Al Salone del Libro di Torino, abbiamo assistito alla presentazione dell’ultimo libro di Vittorino Andreoli, noto psichiatra e scrittore italiano, dal titolo “La gioia di Vivere”.
Curioso per uno psichiatra, che tratta malati di mente, maniaci o, come li definisce lui “matti”, parlare di gioia, eppure Andreoli, unica persona sullo palco, riesce in un’ora scarsa a raccontarci proprio le ragioni per cui è nato questo libro.
Per prima cosa ci racconta che negli ultimi anni è cambiata la tipologia di pazienti che si presentano da lui: sono passati da essere un numero inferiore con molti sintomi legati alla difficoltà di vivere, ad un numero di pazienti superiore, ma con sintomatologie diffuse legate all’insoddisfazione della vita e all’incapacità di stare al mondo. Dunque non più PAURA, ma TRISTEZZA e soprattutto ASSENZA DI SPERANZA.
La follia, continua Andreoli, è solo un modo diverso di soffrire e la gioia è il mezzo per vivere un pochino meglio. “Attenzione GIOIA e non FELICITÀ”.
I 3 elementi su cui si basano le reazione delle persone sono:
– DNA –> come siamo fatti
– ESPERIENZA –> apprendimento di un particolare evento
– AMBIENTE –> ciò che ci circonda e posto in cui viviamo
Visto che nei primi due non ha notato un grande cambiamento negli ultimi anni, deve essere per forza l’ambiente a condizionare i “nuovi” malati. Come si fa ad essere gioiosi quando si sentono solo cattive notizie? Che speranza può avere una persona che sente parlare solo di incertezza e catastrofi?
Andreoli conclude l’incontro con la ricetta di leggere ed ispirarsi ai saggi. Saggio è colui che vive al meglio il proprio presente, il momento attuale, senza domande sul futuro e dunque avere una visione del mondo attuale.