Autore: simone perotti
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Frassinelli
Pagine: 516
Prezzo: 19,90
Perché leggere e parlare di RAIS, il nuovo poderoso romanzo di Simone Perotti? Anzitutto per scoprire un autore che non è solo (non più, in ogni caso) il profeta del down shifting in Italia, ma uno scrittore completo, con idee ben chiare sul tipo di letteratura che vuole leggere e proporre. Idee coraggiose che sfidano le leggi del mercato (in un tempo in cui il mercato del libro è talmente fermo che anche i format triti e ritriti faticano ad affermarsi); idee che lasciano basito il lettore e lo portano a sfidare se stesso, la propria concentrazione, la propria pazienza anche; idee letterarie che affondano piedi e radici nella storia misconosciuta e reietta (lo possiamo dire?) del Mediterraneo, che è e rimane Mare Nostrum anche non ce lo vogliamo ricordare…
Rais è Dragut, il più terribile pirata del Mediterraneo, vissuto nel XVI secolo, uomo che ha visitato il mondo, eppure del mondo (nella sua vera essenza, fatta di sensazioni e sentimenti) conosce ben poco.
«Sai qual è il momento più triste di un guerriero? La vittoria. Dovrebbe dare soddisfazione e non porta che sgomento. Meglio mille volte mancarla, o subire una sconfitta, che invece ha il sapore della rivincita, anima ogni muscolo nella carne, lo tende fino a farlo schioccare. E dopo tante battaglie, oggi, non riesco più a fare differenza tra prevalere e soccombere.
«Una vita intera a fare la guerra. È così che un uomo smette di vivere. Molto prima di morire…»
Rais ha una voce. Bora, la donna di cui si innamora un’altra: il romanzo è fatto delle narrazioni dei personaggi, che parlano con le parole e il modo (il solo) in cui ciascuno può esprimere se stesso e la propria vita, trascinando letteralmente il lettore tra le onde di un mare impetuoso e di una storia, nella Storia, che non si conosceva. Perché il vero protagonista di questo romanzo è proprio il luogo in cui le storie si incrociano, un Mediterraneo a cui esse devono la propria ragione di esistere, il mare che unisce terre e popoli, racchiude segreti, ancora pieno di misteri e favole e segreti da disvelare.
Il mondo, i suoi confini, le sue prospettive, e le sorti del grande scenario internazionale, stavano dunque cambiando.
Non capita spesso di leggere un libro del genere, ecco perché consiglio di farlo, senza abbandonarlo anche quando sembra arenarsi: dopo ogni momento di quiete, arriva la tempesta e così, in Rais, le parole e la storia con esse diventano un vortice capace di spazzare, con la loro forza, anche qualche momento di stanchezza.
«Quando sarà scaduto il mio tempo, Kadir, non cercare un altro Rais. Ricordati di queste parole: l’unico modo per vivere, è morire. E tu cerca di morire morto.»