Dove dormi la notte – Michele Marziani

Titolo: Dove dormi la notte
Pagine: 100
Prezzo: 17,50 euro

Venerdì 18 ottobre alla SOMS di Domodossola ho avuto il piacere di presentare “Dove dormi la notte” Un racconto di Resistenza, pesca e socialismo di Michele Marziani. L’ appuntamento è stato voluto dall’associazione per omaggiare l’Ottantesimo Repubblica dell’Ossola e ha visto la partecipazione di Antonella Marangoni e del nipote del protagonista del libro, Michele Isman.

Si tratta di un piccolo romanzo biografico davvero prezioso, in cui sin dall’inizio l’autore gioca con il lettore annunciando che “questa è una storia e nelle storie tutto è possibile”.  Affida infatti la narrazione in prima persona a un immaginario nipote del protagonista, che ha il compito di condurci per mano a conoscere un personaggio che ha attraversato il Novecento a fianco di nomi illustri come Enrico Mattei, Ferruccio Parri, Sandro Pertini rimanendo un uomo come tanti, sconosciuto ai più. E proprio lì sta la sua grandezza. Stiamo parlando di Giovanni Battista Stucchi, nome di battaglia Marco Federici, partigiano e capo dell’esercito della Repubblica dell’Ossola, un esperimento unico di governo durato dal 10 settembre del 1944 al 23 ottobre dello stesso anno, per un totale di 43 giorni. Il ritratto è quello di un uomo riservato e concreto, che non voleva certo essere un eroe e “diventare un monumento” (parole sue) e che suo malgrado, essendo nato nel 1899, attraversò la Prima Guerra Mondiale e la campagna di Russia, trovandosi infine a combattere perché guerre non ce ne fossero più.

Lo scrittore ha conosciuto il suo personaggio perché, come spesso accade, il personaggio stesso lo ha rincorso. Prima di tutto è ritratto nella fotografia ufficiale del Comando Generale del CVL, che era un po’ lo Stato maggiore dell’esercito dei partigiani, insieme a Ferruccio Parri ed Enrico Mattei, per citarne due. Una foto che lo interrogava sul significato di quelli che sarebbero poi stati i primi passi del nuovo stato italiano democratico. Poi Michele Isman gli fece conoscere il libro di memorie di Stucchi, intitolato “Tornim a baita”. L’idea di farne una storia ha cominciato a farsi strada nella mente dell’autore, ma per riuscire a parlarne ci ha messo vent’anni, cercando l’approccio giusto. Sicuramente gli è riuscito: con una scrittura che scarta e scardina, inserendo commenti e salti nel tempo ci pare di parlare anche noi con lo zio Battista, di sentire la sua voce e di attraversare quegli anni ormai remoti sentendoli molto vicini. Tanti i temi affrontati, già a partire dal sottotitolo: la Resistenza, una guerriglia affrontata per necessità da tante persone comuni che si sono trovate costrette a combattere, la pesca, metafora della vita e grande passione dell’autore, il socialismo.

“Socialista era proprio una bella parola, di quelle che riempivano il cuore, facevano fiorire prati, inondandoli di sole. Oggi la pronunciano in pochi, a volte guardandosi intorno con aria circospetta. (…)  Come ha fatto mi domando, una parola anto bella a diventare così poco apprezzata e apprezzabile?” (pag.90). La Repubblica nata dalla Resistenza purtroppo ha mantenuto ben poche delle promesse date e il consumismo ha fatto il resto

“La società consumistica è il prodotto della corsa sfrenata al profitto dei grandi magnati dell’opulenza, detentori delle leve di potere. Valendosi degli sterminati mezzi di cui dispongono, hanno saputo imbrigliare e manovrare a proprio comodo le coscienze” (pag. 91) Questo Giovan battista Stucchi lo scriveva negli anni Settanta…

La presentazione del libro alla Soms di Domodossola: Michele Isman, Barbara Bottazzi, Michele Marziani e Antonella Marangoni

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Milanese di nascita, ha vissuto nel Varesotto per poi trasferirsi a Domodossola. Insegnante di lettura e scrittura non smette mai di studiare i classici, ma ama farsi sorprendere da libri e autori sempre nuovi.

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