Autore: Amedeo Giordano
Data di pubbl.: 2023
Casa Editrice: L'Argolibro editore
Genere: Poesia
Pagine: 55
Prezzo: € 10,00
Amedeo Giordano, classe 1997, è un ragazzo giovanissimo con il dono di una sensibilità spiccata. Questo lo deduco leggendo Voci soffocate il suo libro poetico d’esordio.
Quella di Amedeo è una poesia che guarda al mondo e all’umano. Il suo poetare mi ricorda molto quello dei crepuscolari.
Nella nota in quarta di copertina è lo stesso autore a dirci che questo libro vuole essere un canto di liberazione nei confronti di una società sorda ai richiami sofferti delle persone sensibili.
Giordano nei suoi versi presta attenzione agli ultimi e a tutte quelle voci soffocate che in questa omologata e disumana società dello spettacolo non hanno voce.
In Confusione il poeta si chiede: «Perché il mondo / è una spada affilata?».
Amedeo Giordano è un poeta inattuale. Come i crepuscolari senza manierismi, senza ideologie, senza nessuna morale da sventolare, scrive poesia per esprimere le necessità dell’anima.
Lo stile è essenziale, la lingua è diretta, la sua poesia ha bisogno di poche parole. Giordano sulla pagina le scrive, le pesa e le conta.
Allo stesso tempo mentre le pensa, le protegge, ma le lascia andare affinché esse fecondino alla ricerca di un significato.
Non c’è alcun dubbio, la parola della poesia di Amedeo Giordano è un seme che diventa germoglio.
Essenzialità, brevità ma soprattutto una scrittura che non si specchia ma che ha il coraggio di guardare oltre il detto e scavare con la sua nudità nel tempo che viviamo, dove il nulla e l’assenza, l’amore e il non amore, il silenzio e il clamore si mettono in gioco.
Il poeta avverte tutta la paura e lo stupore che la vita porta con sé. Ogni suo verso è un sentire che vuole liberare le voci soffocate, per dare voce a quei concetti di umanità e di libertà di cui oggi si sente l’urgenza. Oggi che il tempo del mai distrugge tutto promettendo un domani di false promesse.
«Ritornerò / e ritroverò il tempo /grazie alla virtù degli antichi /e guarderò con forza / quel mondo / di cui ho avuto paura». Con questi versi tratti da Autoritratto Amedeo Giordano chiude il suo Voci soffocate. La sua è poesia che viene da lontano, non dimentica la grande lezione dei classici e la virtù saggia deli antichi (Giordano studia con passione Filologia moderna) e allo stesso tempo in ogni verso la sua penna senza alcuna retorica chiama in causa il presente in cui viviamo con tutti i temi del disagio mettendo sempre in evidenza che mai come in questo momento c’è bisogno di una rinascita.
Perché sono troppe le voci soffocate dal nulla, dalla disumanità e dalla mancanza d’amore.
Per il giovane poeta la poesia è un faro nella notte. Con la sua penna e le sue poche e essenziali parole, Amedeo Giordano in Voci soffocate prima di ogni cosa si fa portavoce di un sentire attento alle cose e alle persone. Egli è un poeta di rara sensibilità. E noi abbiamo il dovere di ascoltare sempre i poeti, soprattutto quando, come giustamente scriveva Ungaretti, arrischiano parole a garanzia dell’uomo.