LODE DEL LETTORE FURIOSO
Qualche giorno fa ho letto la notizia di un tal Vladimir Umanets, fondatore di un fantomatico movimento d’avanguardia denominato “Giallismo”, che ha imbrattato la celebre tela di Rothko Black on Maroon, custodita alla Tate Modern di Londra, apponendovi la propria firma e qualche altra frase delirante. Il giornalista, nel riportare l’accaduto, faceva un rapido excursus tra gli episodi più celebri di vandalismo ai danni di opere d’arte, ricordando in particolare il capostipite e il più grande di tutti questi gesti, quello perpetrato nel 2001 dai talebani ai danni delle statue dei Buddha di Bamiyan completamente rase al suolo. Si tratterebbe, diceva il giornalista, di due gesti simbolici della considerazione scarsa o nulla per le opere d’arte.
Io credo però che ci sia un grande errore, e che la considerazione per l’arte del vandalo e dei talebani sia del tutto opposta. Il primo considera l’arte così poco da servirsene bassamente per un’azione di promozione pubblicitaria, gli altri considerano l’arte così tanto che la ritengono davvero pericolosa per le coscienze. I talebani, infatti, hanno voluto disfarsi di quelle statue proprio perché potevano influenzare negativamente lo spettatore, perché secondo la loro mentalità quelle statue, e quindi quelle opere d’arte, avevano quello straordinario, vivido potere. Letta in questi termini la posizione dei talebani sarebbe così rispettosa dell’arte da superare persino quella di noi occidentali. Il nostro intento di conservare l’opera d’arte identica a se stessa, preservandola dal fluire del tempo, presume infatti che questa non possa avere un’influenza dannosa sulle coscienze degli astanti.
Per l’arte, probabilmente, abbiamo ragione noi, preservarla significa salvaguardare lo spettatore del futuro. Eppure io mi immagino un lettore di libri – in quanto tale riproducibili – che abbia la stessa posizione dei talebani rispetto all’opera d’arte. E cioè guardi con sospetto e con rispetto il libro che ha tra le mani, considerandolo un oggetto pregno di un enorme potere in grado anche di destabilizzarlo, di cambiarlo, di fare scandalo dentro di lui. E quindi se ne guardi, dubiti, tremi di fronte a quel libro. Uno che sia capace di odiarlo, di aver voglia di distruggerlo, che lo strappi, lo pesti, lo bruci. Un lettore che ingoi le pagine che lo ripugnino e che si cucia sulla pelle del petto quelle che ama. Un lettore appassionato, del tutto privo di buon senso, di equilibrio, di moderazione. Piuttosto rabbioso, violento, irrazionale, inattuale e illogico. Uno che prenda a pugni quel libro, se non gli piace, o lo ami, lo baci, lo adori se fa per lui. Uno che intrattenga una colluttazione o una fornicazione col testo. Una lotta ad armi pari, ma che lasci qualcuno al tappeto, o piuttosto un corteggiamento, una seduzione, un’intesa tremante da prima notte di nozze.
Questo è il lettore che vorrei. Uno per il quale le parole bruciano, si infiammano, si arroventano, uno che a fatica si rialzi da terra, trattenga le lacrime. Uno che mi tiri uova marce, che mi insulti, o che mi abbracci, che mi ami.
Scrivo sempre pensando a questo lettore. E questo lettore a cui penso sono io.
Scrivo per me. Ma ne esco con le ossa rotte, le ali spezzate.
Ne esco diverso, più vivo, più vero.
Ne esco come un io collettivo: un lettore furioso, un uomo, uno scrittore.
Se ne esco.
Distruggete il mio Buddha, se non vi piace, se vi fa paura, se lo odiate. Sarà il vostro modo di considerarlo, il vostro modo di rispettarlo.
Alessandro Cinquegrani (Treviso, 1974) è ricercatore di Letteratura comparata all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha pubblicato i volumi di critica letteraria La partita a scacchi con Dio (il Poligrafo 2002, Premio Gesualdo Bufalino), Solitudine di Umberto Saba (Marsilio 2007, Premio Promozione Ricerca del Cnr), Letteratura e cinema (La Scuola 2009, Menzione Speciale al Premio Internazionale Efebo d’Oro). Svolge attività di critico cinematografico per importanti riviste nazionali. Cacciatori di frodo, finalista al Premio Calvino e poi segnalato al Premio strega 2013 , è il suo primo romanzo.