
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 281
Prezzo: € 25,00
Gli anni Ottanta della cultura italiana, una stagione irripetibile, un fiorire nella letteratura di scrittori che avrebbero lasciato il segno.
Fu notevole il contributo di Massimo Canalini, editore illuminato e agitatore culturale, che a cavallo tra la metà degli anni Ottanta e la fine del secolo scorso, con Transeuropa creò una vera e propria officina che trasformo l’idea di” giovane scrittore” in un vero e proprio fenomeno letterario.
Tutto questo fu possibile grazie all’incontro tra Canalini e Pier Vittorio Tondelli, l’ultimo grande scrittore che è stato in grado di dare voce a una generazione.
Da quella proficua collaborazione nacque un progetto editoriale alternativo, controcorrente e anticonformista con l’obiettivo di minare le fondamenta dell’ipocrisia dei salotti letterari e dell’industria editoriale, che seguiva le sirene del mercato.
La coppia Canalini – Tondelli provocherà un terremoto nel mondo delle patrie lettere.
Il tondelliano progetto Under 25, che raccolse le opere di scrittori di meno di 25 anni, dette una forti scosse alla cultura di quegli anni.
Da quell’antologia sono venuti fuori scrittori che poi si sono affermati: Giuseppe Culicchia, Gabriele Romagnoli, Silvia Ballestra, Andrea Canobbio.
Transeuropa di Canalini per alcuni di questi scrittori fu il trampolino di lancio. Infatti, i primi due romanzi di Silvia Ballestra (Compleanno dell’iguana e La guerra degli Antò) uscirono agli inizi degli anni Novanta in coedizione negli Oscar Mondadori.
Nel 1994 Transeuropa pubblica il libro d’esordio di Enrico Brizzi. Jack frusciante è uscito dal gruppo diventò immediatamente un caso letterario e editoriale.
Giulio Milani, scrittore che ha raccolto l’eredità di Canalini, a pochi mesi dalla scomparsa dell’editore marchigiano, ha dato alle stampe Codice Canalini. Ingrate patrie lettere! un appassionato memoir che è un omaggio alle intuizioni di un genio.
«Parlare di Massimo Canalini significa raccontare una parte fondamentale della storia dell’editoria e della narrativa italiana». Ha ragione Milani quando scrive queste parole.
L’autore nell’incipit scrive di Massimo Canalini come genio assoluto, punk delle lettere, talento ribelle, guru dell’editoria, irregolare, arruffone e blablabla, lui prima di tutto è Transeuropa editore e tutti i suoi autori, che sono passati dal pubblicare per una piccola realtà editoriale alle case editrici più prestigiose dentro e fuori il Bel Paese.
Canalini (insieme a Pier Vittorio Tondelli e con Transeuropa) sfida il sistema editoriale e con il concetto di “giovane scrittore”, rivoluziona il modo di fare narrativa.
«Il progetto Under 25 di Tondelli – scrive Milani – è una bomba innescata nella fumeria d’oppio dell’editoria italiana degli ’ 80, un sistema impermeabile e ottuso».
Con Codice Canalini Giulio Milani ha raccontato un uomo con la sua visione irregolare, un genio anticonformista che con l’editoria di qualità si è opposto all’industria culturale e al suo mercato, trasformando con i fatti il panorama letterario italiano, dando vita con i suoi scrittori a una irripetibile stagione culturale, sempre lontana dalla mafia dei salotti e dal mercimonio da élite intellettuale.