Data di pubbl.: 2024
Pagine: 223
Prezzo: € 18,00
Antonio Franchini racconta una donna impossibile, sua madre. Tra le pagine del romanzo Il fuoco che ti porti dentro troveremo lo scrittore e il figlio, che insieme decidono di scrivere un memoir per fare i conti con una figura materna imbarazzante.
Franchini ci racconta che scrivere questo libro sul suo rapporto difficile con una donna impossibile come sua madre non è stato liberatorio, non ha cercato nessuna resa dei conti postuma: non è leale battersi con i morti, si lotta contro i vivi, e noi da vivi ci siamo battuti a lungo.
Nelle 223 pagine del libro Franchini racconta nei dettagli la vita di una donna impossibile, sua madre Angela che tra le infinte cose che non ama con il suo carattere arcigno e diffidente c’è prima di tutto il suo nome.
Antonio che va via di casa a diciannove anni per non vederla più, ha vissuto lontano decenni per mantenere a distanza, un rapporto formalmente decoroso, anche se il destino alla fine li ha riuniti.
Nelle pagine di Il fuoco che ti porti dentro Franchini mette a nudo il brutto carattere della madre, ci mostra la sua scarsa fiducia nelle possibilità dell’umano, i suoi giudizi e i suoi pregiudizi nei confronti di tutti, il suo personale carico d’odio che non risparmia nessuno, nemmeno la famiglia.
«La detesto da sempre, – scrive Franchini – da quando la mia vita ha cominciato a staccarsi dalla sua e si è aperta sul mondo, perché ci ho messo poco a capire che il mondo giusto – quel luogo inesistente che i giovani sognano e alcuni idealisti si impegnano a fargli credere che esista – faceva, diceva, pensava tutto ciò che mia madre non faceva, non diceva, non pensava.
Mi ha dato un’educazione a rovescio: i valori ai quali si ispira o li esprime in una forma riprovevole o sono disvalori veri e propri».
Franchini non nasconde nulla della vita insopportabile con sua madre e scrive che detestare è il verbo preciso per raccontare i suoi rapporti con Angela. Non sa se la odia, anche se spesso ha pensato di odiarla, ma forse erano sentimenti più miseri e meno radicali quelli che provava: irritazione, o rabbia.
Lo scrittore e il figlio si giocano la partita con la memoria e tirano fuori tutto il fuoco che Angela si portava dentro, quello di una donna sopra le righe, con un carattere incile al disprezzo, capace di manifestare odio, disgusto e rancore.
Una donna viscerale, maldicente sempre con una parola di sconforto per tutti.
«Lei voleva essere anticonformista, ha sempre perseguito un’idea di diversità, di scarto della norma, la deriva di uno spirito ribelle, Non le piaceva il rapporto tra madre e figlio che mettono in scena l’amore scontato che vedevamo nelle pubblicità degli anni Sessanta. La attraeva l’idea di una madre e di un figlio che si amano mandandosi affanculo. Rispondeva meglio alla sua anarchia istintiva, al suo spirito contrario».
Il fuoco che ti porti dentro è un libro struggente e il viaggio di Antonio Franchini intorno all’enigma – madre può imbarazzare il lettore e allo stesso tempo lo lascia senza difese e con i nervi scoperti. Proprio come fa la grande letteratura.