Appunti di un venditore di donne – Giorgio Faletti

Titolo: Appunti di un venditore di donne
Autore: Faletti Giorgio
Casa Editrice: Dalai Editore
Genere: Giallo & Thriller
Pagine: 384

Ho un ricordo piuttosto vago del Faletti comico che negli anni ’80 si esibiva in Drive In e nel ’94 ha portato a Sanremo la canzone “Signor tenente”, ma mi ha molto colpito l’affermazione in cui era indicato come il “miglior scrittore italiano”, in occasione dell’uscita del suo primo libro “Io uccido”. Questo nuovo romanzo ha riscosso un enorme successo e ha scatenato, come era prevedibile, una infinita serie di critiche divise tra gli entusiasti, che hanno ritrovato in quest’opera il “primo Faletti” e gli scettici, che non hanno mancato di stroncare anche quest’ultima fatica letteraria. “Appunti di un venditore di donne” è… ambientato nella Milano degli anni di piombo, durante i giorni del sequestro Moro. Il terrorismo, gli scontri sociali, la Sicilia soffocata dalla mafia sono solo lo sfondo su cui si snodano le vicende narrate nel romanzo. Lo spaccato di realtà che ci viene proposto è quello della dolcevita del capoluogo lombardo, in cui la città prossima a diventare la Milano “da bere” oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali. E’ facile riconoscere nei ristoranti di lusso, nelle discoteche e nei cabaret luoghi come il Derby Club o locali che hanno fatto della Milano di quegli anni la capitale della vita sociale, della notte, del vivere bene. In questo ambiente d’ombra, di bische clandestine e di torbidi affari si snoda la vicenda del protagonista. La sua presentazione arriva immediata e forte nella frase che apre il romanzo come un pugno nello stomaco: “ Io mi chiamo Bravo e non ho il cazzo”. L’incipit ci fa chiaramente intuire come tutto il libro sia improntato ad uno spietato realismo, in cui la durezza di alcune parti del racconto lascia però il posto a squarci di poesia: “Mi salgono le lacrime agli occhi, per me, per lui, per tutti gli stupidi come noi, per tutti quelli che ci hanno portato ad essere come siamo e per noi che glielo abbiamo permesso”. L’esistenza di Bravo si svolge di notte. Il suo campo sono le donne: semplicemente, le vende. Per lui si tratta solo di affari: nel cinismo di ciò che fa è comunque consapevole che “L’amore non si compra e non si vende. Mai.” Bravo non vuole amici, non vuole essere compreso e men che meno compatito: “E a me non importa nulla di niente e di nessuno. Forse perché prima di tutto non mi importa nulla di me stesso. In realtà nessuno è amico di nessuno, nemmeno di sé stesso”. L’unica persona con cui sembra avere un rapporto umano è Lucio, musicista cieco suo vicino di casa, con cui scambia indovinelli e crittogrammi; ma nulla è come appare e “Ogni enigma rivela la sua fragilità una volta risolto”. L’incontro con Carla, una donna bellissima e misteriosa, condurrà Bravo in un vortice di morti assurde e omicidi efferati di cui sembra il capro espiatorio: dovrà confrontarsi di nuovo con il mondo da cui aveva tentato di nascondersi, in una lotta in cui l’unica vincitrice è la Morte stessa, perché “la morte è una primadonna, ha la capacità di monopolizzare l’attenzione. E l’attenzione è tanto più grande quanto più strane sono le circostanze in cui si presenta”. Il romanzo è stato definito come un noir con tocchi di colore: non mancano il giallo, con una serie di indizi che solo alla fine condurranno ad una verità sconvolgente, il nero più buio come il piombo degli anni in cui è ambientata la narrazione e una pennellata di rosa: una storia d’amore anomala, ma delicata e struggente.

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