Tempo di Libri – A tu per tu con…Marco Magnone

IMG-20170419-WA0017Tempo di Libri sembra passato, invece noi abbiamo ancora molte cose da raccontarvi! Il primo autore che abbiamo incontrato è Marco Magnone le due mani che, insieme a quelle di Fabio Geda, hanno creato il fenomeno distopico per ragazzi apprezzatissimo da tutti i ragazzi: Berlin. Una sfida che il dinamico duo sta ampiamente portando avanti con grandissimo entusiasmo e successo, il loro quarto capitolo intitolato I lupi di Brandeburgo è pronto a rispondere a molte domande lasciate in sospeso. Marco è di una simpatia unica, capace di trasmetterti il profondo amore per quello che sta creando con Fabio e soprattutto per la letteratura per ragazzi, ci vorrebbero molti più autori come lui!

La saga “Berlin” è realizzata insieme a Fabio Geda, la prima domanda che mi viene in mente è com’è il vostro rapporto, come è nata questa alleanza e come fate a far funzionare le vostre idee ai fini di una saga.
Io e Fabio ci siamo conosciuti alla Instar Libri, un piccolo editore torinese che ha pubblicato i suoi primi due romanzi e dove io stavo facendo uno stage in seguito al mio viaggio a Berlino. Mi ricordo la prima volta in assoluto era una festa di Natale ed io ero lì a servire le tartine agli ospiti, quello è il momento in cui abbiamo avuto il nostro primo contatto.  Da lì abbiamo sempre avuto molte occasioni per incontrarci, finchè nel 2009 non ci chiedono di scrivere insieme la sceneggiatura per una graphic novel sulla vita di Alessandro Antonelli. Quella fu la prima occasione per lavorare insieme e per scoprire che in realtà abbiamo un sacco di gusti in comune: dai fumetti, alle narrazioni seriali, l’interesse per le distopie, e anche un certo gusto per la scrittura con storie molto secce con poche digressioni. L’anno dopo è stato Fabio a chiedermi se avevo voglia di imbarcarmi con lui nell’avventura di Berlin, alla fine lui conosceva benissimo il mio amore per questa città dove ho ancora dei contatti, quindi non ci sono stati problemi per le ricerche in loco per rendere l’ambientazione assolutamente vera e palpabile. Inoltre Berlin è un progetto molto complesso che una persona da sola non sarebbe stata in grado di gestire, per me fu il mio esordio nella narrativa tradizionale ed è stata una grande opportunità, soprattutto per parlare di Berlino, una città che amo tutt’ora moltissimo. Abbiamo avviato questo progetto con tanta incoscienza, adesso che siamo al quarto libro possiamo dire che è iniziata la discesa e siamo veramente felici di quello che abbiamo costruito. Il conflitto di idee che può crearsi in un lavoro del genere è inevitabile, ma è anche molto utile perché libro finiscono sempre le idee nate proprio da queste discussioni alle quali non saremmo mai arrivati da soli.

Cosa ti immagini dopo Berlin? Avete pensato magari ad altre saghe in altre città?
Sicuramente dopo Berlin quello che ci aspettiamo è una pausa, durante la quale ci piacerebbe pubblicare il nostro album da solisti e continuare con la nostra band con la quale siamo riusciti a costruirci un pubblico quindi perché abbandonarla? Sicuramente ci piacerebbe approcciarci a un altro genere, magari la fantascienza, il fantasy, chissà, per ora raccogliamo idee e spunti che ci vengono in mente. Non credo che potremo mai ambientare una storia così in un’altra città, perché sarebbe bello anche ritornare a parlare di cose vicine a noi senza andare troppo lontano.

Pensando ai nostri giovani d’oggi, quelli che vediamo ogni giorno, come pensi che potrebbero funzionare in una società come quella che troviamo in Berlin?
Noi in Berlin cerchiamo di raccontare situazioni abbastanza universali, quello che non cambia mai tra i ragazzi nelle varie generazioni è la consapevolezza di non essere più un bambino e di dimostralo agli adulti che innesca subito la paura di crescere e di dover rispondere alla domanda fondamentale: Ma io chi sono? Che adulto diventerò? Questo non cambia neanche con i social e le nostre tecnologie, è qualcosa che ha sempre definito l’essere ragazzo, la voglia di crescere e la paura di farlo. Credo quindi che i temi che raccontiamo siano comunque molto attuali, cambiano i modi di creare comunità, i bisogni non cambiano, cambiano le risposte che ci diamo.

A quale di questi ragazzi sei più affezionato, c’è qualcuno in cui hai nascosto più elementi autobiografici?
Guarda, è molto difficile scegliere perché sono affezionato a ciascuno di loro, in ognuno abbiamo messo qualcosa di nostro, anche nei personaggi che inizialmente sono visti come antagonisti. Anche adesso che stiamo 9788804674627-berlin-4.-i-lupi-del-brandeburgo_carosello_opera_scale_widthscrivendo il quinto libro posso dirti che i personaggi a cui tengo di più sono Timo e Wolfrun, sono inizialmente due antagonisti ma per le sfide e le scelte che hanno fatto sono personaggi che si sono evoluti molto. In questo momento sono i personaggi che più hanno sorpreso me e Fabio, ogni personaggio è diviso in due: com’è all’inizio e poi quello che diventa durante la storia, a me piacciono molto quelli che cambiano e che sanno sorprendere, sia noi che il lettore, come se diventassero indipendenti dalle nostre mani.

Quali sono gli ingredienti segreti che hanno segnato il successo di Berlin tra i giovani?
Quello che cerchiamo di fare è sempre ascoltare quello che dicono i ragazzi, purtroppo a volte si pensa che scrivere per ragazzi sia come giocare in serie B, è come scrivere per gli adulti ma più facile, perché il vocabolario è più semplice, basta inserire un gergo giovanile per essere apprezzati, non sanno quanto si sbagliano! Quello che vogliamo fare è un doppio salto mortale provare a rievocare i ragazzi che siamo stati noi e allo stesso tempo a raccontare con i loro occhi qualcosa di utile anche per adulti, un buon libro per ragazzi è buono anche per i grandi proprio perchè in grado di rievocare il ragazzo che c’è in loro. Noi proviamo a immaginare una storia che non dia una lezione ai ragazzi ma che li accompagni nella complessità del mondo, non pensiamo che un libro debba avere per forza una morale, i libri sono più bravi a fare domande che a dare delle risposte.

In questi tempi è molto difficile conquistare i giovani lettori appasionati, avete incontrato difficoltà nell’approcciarvi a questo target?
Fabio nei suoi libri aveva sempre scritto di ragazzi ma mai per ragazzi, invece per me era la prima volta di narrativa in senso stretto, noi siamo partiti con l’idea di creare una saga per ragazzi distopica per provare a eliminare il monopolio americano su questo genere. Basta pensare a Hunger Games, Divergent, Maze Runner, sono tutti ambientati in America da americani, perché quindi non è possibile realizzare una saga di questo tipo però ambientata in Europa? Le difficoltà sono quelle di provare a mantenere un equilibrio tra una storia per ragazzi con certi paletti per farli sentire a proprio agio; tenere presente l’aspetto formativo, senza dimenticare lo spazio per l’ironia unito a un un ritmo alto e preciso, con una voce e una scrittura apprezzata anche da un adulto.

Nelle librerie è appena arrivato il quarto capitolo della saga, I lupi di Brandeburgo, cosa devono aspettarsi i lettori da questo nuovo libro?
Qui iniziamo a rispondere a molte domande che abbiamo seminato fin dall’inizio della saga , tra tutte: “che fine hanno fatto gli adulti e il mondo fuori Berlino?”. Per qualche motivo i personaggi lasceranno la città per avventurarsi nei territori del Brandeburgo. Si inizia ad aggiungere tessere al puzzle, i libri in totale saranno sei, e con molti dettagli presenti faranno capire che questo quarto libro non è altro che il primo capitole della seconda trilogia. I primi tre libri sono incentrati sui conflitti tra ragazzi a Berlino mentre gli altri allargano il campo da gioco a quello che troveranno al di fuori di Berlino Ovest.

 

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