
Autore: Alessio Di Girolamo
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: TerraRossa edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 188
Prezzo: 15 €
Può essere considerato un libro crudo, duro, scabroso, immanente per il solo fatto di appartenere alla realtà; e, forse, proprio perché così reale, questo flusso di parole, proferito da Anna, protagonista del romanzo, non vorremmo né leggerlo né ascoltarlo, eppure, è nostro, ci appartiene.
Quante bugie hai detto questa sera non è una lettura semplice. È un’opera che scuote e nella quale la materia letteraria assolve al suo compito primario, ossia, destabilizzare, far porre delle domande, lasciare il lettore con la voglia di continuare il suo percorso di conoscenza e di approfondimento. Di Girolamo ci parla del doloroso cammino psico-sessuale di Anna. Prima bambina precoce, poi adolescente affamata di affetto, che attraverso il difficile linguaggio del corpo prova a replicare ai suoi traumi. È una ragazza alla ricerca della figura paterna, in perenna lotta con la madre-mangiatrice di uomini. Riesce a trovare un briciolo di salvezza e di stabilità solo in sua nonna. Ma è proprio la nonna la figura più enigmatica del romanzo. In lei, infatti, si concentrano quegli irrisolvibili conflitti moralistici imposti dal quieto vivere.
Per quanto possa sembrare assurdo, Anna è un personaggio vero, senza filtri e senza maschere; è una concreta risposta all’ambiente in cui vive. La sessualità che sprigiona, che aggira e abbatte ogni pudore, è semplicemente l’unico modo che ha per esistere. Non ci può essere riscatto o pentimento se prima non ci si scotta con il fuoco. Nel romanzo di Di Girolamo, Anna non è l’errore o la colpa, bensì, la somma di tutto.
Nonostante ciò, Anna pensa, ragiona, scruta, valuta, intuisce; anzi, mette subito in campo le sue riflessioni. Non è guidata da una cieca volontà, ma risponde con l’unico linguaggio che conosce: la selvaggia sessualità. Ogni orgasmo raggiunto è per lei una apocalisse, dopo cui dovrebbero comparire i tempi migliori. Ma chi, se non la sua coscienza, potrà separare i giusti dai cattivi? E soprattutto, la giovane protagonista è pronta a vestire i panni del giudice supremo e infallibile?
Il romanzo di Di Girolamo, come detto, è scorrevole, immediato e non si perde in inutili acrobazie. La difficoltà sta nella comprensione dell’opera, e non perché vi sia qualcosa di complicato, ma perché il lettore non viene fatto accomodare, ma viene continuamente scosso e, in alcuni casi, schiaffeggiato dalle parole di Anna, la quale racconta con piglio immaginifico, travestendo ogni situazione con simboli corposi e mai evanescenti.
Un esordio da leggere, soprattutto, un esperimento letterario da apprezzare.