L’ultima cosa bella sulla faccia della terra – Michael Bible

Titolo: L'ultima cosa bella sulla faccia della terra
Data di pubbl.: 2023
Traduttore: Martina Testa
Pagine: 135
Prezzo: € 16,00

Se non fosse per Adelphi, alcuni scrittori non li avremmo mai letti e altri non sarebbero mai stati scoperti.

La casa editrice fondata da Roberto Calasso (a cui dobbiamo tanto) dal suo cilindro meraviglioso tira fuori Michael Bible, giovane scrittore americano con L’ultima cosa bella sulla faccia della terra.

Bible è considerato dalla critica l’erede di Faulkner.

Ma leggendo questo romanzo strepitoso direi che abbiamo trovato il nuovo Salinger.

Iggy, il protagonista, ha la stessa irriverenza di Holden Caufield con l’aggravante del cinismo e della crudeltà.

Romanzo esplosivo scritto e pensato con una lingua minima incandescente, parole forti che incendiano le pagine, scrittura che ci sconvolge e ci mina dentro.

La tranquilla cittadina di Harmony viene sconvolta dal gesto folle di Iggy che vuole darsi fuoco nella chiesa, per errore provoca un incendio che provocherà la morte di venticinque persone.

Quel maledetto giorno segnerà per sempre la vita della comunità.

Iggy viene arrestato e attende nel braccio della morte l’esecuzione per iniezione letale.

A questo punto Bible mette insieme in un romanzo breve folgorante alcune diverse narrazioni che si intrecciano fra loro e rivelano i crolli e le crepe dei personaggi ma anche del loro mondo che è crollato.

Iggy dal carcere in un monologo disperato ricostruisce la sua vita e si lascia andare alle sue parole disperate che incidono la carne come un bisturi. Scrive i suoi appunti guardando fuori un albero che perde le foglie e affronta il suo tempo che ritiene la vita un problema («Quando leggerete queste parole io mi sarò liberato dalla terra. Che importa se vi ho raccontato la verità? Ammetto che forse non sono stato del tutto sincero. Tanto se vi raccontassi la verità non ci credereste. Con la verità succede spesso. Niente è così reale quanto la Costante che circola nel profondo. Per me l’oscurità genera oscurità e l’amore mi ha solo messo nei guai»).

L’esecuzione si avvicina, allo scoccare della mezzanotte Iggy lascerà questo mondo. Nei suoi appunti non si troveranno solo i deliri di un assassino ma anche l’assenza nella sua esistenza di un mondo d’amore.

«È ora di andare. Per concludere voglio dire solo questo. Se c’è qualcosa che amate, tenetevelo stretto perché non si può sapere quando verranno a portarvelo via». Ecco le ultime parole in solitudine di Iggy, condannato a morte per assenza d’amore.

Con una prosa asciutta Bible riversa sulle pagine tutti i contenuti forti di una scrittura che non concede scampo ai personaggi e a noi lettori che saremo ingoiati dalle infinite vertigini della trama.

Ne L’ultima cosa bella sulla faccia della terra abbiamo da una parte Iggy con il suo disprezzo per la vita e un bisogno infinito d’amore, dall’altra la comunità di Harmony, cittadina del Sud degli Sati Uniti, piena di santi e peccatori, indistinguibili, infettata dalla sua ipocrisia perbenista.

Il romanzo, blindato tra un incipit stratosferico e un finale superlativo, è carico di poesia, visionarietà e di crudele immanenza e Michel Bible è una grande rivelazione, uno scrittore geniale che dimostra di conoscere la parte oscura (e quindi vera) della letteratura con tutte le sue note dolenti.

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