L’International Ibsen Award 2014, il massimo riconoscimento in ambito teatrale, è stato vinto da Peter Handke, romanziere e drammaturgo austriaco. Il premio, che gli verrà conferito ad Oslo il prossimo settembre, è solo uno dei tanti elogi che ha ricevuto lo scrittore Handke. Nel 1992 aveva infatti vinto il Premio Flaiano per la narrativa, nel 2004 il Premio Siegfried Unseld Preis e successivamente il Premio Franz Kafka, un’onorificenza per la letteratura internazionale.
Peter Handke è nato a Griffen, in Austria, nel 1942. Dopo essere stato per due anni allievo di una scuola di gesuiti, ha frequentato la facoltà di legge a Graz senza laurearsi. Come regista, ha realizzato nel 1978 La donna mancina. Attualmente vive e lavora in Germania. La casa editrice Guanda ne ha recentemente ristampato “Il peso del mondo” e “Storie del dormiveglia”, ed ha in programma per giugno la pubblicazione del nuovo libro “Saggio sul luogo tranquillo”.
Il primo dei due testi, Il peso del mondo è un diario di frammenti e illuminazioni, di impressioni fugaci che diventano ognuna un’epifania, una scoperta o riscoperta della bellezza e della bontà. Attraverso un procedere quasi onirico, simile a quello stato di parziale incoscienza che è tipico del passaggio dalla veglia al sonno, Handke trascrive, quasi medianicamente, i segni del risorgere del bello in una serie di aforismi brucianti e luminosi, che alleggeriscono il mondo del suo “peso” e lo riconducono a una levità che si direbbe originaria.
Il secondo, Storia del dormiveglia, è una raccolta di storie di Peter Handke. Si tratta di sfondi particolari, programmaticamente antinaturalistici e artificiosi, quelli in cui si muovono i protagonisti delle vicende. Vicende narrate secondo una prospettiva sorprendente, in cui contenuto e tema appaiono costantemente elusi, posti tra parentesi, lasciati in sospeso. In compenso, Handke non rinuncia quasi mai al finale, spesso un vero e proprio colpo di scena che sembra mettere in discussione il concetto stesso di finzione. E proprio questa soglia dell’interrogazione è identificata dall’autore nel dormiveglia del titolo: il sonno, la visione, il sogno e il risveglio della coscienza sono evocati con una prosa nitida. Una prova di grande talento artistico, nella quale riecheggiano Kafka e Musil su tutti.
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