
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 151
Prezzo: € 17,00
Nel ventre incandescente di un rave apocalittico in una Milano allucinata da migliaia di giovani che danzano in preda a una demenza incomprensibile, scatenati fino allo sfinimento.
Parte da qui E tutti danzarono, il nuovo romanzo di Alessandro Bertante: una distopia contemporanea che ricorda La peste di Albert Camus.
Un viaggio al termine della notte nelle ragioni dell’assurdo, dove nulla di questo tempo si può spiegare.
Ivan Boscolo, docente universitario alla Statale di Milano, umo complesso e ipocondriaco, divorziato e con una figlia di nome Micol, si trova catapultato in un viaggio inquietante che diventa isteria collettiva: le strade di Milano sono invase da migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo per un rave dalle proporzioni giganti.
Questi ragazzi entrano in trance e cominciano a ballare, perdendo coscienza e la cognizione del tempo.
Trecentomila giovani che ballano senza mai fermarsi, danzatori di una disperazione che cercano una via di fuga perdendosi collettivamente, ballando fino allo sfinimento.
Anche la figlia di Ivan si perde in questo delirio, e lui si mette in cerca di Micol per tentare di sottrarla a questo incubo psichedelico che ha motivazioni assurde.
La 2 piaga del ballo” assume le stesse proporzioni di una pandemia e i contagiati si scatenano perdendo completamente il lume della ragione mentre la polizia è incapace di ristabilire l’ordine.
Quello che sta accadendo nelle strade di Milano è semplicemente impossibile e non esiste una spiegazione logica e convincente.
Bertante scrive che nei parchi di Milano si sta sfogando una giovane umanità priva di sguardo sul futuro, percossa, impaurita e vilipesa che afflitta da una sorta di stato alterato di coscienza collettivo, risponde come farebbe un essere umano vittima di un attacco prolungato.
«Secondo Alessio, il mio amico antropologo, siamo di fronte a un’isteria collettiva, una sorta di mania parossistica generata dalle paure e dalla fragilità emotiva di questi anni, dall’accumulo stratificato dell’ansia, causata dalle guerre, le stragi dei civili, il ritorno della bomba atomica come argomento di talk show, la pandemia, quella passata e quelle che arriveranno, il riscaldamento globale».
E tutti danzarono è un romanzo apocalittico e disincantato. Alessandro Bertante, attraverso una distopia contemporanea che stiamo vivendo sulla nostra pelle, suona l’allarme e focalizza l’attenzione sullo smarrimento delle nuove generazioni, che sprecano la loro vita senza nessun punto di riferimento.
Una fiaba oscura in cui la realtà supera sempre la fantasia e i contorni sinistri di un male storico stanno generando un cortocircuito globale da cui nessuno ci salverà.
Non c’è nessuna redenzione in queste pagine e Bertante è uno scrittore indignato.
«Una nuova alba svanisce mentre il nuovo mondo si palesa minaccioso. Non so se riusciremo a raccontarlo».
Queste le parole con cui si conclude il libro, una sentenza senza appello. E per dirla con Carmelo Bene, all’orizzonte non si intravede la necessità di un futuro.