Novità in uscita dal 6 al 12 aprile

ROMANZI

Cosa succede se a un certo punto nel mondo viene scoperta la prova inconfutabile dell’esistenza di Dio? Se Dio smette di essere oggetto di immaginazione o di fede e diventa un fatto reale, concreto, certo? Se il bene e il male hanno una spiegazione logica, se il mistero dell’esistenza smette di essere un mistero? Succede che il mondo va sottosopra, crollano i miti e i valori su cui finora si è basata la società, si sgretolano le divisioni di classe e le gerarchie, svanisce quella beata incertezza grazie alla quale l’uomo, per natura conflittuale e aggressivo, ha sviluppato nei secoli un modus vivendi che gli consente di coabitare il pianeta con i suoi simili. È lo scenario che si trovano ad affrontare cinque insigni teologi, da una parte illuminati, anzi folgorati, dall’evidenza della prova, dall’altra incerti se divulgarla al mondo scatenando una serie di destabilizzanti reazioni a catena. L’opportunità o meno della divulgazione della prova diventa il problema principale delle massime autorità politiche e religiose, timorose soprattutto di perdere i loro privilegi in un eventuale mondo nuovo votato al bene. Ed è uno scenario che Laurence Cossé affronta con ironia, immaginando le convulse iniziative messe in atto dal governo francese e dal Vaticano per occultare la prova: un balletto tra Roma e Parigi che diventa critica sferzante delle gerarchie della Chiesa.

“La prova nascosta” di Laurence Cossè. E/O edizioni.

“La primavera fa male. Vorrei chiederle mercé. Ogni anno spero d’essere pronta a viverla o di aver dimenticato il suo sapore. Non ho progredito di un passo, dunque? Sono come lo scoiattolo ingabbiato sulla sua ruota? O avrei potuto, dopo la tua morte, rannicchiarmi in fondo al letto senza che nulla accadesse di peggio? La dolcezza dell’aria mi fa sognare ciò che è stato e ciò che sarebbe se tu fossi vivo. So che questo sogno prova la mia incapacità di vivere il presente. Mi lascio trascinare da questa corrente senza guardare troppo lontano o troppo in fondo. Aspetto il momento in cui ritroverò la forza. Verrà. La vita mi appassiona ancora. Voglio salvarmi, non liberarmi di te”.  Anne Philipe, moglie dell’attore Gerard Philipe, autentico mito del cinema francese, racconta la malattia del marito, la loro storia d’amore, la felicità del loro rapporto, il lutto, la battaglia per tornare a vivere, nella forma di una struggente elegia dove la sofferenza, vivissima, non annulla mai la forza dell’amore.

“Breve come un sospiro” di Anne Philipe. E/O edizioni.

Il giorno in cui Riccardo riceve la telefonata, per lui sua sorella è solo un pensiero sgradito, un ricordo scacciato con rabbia dalla mente. Irene è un’autrice molto amata, ma il fratello non le ha mai perdonato di aver scritto di lui nel romanzo che l’ha portata al successo. Di aver parlato di quel dolore che lo ha segnato e lo ha reso un uomo duro e cinico. Ora che Irene giace in coma dopo un grave incidente, però, ci si aspetta che lui le sia vicino. E di fronte a quella vita che lotta per stare a galla, pian piano la rabbia si allenta, lasciando uno spiraglio nel muro che si è costruito negli anni. La storia commovente di un risveglio. Dei sentimenti, dei ricordi, della voglia di vivere. Per trovare il coraggio di mettere da parte il dolore e prendersi cura degli affetti che rimangono.

“L’amore involontario” di Chiara Marchelli. Piemme edizioni.

Nel 1954 la guerra d’Indocina volge al termine. Nell’ospedale militare francese di Hanoi, Mai, una giovane annamita che presta servizio come infermiera volontaria, conosce Yann, soldato bretone in convalescenza. È un colpo di fulmine. Ma il padre di Mai, giudice influente, l’ha promessa in sposa a un ricco mercante. La ragazza decide di ribellarsi al matrimonio combinato, a costo di essere ripudiata dalla famiglia, ma ci pensa la guerra a separare i due amanti, quando Yann viene rimandato al fronte. Dopo l’apocalittica battaglia di Dien Bien Phu, Mai tenterà il tutto per tutto pur di salvarlo dal campo di prigionia in cui è stato deportato, nella speranza di poter cominciare una vita insieme in Francia. Sullo sfondo di un affascinante Vietnam coloniale cancellato dalla Storia, Hoai Huong Nguyen ha scritto un romanzo d’amore di intensa dolcezza e di profonda violenza, dove lo scontro tra culture diverse diventa incontro.

“L’ombra dolce” di Hoai Huong Nguyen. Guanda editore.

Romanzo storico ambientato nell’alto Medioevo a Bruges nelle Fiandre durante la guerra dei Cent’anni. La storia vede come protagoniste otto donne che si riunivano in gran segreto per scambiarsi saperi e rimedi, sfidando il potere e la prepotenza degli uomini. Tra di esse, Greta du Glay, additata come la fattucchiera, Rose, promessa sposa di un tintore del blu ma innamorata di un tintore del rosso. La storia si intreccia, attraverso un sospetto di omicidio, una fuga e vari imprevisti con un percorso molto suggestivo e di forte impatto sociale: la sorte di queste donne pronte a sfidare il rogo, un certo spionaggio industriale che spingeva a vendere alla concorrenza i segreti della colorazione delle stoffe, il primato della Chiesa.

“La riva verde” di Adriana Assini. Scrittura&Scritture editore.

Figlia di un papa, tre volte moglie (un marito assassinato), un figlio illegittimo… tutto in soli 39 anni, in pieno Rinascimento. Una vita incredibile, da raccontare. Ci hanno provato scrittori, filosofi, storici. Di recente sono state dedicate a Lucrezia serie televisive di successo in Italia e all’estero. Ora, eccezionalmente, il premio Nobel Dario Fo, staccandosi da ricostruzioni scandalistiche o puramente storiche, ci rivela in un romanzo tutta l’umanità di Lucrezia liberandola dal cliché di donna dissoluta e incestuosa e calandola nel contesto storico di allora e nella vita quotidiana. Ecco il fascino delle corti rinascimentali con il papa Alessandro VI, il più corrotto dei pontefici, il diabolico fratello Cesare, e poi i mariti di Lucrezia, cacciati, uccisi, umiliati, e i suoi amanti, primo fra tutti Pietro Bembo, con il quale condivideva l’amore per l’arte e, in particolare, per la poesia e il teatro. Tutti pedine dei giochi del potere, il più spietato. Una vera accademia del nepotismo e dell’osceno, tra festini e orge. Come oggi. Perché il romanzo della famiglia dei Borgia è soprattutto la maschera del nostro tempo che, visto attraverso il filtro di quel periodo, ci appare ancora più desolante e corrotto.

“La figlia del Papa” di Dario Fo. Chiarelettere edizioni.

Adèle passeggia per le strade del suo quartiere a Parigi, e sembra fragilissima nel suo cappotto sbilenco di lana beige. Ha ottant’anni, e la città si schiude davanti ai suoi occhi come un paesaggio lontano ed estraneo: gallerie d’arte al posto di calzolai, corniciai e bot teghe passate per secoli di padre in figlio; corridoi di supermercati anziché la lun ga e rassicurante fila di negozietti di un tempo. Sébastien, suo figlio, vive a Londra, dove continua a trascurarla e a non condividere con lei pensieri e affetti. Il giorno in cui, dopo il secondo ictus, suo marito se n’è andato, Adèle ha pianto, ma soltanto perché si è sentita colpevolmente sollevata. Era diventato irriconoscibile, come «una statua con gli occhi strabuzzati», ha osato confessare a Martha, la giovane donna che vive con la figlia di tre anni nell’appartamento affianco al suo. Fino a qualche tempo fa Martha era sposata e, da agente immobiliare, aveva la testa piena di nozioni di estimo, norme di diritto, leggi fiscali, regolamenti edilizi. Poi divorzio e disoccupazione hanno vinto per lei ogni altra combinazione di problemi. Ora, dopo aver accompagnato la piccola Eline a scuola, fa colazione da sola con le calze ai piedi e le briciole dei biscotti della figlia sul tavolo. Un modo come un altro per ritardare l’inizio della giornata. A volte se ne va al parco e a zonzo per il quartiere con Eline recitando filastrocche, cantando e rientrando col pane dell’ultima sfornata. A volte sale al piano di sopra dove rigoverna l’appartamento di Jacob Lundman, un uomo con una voce profonda e morbida e gli occhi così neri che la pupilla si confonde con l’iride. Adèle piace così tanto a Eline che la piccola non capisce perché non vivano insieme dato che abi tano sullo stesso pianerottolo, porta a porta, e dato che Adèle è sola e anche loro lo sono. Eline le lascia ogni tanto dei disegni sullo zerbino e Adèle risponde con cara melle, biglietti di ringraziamento o filastrocche che la bambina recita con la madre prima di dormire, come una preghiera. Adèle, Martha, Eline: tre donne sole e inquiete, alla ricerca di un posto del mondo dove stare e ritrovarsi o, come dice la più piccola delle tre, di una strada che le riporti a casa. La solitudine sembrerebbe irrimediabile, se l’amore, «il dolore più gran de e la più grande consolazione» secondo le parole di Adèle, non facesse nuovamente irruzione nella loro vita a indicare che è nel cuore che c’è una strada per Parigi.

“Dentro c’è una strada per Parigi” di Nòvita Amadei. Neri Pozza editore.

Nel 1937 Manuel Chaves Nogales approda a Montrouge, un sobborgo operaio alle porte di Parigi. Fugge da un Paese, la Spagna, dove è un tipo «perfettamente fucilabile» dai due contendenti in guerra: dai comunisti guidati da Mosca, e dai fascisti foraggiati da Roma e Berlino. È, come lui stesso ama definirsi, un «cittadino di una repubblica parlamentare e democratica» che, andata velocemente in malora, non concede altra scelta che l’esilio a un giornalista e scrittore figlio della piccola borghesia liberale sevigliana. A Montrouge, la République gli procura un appartamento popolare d’antico decoro dove sistemarsi con moglie e figli. Reportero di fama, autore di una brillante biografia di Juan Belmonte – il grande matador, il torero bohémien che frequentava artisti e leggeva Maupassant – Chaves si ritrova a Parigi «insieme agli scarti dell’umanità che la mostruosa macchina degli Stati totalitari va producendo». Un demi-monde di esclusi, reprobi, sconfitti: pope russi, ebrei tedeschi, rivoluzionari italiani. Accomunati tutti da «un obiettivo inaccessibile»: ottenere «una patria d’elezione, una nuova cittadinanza» nel Paese che, ai loro occhi, è «una creazione spirituale ottenuta in venti secoli di civiltà», il luogo dove impera da sempre «la fede naturale dell’uomo in ciò che è umano». Verranno traditi, e le pagine di questo libro costituiscono la cronaca diretta, vertiginosa, iconoclasta, scritta a caldo di tale tradimento che trova il suo culmine nel giorno di giugno del 1940 in cui le truppe naziste occupano Parigi, ma che ha un lungo e doloroso decorso.Nell’agosto del 1939, alla firma del patto Hitler-Stalin, la Francia scatena la caccia al Rosso e a tutto quanto gli assomigli. I comunisti, «sottoposti a inutili e costanti vessazioni da parte della polizia», vengono spinti nell’illegalità. Il 3 settembre 1939, dichiarata guerra alla Germania, indesiderabile non è più soltanto il Rosso ma lo straniero tout court, anzi lo sporco straniero, le sale métèquela schiuma della terra, secondo la tetra espressione diventata poi il titolo del celebre libro di Arthur Koestler. Si internano antifascisti spagnoli, italiani, tedeschi, est-europei. E tutto precipita. Si sfascia. In una indolente apocalisse. Nell’«inumana indifferenza delle masse». La Francia, lo Stato «erede della civiltà greco-latina», crolla e scompare per sempre e il suo popolo cade in schiavitù «senza che l’autobus abbia smesso di passare a un’ora precisa». In un domenicale après-midi, mentre i nazisti dilagano, a Parigi la gente sciama fuori dai cinema. In tempo per l’aperitivo al bistrot…

“Agonia dalla Francia” di Manuel Chaves Nogales. Neri Pozza editore.

Quattro perfetti sconosciuti si incontrano su un treno in viaggio da Edimburgo a Londra e cominciano a chiacchierare. Ciascuno di loro ha una storia da raccontare: Hugh ha fatto un incontro casuale al binario che cambierà per sempre il suo destino; Kay torna con la memoria alla sua infanzia in Australia e all’amore che ha conosciuto allora; David ha vissuto una grande amicizia da cui è sbocciato l’amore; Andrew ha imparato sulla sua pelle che l’arte e le persone possono essere ingannevoli. L’amore può entrare nelle nostre vite in molti modi diversi, anche quando meno ce lo aspettiamo, e può assumere molte forme. Ma non importano il dove e il quando: l’amore resta la cosa migliore che può capitarci.

“Amori in viaggio” di Alexander McCall Smith. Tre60 edizioni.

Celeste è una ragazza solitaria e dallo humor tagliente. La sua vita da hacker scorre tranquilla, fino al giorno in cui incontra Vitaliano Spatuzzo, un improbabile fotomodello che le suggerisce l’idea giusta per fare soldi a palate. Una truffa mediatica che coinvolgerà la famosa attrice Bianca Del Prado, donna sensibile e problematica sul viale del tramonto. Il piano sembra funzionare ma una segretaria sull’orlo di una crisi di nervi, un manager senza scrupoli e un latitante mafioso troppo attratto dalle donne, complicheranno le cose fino a scatenare una serie di eventi imprevedibili (e disastrosi).

“Una diabolica Celeste” di Enrico Violet. Book Salad edizioni.

Se vuoi intraprendere questo viaggio apri bene gli occhi, respira rofondamente e dimenticati della velocità del mondo. Stai per imboccare la strada che ti condurrà a Sant’Ireneo di Arnois, un universo dove le persone sono più buone e la vita è più bella, dove il frastuono e la frenesia non arrivano e dove finalmente avrai il tempo per godere a pieno delle piccole gioie quotidiane. Proprio a Sant’Ireneo approda la signorina Prim, una trentenne coltissima che sotto l¿apparenza razionale e lo spirito indipendente nasconde le debolezze e le contraddizioni di un animo sensibile e passionale. Spinta dal desiderio di scappare dai ritmi dell’ufficio, dalle interminabili giornate tutte uguali, avvelenate da sorrisi sarcastici e occhiate malevole, dopo aver letto sul giornale l’annuncio di un posto di lavoro come bibliotecaria a casa di un “gentiluomo”, si è infatti convinta che l’occasione per cambiare passo sia finalmente arrivata. Quando però si presenta a casa del suo nuovo principale – una sorta di orgoglioso e affascinante Mr Darcy che con metodi assolutamente non convenzionali insegna ai bambini del paese – si rende conto di non essere preparata a fronteggiare una realtà così distante dalla sua tradizionalissima formazione. Sant’Ireneo, infatti, è una colonia di esiliati dal mondo moderno che hanno deciso di rinunciare alla carriera e al successo per vivere una vita semplice e rurale, ispirata ai più alti valori filosofici e morali e decisi a recuperare lo splendore dell’antica cultura europea. Le regole e le abitudini di questo paese, così come i suoi anticonformisti e arguti abitanti, aiuteranno la signorina Prim a ristabilire un contatto con la bellezza delle piccole cose e la accompagneranno lungo un cammino di crescita personale che la porterà molto più lontano di quanto lei stessa avesse immaginato e le daranno la forza di aprirsi all’amore…

“Il risveglio della signorina Prim” di Natalia Sanmartin Fenollera. Mondadori editore.

Westeros, novant’anni prima degli avvenimenti narrati nelle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”. Qui si muovono due nuovi grandi personaggi del pantheon di George R.R. Martin: Dunk, noto anche come ser Duncan, cavaliere errante poco avvezzo agli intrighi di corte ma abile nella lotta e nobile di cuore, e il suo giovane scudiero Egg, un soprannome dietro cui si nasconde, all’insaputa del mondo, Aegon Targaryen, principe della Casa dei Draghi e destinato un giorno a sedersi sul Trono di Spade. Alla morte del cavaliere di cui era scudiero, Dunk decide di prenderne le insegne e partecipare a un grande torneo che si svolgerà al Campo di Ashford. Sulla strada, in una locanda, incontra un ragazzino che afferma di essere orfano. Dopo un primo rifiuto, Dunk accetta di farne il suo scudiero: è il primo momento del sodalizio di una straordinaria coppia di eroi. Dal giudizio dei sette (una competizione in cui due gruppi di sette cavalieri si sfidano senza esclusione di colpi), passando per una storia di intrighi e tradimenti sul’Altopiano, fino alla misteriosa sparizione di un uovo di drago, Dunk ed Egg affrontano incredibili avventure attraversando i Sette Regni di Westeros dall’uno all’altro dei punti cardinali. Le loro gesta hanno luogo in un mondo più sereno rispetto a quello descritto nelle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”, un mondo sfarzoso fatto di tornei, donne e cavalieri, in cui non mancano complotti e macchinazioni ma in cui c’è posto anche per un innocente eroismo. Eppure dietro lo splendore si mettono già in moto gli eventi che porteranno alla guerra e alla distruzione.

“Il cavaliere dei Sette Regni” di George R.R. Martin. Mondadori editore.

SAGGI

«Una volta chiesi a Steve Jobs quale riteneva fosse la sua creazione più importante. Ero convinto mi rispondesse l’iPad o il Macintosh, invece disse la Apple. Fondare un’industria che durasse nel tempo, spiegò, era più difficile e più importante che fare un bel prodotto.» A tre anni dalla sua scomparsa, Steve Jobs continua a essere studiato in tutte le business school come un modello unico di creatività, capace di coniugare in modo innovativo tecnologia e bellezza, strategia economica e fantasia. Imprenditore geniale, ma anche uomo dal carisma spietato, di lui spesso si sono messi in luce gli aspetti più ruvidi della personalità, senza considerare che questi erano parte integrante del modo in cui ha portato la sua azienda a raggiungere traguardi straordinari. Con la Apple, Jobs è riuscito a creare prodotti vincenti e a sviluppare nuove occasioni di business, rivoluzionando in pochi anni differenti settori, dall’informatica alla telefonia, dall’editoria alla musica. E questo grazie alla propria inventiva e alla determinazione con cui ha guidato la sua squadra. Partendo dai colloqui che hanno ispirato la biografia best-seller del creatore della Apple, Walter Isaacson torna a parlarci di lui, in un testo inedito che riassume le regole e i segreti dell’eccezionale successo del geniale imprenditore che ha rivoluzionato in pochi anni il mondo dell¿economia e del business. Una guida pratica e brillante, che svela i segreti del successo della massima icona dell’inventiva del ventunesimo secolo e la chiave per imitarlo.

“Steve Jobs. Lezioni di Leadership” di Walter Isaacson. Mondadori editore.

Il tema dell’immigrazione raccontato dall’interno da due operatori di un progetto di accoglienza. La comicità come inedita chiave di lettura del mondo dei migranti che sopravvivono alle stragi del Mediterraneo e che, invisibili, vivono nelle nostre città. Esilarante narrazione e, al tempo stesso, impietosa denuncia del tortuoso percorso dell’accoglienza e dell’integrazione: dallo sbarco in un paese alieno alla scoperta dei mille bizzarri modi per sfruttare il mondo nuovo (ed esserne sfruttati); dallo scontro con la più kafkiana delle burocrazie alla grottesca “storia d’amore” con la sanità occidentale.

“Uallai!” di Sandro Lano e Michele Brusini. Nuova Dimensione edizioni.

Fa i capricci e punta i piedi di fronte ai vostri no? Viene travolto da un’onda di incontenibile rabbia quando lo aiutate a mangiare o a vestirsi? Richiami e rimproveri non servono a niente. I genitori autoritari persistono nella fermezza, quelli permissivi tendono a colpevolizzarsi, ma alla fine il problema resta. E, di fronte all’ennesimo muso lungo, molti alzano bandiera bianca: «Le ho provate tutte! Non so più cosa fare!». Con un linguaggio chiaro, esempi concreti e simpatiche illustrazioni, Isabelle Filliozat affronta i comportamenti più difficili dei bambini tra 1 e 5 anni offrendo un punto di vista diverso sulle situazioni della vita quotidiana per cui spesso mamma e papà entrano in crisi. Ecco quindi una preziosa raccolta di consigli per diventare genitori autorevoli e appagati di bambini felici.

“Le ho provate tutte” di Isabelle Filliozat. Piemme edizioni.

Se quello che ci hanno sempre detto riguardo al nostro ruolo di figli fosse sbagliato? Se la dedizione incondizionata e di una mamma verso i figli non fosse in realtà “vero amore”? Se l’eccesso di amore materno potesse diventare un inganno esistenziale che condiziona e danneggia sia i genitori che i figli? Quando si parla di amore materno si sceglie di scoprire sempre e solo un lato della medaglia: il ruolo fondamentale di ogni mamma nella crescita e nell’educazione dei figli. Questo libro affronta invece il lato che nessuno ha mail il coraggio di svelare, il rovescio della medaglia: ogni mamma è anche donna e compagna. Difficile a credersi, ma il concetto di amore materno dovrebbe sempre tenere in considerazione anche il ruolo della mamma in quanto donna, dell’uomo e, soprattutto, della coppia. Possiamo cambiare in meglio la nostra vita e quella delle persone che ci stanno accanto solo imparando ad amare davvero, senza inganni, senza illusioni, senza fraintendimenti. Semplicemente imparando a vivere correttamente il nostro ruolo di figli, amanti e genitori.

“L’Inganno dell’Amore Materno” di Anatolij Nekrasov. Macro edizioni.

Quella attuale è una crisi contrassegnata dalla completa emancipazione della finanza di mercato, dall’economia reale e dall’indebitamento generalizzato. Il capitalismo non riconosce alcun limite e neppure alcun ostacolo politico, etico, sociale o economico, e uno dei suoi effetti diretti è stato l’affidamento del potere concreto ai rappresentanti di Goldman Sachs e di Lehman Brothers. Vanno in tal senso anche le decisioni prese dall’Unione europea con il meccanismo europeo di stabilità (MES), il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance (TSCG) e il Partenariato transatlantico sul commercio e sugli investimenti (TTIP), che equivalgono a un totale esproprio di ciò che rimaneva della sovranità delle nazioni. I parlamenti nazionali – palesemente subalterni, e quindi complici – si vedono amputare una delle loro principali ragioni d’essere: il potere di decidere le entrate e le spese dello Stato, ruolo ormai trasferito alla Commissione europea, mentre i contenziosi tra gli Stati diventano ormai di competenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, così come la totale deregolamentazione del commercio euroatlantico, nel perverso connubio con gli interessi della NATO, porta alla mercificazione dell’economia. In tal modo, l’intera Europa viene posta sotto la tutela di una nuova autorità, priva di qualsiasi legittimità democratica, che assegna il potere ai mercati finanziari, rendendoli completamente liberi di imporre il loro volere. Una dittatura del denaro, che toglie la sovranità ai Popoli.

“La Fine della Sovranità” di Alain de Benoist. Arianna editrice.

GIALLI, NOIR E THRILLER

Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l’ex sindaco è «fuggito» dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due obbedienti sottoposti. Nel breve volgere di due giorni, mezzo paese viene preso dalla febbre dell’intrigo, che non risparmia nessuno: dalla segretaria comunale Gigliola, zelante in tutto tranne che nel lavoro, al ruvido macellaio milanista Primo Ruggeri, per non parlare della bella barista Elena, contesa tra due uomini e ben decisa a conquistarne un terzo. L’indagine si complica, finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello… Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con gusto la provincia italiana, i suoi caratteri, la sua allegria e i suoi misteri, in un intreccio che coinvolge e trascina come una sarabanda.

“Il cappello del maresciallo” di Marco Ghizzoni. Guanda editore.

L’ispettore Rebus è tornato in servizio, anche se con una retrocessione a semplice detective e relegato in un’unità speciale che si occupa di riesaminare i Cold Cases. E viene riaperto un vecchio caso di trent’anni prima, un’indagine che vede coinvolto proprio il gruppo di poliziotti di cui, fresco di nomina faceva parte lo stesso Rebus. Si facevano chiamare «I santi della Bibbia delle Ombre» e risolvevano un altissimo numero di casi, ma il loro comportamento non era limpidissimo e ora grava su di loro l’ombra del sospetto. Possibile che facessero il doppio gioco? E Rebus da che parte stava? Nel frattempo Rebus viene coinvolto da Siobhan, la sua pupilla ora diventata ispettrice, in un caso apparentemente semplice: il ferimento di una studentessa in un incidente d’auto, che chiaramente non guidava lei. Ma del guidatore nessuna traccia, anche se c’è il forte sospetto che si trattasse del suo ragazzo, figlio del ministro della Sanità. Cocciuto, irascibile e scostante come sempre, Rebus indaga, mentre le ombre sulla confraternita dei «Santi» si addensano sempre di più.

“L’ombra dei peccatori” di Ian Rankin. Longanesi editore.

Cat ha sedici anni ma l’esperienza di una donna navigata. Ne aveva soltanto sei quando, nascosta dietro casa, ha udito distintamente le quarantuno coltellate che hanno massacrato sua madre e la pallottola che ha ucciso suo padre. Il trauma è stato troppo grande per non lasciare segni, e le persone cui è stata affidata inadeguate a tenerla lontana dalla droga e dalla strada. Adesso, nel cuore della notte, si introduce in casa del tenente Stride in cerca di aiuto: qualcuno sta cercando di ucciderla. A Stride basta uno sguardo per riconoscerla e una frazione di secondo per decidere di salvarla. Oltre ogni senso del dovere. Perché il tenente conosceva bene la madre di Cat: le aveva promesso di proteggerla, e aveva fallito. Forse, con questa nuova promessa, potrebbe finalmente riparare a quella mancata di dieci anni prima, e lenire il senso di colpa che da allora lo perseguita. Stride non sospetta nemmeno per un istante che, oltre ad avere paura per lei, dovrebbe avere paura di lei: delle sue menzogne, delle sue allucinazioni, del coltello che nasconde sotto il cuscino mentre dorme proprio in casa sua. E della scia di morte che la ragazza sembra portarsi appresso ovunque vada.

“La ragazza di pietra” di Brian Freeman. Piemme edizioni.

RAGAZZI

Nidhoggr, la viverna che un tempo cercò di distruggere l’equilibrio della natura, sta per tornare. Il sigillo con cui il drago Thuban la imprigionò nelle profondità della Terra si è infranto, e solo Sofia può fermarla. Perché in lei batte il cuore di Thuban, così come nei suoi compagni Draconiani vive lo spirito dei draghi nati per proteggere l’Albero del Mondo e ritrovare i cinque Frutti che lo faranno risplendere. Ne mancano solo due, e per trovarli Sofia dovrà partire alla volta di Edimburgo, in un¿avventura che la porterà a combattere contro la morte stessa. Un’antica nemica potrebbe rivelarsi una preziosa alleata, una figura riemersa dal passato consegnerà a Sofia uno strumento decisivo per la vittoria, e il tormentato amore per Fabio sboccerà o morirà per sempre. È in gioco il destino del mondo: riuscirà l’erede di Thuban a sconfiggere i propri fantasmi e a rinchiudere per sempre Nidhoggr nella sua prigione? I gemelli di KumaL’ultima battaglia: gli emozionanti episodi conclusivi della serie tornano in un unico volume, per vivere tutto d’un fiato il travolgente finale.

“La ragazza drago” di Licia Troisi. Mondadori editore.

VARI

Tutto parte da una domanda: cosa accadrebbe alle mani del pianista se non dovesse più vedere, se i suoi occhi fossero nel buio assoluto? Da qui Cesare Picco, uno dei pianisti più amati d’Italia, decide di dare vita ai suoi «Blind Date», ossia appuntamenti in cui un concerto di piano solo si trasforma in un’esperienza sensoriale. Il teatro è immerso nel buio più assoluto, il musicista si siede al piano in un ambiente completamente privo di luce e comincia a suonare. Dietro quello che può sembrare un semplice esperimento concertistico, ci sono invece riflessioni e idee sul concetto di musica e fruizione, di esecuzione e ascolto. Dopo diverse date, tutte sold out, Cesare Picco racconta cosa accade tra il palco, le sue dita, gli ascoltatori e le loro emozioni, tracciando un percorso che racconta come la musica possa aprire spazi e silenzi che non sempre siamo in grado di ascoltare in condizioni “normali”. Musica nel buio è il racconto della sfida ai propri limiti, il resoconto di un viaggio intimo e personale che ha saputo coinvolgere migliaia di persone, nel sorprendente abbandono al puro ascolto della musica e di se stessi.

“Musica nel buio” di Cesare Picco. Add editore.

Cos’è la Terapia Chelante? È un metodo efficace e scientificamente provato che ha la scopo di disintossicare il nostro organismo dall’accumulo di metalli pesanti e tossici. L’inquinamento di questo tipo è, infatti, sempre più diffuso: dall’aria all’acqua, dai cibi alle otturazione dentali, nell’ambiente in cui viviamo si trovano sempre più particelle per noi nocive. Le tossine che assimiliamo quotidianamente, e che si accumulano nel nostro corpo nel corso degli anni, possono scatenare o aggravare numerose malattie e accelerare il normale processo di invecchiamento. Come possiamo riconoscere i metalli tossici? Dove si trovano? C’è una differenza tra quelli pesanti e quelli tossici? Agiscono da soli o abbinati e potenziati da altre sostanze nocive? Siamo veramente a rischio? Possiamo prevenire le intossicazioni? Il rischio è uguale per tutti? Quali sono le manifestazioni cliniche? Sono a rischio anche i bambini? Esistono test diagnostici? La dott.ssa Fiamma Ferraro, esperta di terapia chelante, risponderà a tutte queste domande in questa straordinaria opera, presentando le misure di prevenzione e le terapie dirette a liberare il nostro corpo dal carico di metalli e altri elementi tossici che tutti, con il passare degli anni, inevitabilmente accumuliamo. “Viviamo in un mondo tossico, ma non dobbiamo per forza vivere anche in un corpo tossico”.

“La terapia Chelante” di Fiamma Ferraro. Macro edizioni.

Domenica 25 agosto 2013. è nel piccolo stadio di Livorno, dove ottiene una vittoria eclatante, che Rudi Garcia debutta come tecnico della Roma. Il 31 ottobre, grazie alla vittoria 1-0 contro il Chievo, raggiunge il record di dieci vittorie nelle prime dieci giornate di campionato, migliorando ulteriormente il precedente di quattro vittorie del club giallorosso e superando la Juventus di Fabio Capello del 2005-2006. Ma chi è davvero questo tecnico francese che James Pallotta, presidente della Roma, ha convocato d’urgenza a New York per conoscerlo e offrirgli al volo un contratto di due anni come allenatore della sua squadra? Lo scopriamo per la prima volta in quest’autobiografia, in cui, a cinquant’anni appena compiuti, Rudi Garcia ha scelto di raccontare in prima persona l’eccezionale percorso che ha portato uno sconosciuto ragazzo cresciuto in periferia a diventare uno degli uomini più in vista della serie A. Ripercorriamo così le tappe di una carriera punteggiata di amare rinunce, come quando fu costretto a soli ventotto anni ad appendere le scarpe al chiodo, e grandi soddisfazioni, come quando nel 2011 riuscì a riportare il Lille in vetta al campionato francese a cinquantasei anni dall¿ultimo titolo. E poi, soprattutto, la Roma: la Città Eterna, l’incontro con i giocatori, le prime travolgenti vittorie. L’arrivo di Garcia nel club giallorosso è stato un autentico avvenimento, anche perché è il primo tecnico francese a dirigere una squadra italiana di serie A: un allenatore che si è fatto da solo, con fatica e tenacia, e che fin da subito si è messo al servizio di un’idea di gioco ben precisa. Gli piace il calcio semplice, tecnico, orientato verso la sua gioia naturale, il gol. Ma soprattutto, crede che gli obiettivi si raggiungano facendo leva sulla cultura di gruppo, coinvolgendo i giocatori, aiutandoli a crescere nel rispetto di se stessi e degli altri. Come in guerra, ci insegna Garcia, anche nel calcio la fiducia reciproca è tutto.

“Tutte le strade portano a Roma” di Rudi Garcia, Denis Chaumier. Mondadori editore.

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