
Autore: Amélie Fléchais e Séverine Gauthier
Casa Editrice: Tunuè Edizioni
Genere: Graphic novel / Fumetti
Traduttore: Stefano Andrea Cresti
Pagine: 56
Prezzo: 14.90€
Per gli amanti della montagna e non, L’uomo Montagna vi condurrà in un viaggio incredibile nel quale ritroverete un po’ del vostro, ricordate però che la fine di un viaggio non è altro che una nuova partenza. I protagonisti di questa dolce storia sono un nonno e il suo giovane nipotino, il primo ha viaggiato per tutta la vita, ora le montagne che gli premono sulla schiena stanno diventando troppo pensanti per lui, tanto da non riuscire più ad andare avanti. Il nipote invece è alle prime armi, ha sempre viaggiato in compagnia del nonno e non vuole abbandonarlo proprio adesso, decide così di andare sulla montagna più alta di tutte dove vive il vento più forte che aiuterà il nonno a riprendere il suo viaggio. Il piccolo parte, carico di aspettative per quello che è il suo primo viaggio senza il suo anziano compagno, ma chi viaggia sa bene che non si è mai veramente da soli. Infatti il piccolo incontrerà sul suo percorso diversi personaggi, un albero, dei massi e degli stambecchi, ognuno essenziale per la crescita personale del piccolo. Quando finalmente riesce a raggiungere la grotta dove abita il vento più forte di tutti viene colto da inaspettate domande, avrà fatto abbastanza per il suo amato nonno?
Amélie Fléchais è un’illustratrice francese che deve essere conosciuta, non ci sono storie, autrice del picture book Lupetto Rosso e del graphic novel Il sentiero smarrito, sempre editi da Tunué. La sua bravura è assolutamente innegabile, frutto di tanta passione e tanta determinazione, ogni sua tavola è un piccolo capolavoro capace di trasportarti all’interno della narrazione, da cui poi non si vorrebbe più uscire. I dettagli apparentemente semplici riescono a trasmettere sensazioni tangibili al lettore, non meravigliatevi se sentirete il profumo dell’erba o il solletico del vento. Accanto a lei in questo progetto troviamo Séverine Gauthire, talentuoso sceneggiatore di fumetti che qui ci porta questa storia che altri non è che una metafora della vita che finisce e che comincia. Non lasciatevi ingannare dalla forza emotiva del tema, ne L’uomo Montagna la vita e la morte sono trattai con estrema dolcezza, proprio come una favola, e quando uscirete da questa storia non sarete più le stesse persone che l’hanno cominciata, e tutto i poco più di quaranta pagine. Sono i personaggi che il piccolo incontra durante il suo viaggio che danno i maggiori punti di riflessione, e che lo aiuteranno ad affrontare la vita.
– L’albero è il primo elemento che incontra, grande e possente passa la sua vita a sfidare il vento più forte di tutti, ha radici solide e profonde che lo tengono ben aggrappato al terreno, alla sua casa. Viene da chiedersi se e quando troveremo anche noi le nostre radici, il nostro posto nel mondo da chiamare casa e a cui ritornare dopo ogni viaggio, in cui ripararci dalla tempesta più impetuosa.
– Successivamente incontra tre macigni che rotolano sul versante della montagna, loro vivono per quell’unica folle corsa giù fino a fondo valle, per stanziarsi li insieme ai massi che li hanno preceduti a raccontare la storia del loro viaggio. Per il piccolo questa è assoluta assurdità, perché non farsi accompagnare in cima per ricominciare tutto da capo e divertirsi due volte? Semplicemente perché nella corsa della vita nessuno può riaccompagnarti alla partenza, e nessuno, proprio come i massi, vorrebbe veramente ricominciarla perché in fondo è stata bella così: folle, veloce, unica e imprevedibile.
– Infine quando ha quasi raggiunto la vetta della montagna il piccolo incontra il maestoso re degli stambecchi, gli unici animali capaci di vivere su quelle rocce, che decide di accompagnare il coraggioso bambino nell’ultimo pericoloso tratto della salita. Il bambino non accetta immediatamente l’offerta che gli viene proposta, perché quello è il suo primo viaggio da solo, ed è importante che lo porti a termine con le sue forze. Il re degli stambecchi però gli ricorda che il peso della vita può essere condiviso, e non importa di quanti compagni ti circonderai il tuo viaggio sarà sempre e solo il tuo.
Una volta raggiunto il vento questo è ben lieto di aiutare l’anziano nonno, così insieme volano nel luogo dove il piccolo l’aveva lasciato. Al suo arrivo però il nonno non c’era più, al suo posto però ha lasciato le sue pesanti montagne, le stesse che il bambino avrebbe riconosciuto tra migliaia, perché quelle vette che l’hanno accompagnato per tutta la vita non sono altro che le sue radici, quelle che tanto sognava di avere e che ha sempre avuto senza saperlo. Il nonno ha insegnato al nipote a cavarsela da solo, ad apprezzare ogni piccola cosa della vita e a circondarsi di amici fidati con i quali condividere il peso delle sue montagne. Mentre il vento si allontana con la promessa di ritornare scorge sulla testa del piccolo le sue prime montagne, segno che quel viaggio non è stato inutile ed è solo l’inizio della sua folle corsa della vita.
Paolo Cognetti ne Le otto montagne scrive «qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa», ecco credo che per descrivere questo volume non ci sia bisogno d’altro. Una storia dolce, breve ma veramente intesta, che vi farà commuovere e riflettere, finchè non sarete pronti anche voi a gettarvi dalla cima della vostra montagna senza pensare alle conseguenze, semplicemente vivendo ogni attimo di questo meraviglioso viaggio.