ai giorni nostri, ma nei capitoli iniziali incontriamo Hugo in America e in un futuro dove a interagire con lui è la giovane Frances, figlia degli altri due protagonisti. Un romanzo potente e sofferto che tocca corde antiche e nascoste nel cuore di ciascuno di noi lettori ormai adulti.