Autore: Stuart Evers
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Bollati Boringhieri
Genere: Racconti
Traduttore: Silvia Manzio
Pagine: 156
Prezzo: € 16,00
Dieci storie legate fra loro dal fil rouge di sigarette e fumo, dieci storie strane e dal finale sospeso. Dieci storie sospese, esse stesse, nel tempo e nello spazio, con protagonisti che ci sembra d’intravedere dietro un uscio che si apre all’improvviso per poi richiudersi di colpo, tanto che ci domandiamo: dov’erano fino a quel momento? Dove saranno d’ora in poi? Dove consumeranno l’ultima sigaretta? O forse l’evento che hanno condiviso con noi li spingerà a smettere di fumare per sempre? E cosa rappresenta il fumo non solo per i protagonisti di questi dieci racconti perfetti, ma per il loro autore? Difficile rispondere perché in ogni storia il fumo ha un suo ruolo, una sua valenza positiva o negativa sebbene nessun giudizio venga espresso né dall’autore, né dalla voce narrante di turno.
E così, a Benidorm, in Spagna, incontriamo Jimmy che dispone sei sigarette accese nel posacenere e le fuma a turno per ricordare i commilitoni morti nelle Falkland, di fronte a un esterrefatto Mr Moore che credeva di riabbracciare infine il fratello mai conosciuto (peccato che Jimmy sia solo uno dei tanti figli che suo padre ha sparso per il mondo). O Linda, ferita dall’esistenza, che fuma, ospite a casa del ricco fratello Daniel, sotto l’occhio critico e morbosamente curioso della moglie di costui Christine, mentre sogna una normalità irraggiungibile. O Angela e Marty che si rivedono e fanno l’amore a Swindon a distanza di anni dopo la fine di una lunga convivenza, ma subito si lasciano perché lui non ha più odore di fumo, non è più – secondo Angela – ‘familiare’. O l’inquietante vicenda di Peter e dei suoi ‘terrori notturni’ convinto di essere il responsabile, per aver gettato via una sigaretta accesa, di un incendio nella metro di Londra che ha causato più di cinquanta morti.
Presenze fragili e delicate “come persone intrappolate su un altro pianeta” (pag. 70) quelle dei racconti di Evers; storie dove la vicenda pregressa e mai perfettamente spiegata dalla voce narrante si rispecchia nella vita dell’altro o degli altri attori; il fumo come metafora della dipendenza da un altro essere umano; il fumo come una tranquillizzante cortina contro il dolore; il fumo come possibilità d’incontro; le marche di sigarette fumate nel corso del tempo che segnano le diverse età della vita; il fumo che porta alla tomba, come nell’ultimo racconto narrato a due voci, dove Ray e suo figlio Lindsay parlano a turno.
Impossibile comportarsi come lettori passivi leggendo Stuart Evers e la sua prosa ipnotica che con questo libro d’esordio gli è valsa il London Book Award nel 2011. Tocca a noi riempire i vuoti con le mille possibilità che l’autore ci fa intravedere grazie a una frase buttata lì, a un commento, a un breve dialogo. La bellezza di questo libro è proprio qui: vorremmo saperne di più. Vorremmo continuare a leggerlo all’infinito. E come sempre, un grazie di cuore va all’impeccabile lavoro della traduttrice Silvia Manzio.