Autore: Arno Strobel
Editore: Corbaccio
Traduzione: Umberto Gandini
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 368
Prezzo: € 17,60
Questo romanzo di Arno Strobel, il primo pubblicato in Italia, si colloca nel nuovo fortunato filone dello psicothriller tedesco di cui l’autore Wulf Dorn è un fulgido esempio. Trama di sangue ha un inizio subito forte per l’impatto emotivo che suscita nel lettore.
Ad Amburgo una giovane donna riceve un pacco misterioso, lo apre con curiosità e scopre che all’interno c’è della pelle umana su cui è stato impresso il primo capitolo di un romanzo. La polizia nelle indagini scoprirà che il fatto è da attribuirsi ad un serial killer che sta riproducendo, nella vita reale, la trama di un romanzo noir da poco edito. Qualche anno addietro, a Colonia, un misterioso serial killer usò le vicende narrative di un altro romanzo dello stesso scrittore per compiere efferati delitti e la polizia brancolò nel buio. Il killer rapisce giovani donne a cui, cruentemente, asporta lembi di pelle su cui verga le pagine di un libro. Così la polizia di Amburgo costituisce una task force speciale perché una delle donne rapite è Heike Kleenkamp, figlia ventunenne dell’editore della Hamburger Allgemeine Tageszeitung, secondo quotidiano della città. Le indagini, dunque, si spostano nel mondo dell’editoria poiché le ultime vicende criminose hanno portato l’attenzione sul romanzo dell’autore facendone di conseguenza aumentare le vendite.
La domanda che muove tutto il libro è quella relativa al successo economico. Abbiamo un piccolo scrittore senza grandi meriti artistici, un editor le cui qualità non vengono riconosciute e un editore che vuole a tutti i costi fare soldi. Cosa si è disposti a fare per ottenere il successo economico e letterario?. Lo scrittore ci immerge in una spirale di rancori e rivalse in cui avidità e vendette covano nell’ombra. Un gioco spesso mentale in cui, come in un serie di scatole cinesi, la verità sembra sempre sfuggire al lettore perché ognuno, anche i personaggi che potrebbero sembrare minori, potrebbe avere il desiderio ed il movente per compiere gesti così efferati pur di emergere. L’autore è abile nell’ inserire dettagli importanti, quanto beffardo nel confondere il lettore che si sente coinvolto nella storia anche dalla descrizione, in prima persona, del punto di vista della vittime che non solo sentono sulla propria pelle le torture del loro carnefice, ma vedono e percepiscono anche la tensione provata dalle altre donne rapite dal serial killer.
Se come per Wulf Dorn, principale esponente di questo gruppo, la tensione a livello mentale e psicologico in cui il lettore si ritrova è massima, quello che forse trovo esagerato in questo libro è l’uso di particolari macabri , raccapriccianti e talvolta forzatamente morbosi che, pur non scadendo nello splatter, rischiano di mettere in secondo piano l’idea di fondo del libro.