
Autore: Giovanni Peli
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Oedipus
Genere: Narrativa
Prezzo: 12 €
Il candore è quella purezza che veste gli uomini di una particolare ingenuità. Dà loro la possibilità di essere buoni, o meglio, ciechi davanti alle cose brutte della vita.
Per capire il libro di Giovanni Peli dobbiamo partire proprio dal significato di questa parola. Senza questo passaggio non possiamo apprezzare questo romanzo. L’autore bresciano ha voluto raccontare una storia, accarezzando la vita. Se ci pensiamo bene, il romanzo è narrazione oltre la realtà, metastoria attraverso cui si attesta la potenza del non percepibile, ossia, quell’esistenza che possiamo sentire, ma non toccare.
Giovanni Peli fa tutto ciò con maestria. Non squarcia il velo dell’incanto, preferisce avvicinarsi ad esso, poggiare gli occhi e guardare le immagini attraverso questo panno sottilissimo. Osserva i movimenti dei personaggi; assiste agli eventi che si susseguono senza seguire la fredda linearità del tempo; cattura frammenti e lascia al lettore il compito di ricostruire la storia secondo la logica del mondo.
Non ci sono protagonisti in questo romanzo, ma esseri umani che sono investiti dal candore. Sono figure ingenue che non badano al male che ricevono, perché in loro si agita il vento della bontà.
Ecco la Bigia; donna fuori dal comune, cartomante nel bel mezzo di un paesino del bresciano. Sa tutto, perché gli spiriti sono con lei. La sua storia inizia nel corso della Seconda Guerra mondiale, periodo nel quale per sedare la fame c’è anche bisogno dell’arte della divinazione. Nonostante sia odiata da tutti, è temuta e rispettata; nonostante ami un uomo, Beppe, che mai la sposerà, ma che le lascerà un figlio; nonostante lei viva in attesa di lui, che parte per l’Argentina in cerca di fortuna; la Bigia è sempre al centro dei pensieri degli abitanti del paese.
C’è poi Mario, il figlio della Bigia, che crede di poter fare tutto da solo; che non sa vedere il male negli uomini; che pur di aiutare le persone, cade nel tunnel della droga, perché per sopportare il dolore altrui c’è bisogno di anestetizzare il proprio. La sua bellezza fa strage di ragazze, ma prima che l’overdose lo stronchi, ad una di queste lascia una figlia. Il boom economico non ha avuto pietà del suo candore. La storia di Mario è la parabola di una generazione che ha creduto nella rivoluzione.
Giovanni Peli è un autore raffinato; la sua scrittura richiama lo stile di Pavese, così attento ad accarezzare gli eventi, a riempirli di stupore, di meraviglia e di tragedia; ma sempre usando quell’ingenuità con cui gli uomini sensibili si difendono dal male di vivere, rendendoli quasi indifferenti.
Considero Il candore un ottimo romanzo, perché di ingenuità e di purezza d’intendi ne abbiamo bisogno. Così come abbiamo la necessità di raccontare la vita non solo mettendo al centro la tragedia, ma dando ad essa anche un vestito di petali, affinché gli uomini possano scoprire che, in fondo, tutto è opera loro.
Buona lettura.