Autore: Sutcliffe William
Casa Editrice: Rizzoli editore
Genere: Romanzo
Traduttore: Francesco Gulizia
Pagine: 372
Prezzo: 15.00 €
Il muro racconta la storia di un adolescente che vuole scoprire come è la vita dall’altra parte di questa barriera che circonda la sua città. Questo ragazzo è Joshua e vive con la madre ed il patrigno ad Amarias, una città di confine isolata sulla cima di una collina, dove tutte le case sono nuove, protetta da un alto Muro, presidiato giorno e notte. A Joshua è stato insegnato che al di là esiste un nemico, un popolo pericoloso e violento da cui occorre difendersi: “Il Muro è stato costruito per impedire alle persone che vivono dall’altra parte di far esplodere le bombe e tutti dicono che ha funzionato a meraviglia” (pag.25).
Un giorno Joshua, giocando con un amico, calcia il pallone in un appezzamento di terreno dove nessuno deve entrare e, per recuperarlo, scavalca il Muro. E’ un’impresa coraggiosa e proibita, ma lui sa che non sarà possibile ottenere un’altra opportunità di vedere ciò che c’è oltre, fino a quando non sarà abbastanza grande per il servizio militare. Trova una costruzione pressoché distrutta e lì vicino l’ingresso di un tunnel buio. La possibilità di strisciarvi attraverso e risolvere il mistero è una tentazione troppo forte per resistere:“Ho il vago sospetto di cosa possa essere e so quanto sia pericoloso immischiarmi in qualcosa del genere; d’altra parte, imbattersi in questo mistero nel mezzo della mia noiosissima città, dove non c’è niente da fare, né un posto dove andare, è come trovare un tesoro nascosto” (pag.23). Così emerge in un mondo nuovo, ma comunque una città non molto diversa dalla sua. Il tunnel non è molto lungo e Amarias, dove vive, in realtà si trova a breve distanza, dall’altra parte.
Tra le vie sconosciute si imbatte in Leila, una ragazzina con cui stringe amicizia. Si capisce subito che in quel luogo non ci sono nemici, solo persone che cercano di sopravvivere e parlarsi, in un mondo difficile e ostile. Mai, in nessuna pagina del romanzo Sutcliffe ci dice che Joshua è israeliano o che le persone dell’altra parte sono palestinesi. Eppure molte volte il lettore è indirizzato sia topograficamente sia storicamente verso quei luoghi: la terra arida e gli alberi di ulivo, il muro stesso con nuovi insediamenti incontaminati da un lato e vicoli affollati dall’altro. Anche Amarias è una città inventata ma ricorda da vicino alcune zone della Palestina di oggi.
Tornato a casa, Joshua inizia a mettere in discussione le false credenze che gli hanno inculcato e decide di aiutare Leila e la sua famiglia. A questo punto è difficile, anche per il lettore adulto, non desiderare che il ragazzo ritorni, attraverso quel tunnel, nel nuovo mondo avventuroso ricco di inseguimenti, nascondigli e tante emozioni. Le ambizioni dell’autore vanno ben oltre: una volta attraversato il tunnel per il ragazzo non c’è più ritorno a casa né l’adattarsi alle quattro mura che divide con la madre ed il patrigno. Questa è l’inversione intelligente del romanzo: più a lungo Joshua trascorre del tempo nel tunnel, più Amarias si allontana dalla parola “casa”. La narrazione diventa la storia introspettiva di un adolescente che vuole capire il mondo in cui vive.
Il Muro, quello che circonda la città, non è nulla al confronto di quello che stringe il cuore degli adulti. Amarias non esiste, quindi anche il suo Muro. Tuttavia è molto meno immaginario il muro che soffoca il cuore e gli occhi di molte persone; il romanzo di Sutcliffe, nella grande metafora di Joshua, parla proprio di questi muri. E Leila è l’amica vera, per cui vale la pena combattere e cercare di abbatterli.
L’autore ha saputo creare un racconto su un ragazzo che intraprende un viaggio in un altro mondo, in un luogo dove tutto ciò che crede giustizia viene capovolto. Questo non è un romanzo dalle soluzioni facili; più che altro è una favola politica che evoca con forza la realtà della vita in Cisgiordania. Joshua scopre a sue spese, nonostante gli sia stata raccontata la vita di un quartiere palestinese, che di ogni racconto esistono sempre due versioni.
Poiché non è semplice parlare con i ragazzi dei problemi del Medio Oriente, la storia di William Sutcliffe permette di affrontare l’argomento tralasciando quelle sfumature che lo renderebbero difficile da capire. Per questo il romanzo è stato scritto per questa fascia di età, ma è altamente raccomandato anche ad pubblico adulto..