Novità in uscita dal 23 febbraio al 1 marzo 2014

ROMANZI

Non è facile amare una terra in cui “futuro” è un termine sconosciuto, anche se ci sei nato e vanta un passato glorioso. Così pensa Billy, indiano Lokata cresciuto in riserva, che un giorno, stanco di sopravvivere tra povertà e alcolismo come fanno la madre, il fratello maggiore e il patrigno, scappa di casa e da un destino segnato, e armato dello sfacciato coraggio di tutti i suoi quattordici anni, corre incontro a tutte le opportunità che gli Stati Uniti hanno da offrirgli. Un ragazzo che viaggia da solo con una borsa in spalla attira subito l’attenzione, ma per fortuna non solo dei poliziotti. E per fortuna, Billy trova presto i suoi angeli custodi, che in lui non vedono solo un “muso rosso” da emarginare, ma un ragazzo dal grande talento, che studiando potrà andare lontano, molto lontano…

“Muso Rosso” di Guido Sgardoli. Rizzoli editore.

“Le donne di oggi portano lividi. Sono lividi visibili sul corpo, blu e viola, lasciati dalle botte dei loro compagni e da quelli che le sfruttano sulla strada… Ma sono anche lividi invisibili, che bruciano l ’anima, lasciati dai colpi inflitti da quegli uomini che le schiaffeggiano a parole, che sul lavoro abusano della loro intelligenza prendendosene i meriti davanti ai capi, che in casa le rendono serve perché non le rispettano più. Ho portato e porto su di me molti di questi lividi, ma in questo libro ho deciso di occuparmi dei soprusi e delle violenze su tante donne che ho cercato e conosciuto e al cui dolore voglio dare voce.” Figlia maltrattata, ragazza abusata, madre in lutto: la parabola personale di Dalila Di Lazzaro ha conosciuto tre terribili esperienze di dolore a causa di un padre aggressivo, di coetanei violenti e di un pirata della strada che le uccise il figlio diciottenne. In tempi di femminicidio e di crescente violenza sulle donne, Dalila prende ancora una volta la parola per condividere la propria lotta di figlia, sorella e madre con tante donne che pretendono di vedere rispettati i propri diritti e riconosciuta la propria dignità. Attraverso le storie e gli aneddoti inanellati in una vita di straordinario successo ma anche di profonda quotidianità, Dalila racconta il mondo delle donne: dalla figura tanto complessa quanto amata della madre, alla sorella, così diversa eppure unita a lei; dalle amiche degli esordi alle “avversarie” nel mondo dello spettacolo, dalle star alle persone più semplici… Un mosaico di incontri, parole e personalità che fa emergere in tutta la sua ricchezza – bella, ma anche controversa – il “pianeta donna”.

“Una donna lo sa” di Dalila Di Lazzaro. Piemme edizioni.

Lanore è bellissima, sensuale, appassionata… E ha oltre duecento anni. Lanore è un’immortale, ma la sua vita eterna ha un prezzo. È costretta a fuggire e a nascondersi continuamente, perché l’uomo che le ha donato l’immortalità, il potente e spietato Adair, è sulle sue tracce. Adair ha più di mille anni, ma nella sua lunghissima vita non ha mai incontrato una donna come Lanore. E ora che si è liberato dalla cella in cui lei l’ha rinchiuso per più di un secolo, Adair deve scegliere: ascoltare la voce dell’odio e della vendetta, che gli impone di scovare Lanore e ucciderla dopo orribili sevizie? Oppure cedere a una voce più profonda e autentica, che non sentiva da secoli: quella dell’amore?

“Il dominatore” di Alma Katsu. Longanesi editore.

Nei due anni e mezzo di guerra che John Williams trascorse tra India e Birmania, tra il 1942 e il 1945, scrisse il suo primo romanzo, Nothing but the night. A soli vent’anni il giovanissimo scrittore raccontò la giornata di un giovane borghese della California, scrivendo forsennatamente nelle lunghe ore vuote che caratterizzavano la vita di certe zone periferiche al conflitto mondiale. Al suo rientro negli Stati Uniti Williams riuscì, un anno prima di laurearsi, a far stampare il suo primo romanzo. Vicino al mondo descritto da John Fante (anche lui di Denver) con un tono trasognato e a volte ironico, Arthur Maxley ci ricorda l’Arturo Bandini che vaga per le strade di Los Angeles incontrando i personaggi più disparati. Qui Arthur è un dandy che seguiamo in una giornata scandita da incontri significativi (un amico con il sogno di acquistare una macchina tipogrfica e stampare poesie, il padre distante e una donna bella, ma disperata) Rappresentati all’interno di un diner, di un hotel di lusso o di un night, gli interlocutori di Arthur sono dei compagni di viaggio con forti personalità, ognuno di loro una musa ispiratrice per cercare di comprendere la solitudine umana.

“Nulla, solo la notte” di John Williams. Fazi editore.

Dieci anni sono trascorsi dal giorno in cui Anna ha visto i suoi multietnici compagni di scuola: la pelle scura e i capelli crespi di Khaled, gli occhi a mandorla di Lin, il rumeno Daniel. In tutto questo tempo le loro strade non si sono più incrociate e Anna è stata lontana dal suo paesino di provincia, per lei sempre troppo stretto e culturalmente limitativo, preferendo la cosmopolita Roma. Il ritorno al paese, il rincontrare Khaled e una muta richiesta di aiuto portano Anna a confrontarsi con se stessa e con le sue convinzioni. Tutti gli amici di Anna è un racconto che attraversa il senso profondo dell’amicizia e della solidarietà, per scardinare barriere culturali e pregiudizi di cui, in un modo o nell’altro, tutti siamo, o siamo stati, vittime o artefici. Torna così alla scrittura Enrico Pennino.

“Tutti gli amici di anni” di Enrico Pennino. Scrittuta&Scritture.

Avvolgente, serrato, magico, Il profumo della rosa di mezzanotte raggiunge il massimo dell’incanto e dell’emozione. INDIA, Darjeeling. È il centesimo compleanno di Anahita Chavan. Nonostante la sua famiglia si stia riunendo per festeggiarla, lei è avvolta da una nuvola di tristezza. Non c’è giorno che non pensi a suo figlio, che tutti credono morto da bambino. Ma il suo istinto sottile le dice che non è così: Anahita sa in qualche modo che è ancora vivo. Per questo consegna al nipote Ari un manoscritto dove ha annotato la storia della sua vita, nella speranza che il giovane possa scoprire quanto è davvero accaduto. INGHILTERRA, Dartmoor. La bella e famosa attrice americana Rebecca Bradley si trova ad Astbury Hall, l’antico castello scelto come set del suo nuovo film. Lord Astbury, schivo proprietario del maniero, si mostra fin troppo gentile nei suoi confronti e insiste sulla somiglianza tra Rebecca e sua nonna… Sarà il viaggio di Ari in Inghilterra e l’incontro con Rebecca a gettare nuova luce sul periodo inglese di Anahita durante la Prima guerra mondiale e sull’amore tormentato tra lei e Donald, erede di Astbury Hall. Un viaggio alla scoperta delle proprie radici che gli darà modo di comprendere molto di sé e di svelare i segreti rimasti sepolti per intere generazioni.

“Il profumo della rosa di mezzanotte” di Lucinda Riley. Giunti editore.

Chloe Peterson ha giurato a se stessa di non commettere mai più l’errore di fidarsi di un uomo. Una notte, una delle peggiori notti della sua vita, il destino le gioca però un brutto scherzo che la costringe a ritornare sui propri passi. Fin dall’istante in cui le bussa al finestrino della macchina in panne infatti, Chloe capisce che non riuscirà a lasciarsi alle spalle facilmente un uomo come Chase. Rimasta sola nel bel mezzo di un violento temporale, non poteva sperare in un incontro così fortunato ma soprattutto non avrebbe mai immaginato quale cambiamento avrebbe portato nella sua vita. La dolcezza con cui le parla e la delicatezza dei suoi modi hanno un effetto fulmineo e tumultuoso sul cuore di Chloe. Aveva deciso di chiudere con le relazioni perché non pensava che potesse esistere un uomo come Chase eppure lui è lì, di fronte a lei, e non le chiede che di seguirlo. Incantata dal suo carisma, Chloe non può fare a meno di accettare. Ma ancora non sa che quello sarà il primo giorno della sua nuova vita…

“Come nessun’altra” di Belle Andre. Tre60 editore.

Un romanzo grottesco, giocato sulla provocazione e sul paradosso, che immagina l’esistenza del Movimento per la disperazione, un nuovo partito basato su due convinzioni: che l’infelicità umana sia ineliminabile e che il meglio, per l’Occidente, sia passato per sempre. Il giornalista Michele Rota investe la vincita al Superenalotto nella fondazione di un nuovo partito: il Movimento per la disperazione. Una formazione dal programma incompatibile con i partiti tradizionali, ma con una precisa idea politica: l’umanità deve mirare esclusivamente ad estinguersi. L’Mpd politico propone di  accompagnare l’umanità all’estinzione smettendo di fare figli, sfruttando quel poco che resta dell’ambiente e mettendo in discussione i punti fondamentali di ogni politica: l’intangibilità della vita umana,  la famiglia, la lotta alla corruzione, la fiducia nel futuro. I sondaggi spaventano centrodestra e centrosinistra, che convergono su un unico candidato premier: Pina Bettini, ex sessantottina e cattolica integralista. Un romanzo comico, grottesco e tragico, fatto solo di frammenti: pagine web, e-mail, sms, registrazioni di dibattiti televisivi, comizi, articoli di giornale, podcast di notiziari radiofonici e intercettazioni telefoniche.

“Movimento per la disperazione” di Tommaso Pellizzari. Baldini e Castoldi editore.

A un anno, una nuova famiglia. A sei anni e mezzo, il primo viaggio con la sua vera mamma. A soli quattordici anni ha già cambiato tre volte nome. È l’incredibile storia (e ci teniamo a sottolineare: vera) di Julian, un bambino polacco di famiglia ebrea e comunista, nato nel 1929 e passato indenne attraverso la guerra. D’altra parte il suo stesso concepimento è avvenuto all’insegna dell’improbabilità: il suo diritto al mondo fu messo ai voti durante una riunione del partito comunista, per decidere se fosse “saggio” per una militante clandestina affrontare la maternità in quelle condizioni. Poi la Francia che lo accoglie e la guerra, mentre la madre – attivista politica- si nasconde dalle autorità. Ma agli occhi di Julian ogni cosa è un’avventura, piena di amici e di cose per cui vale la pena stupirsi. In uno dei momenti più bui dell’Europa, un bambino tiene accesa la fiaccola della speranza, dell’amore e dell’innocenza, con gioia e infinita tenerezza. Chiudendo questo libro non potrete fare a meno di sorridere e di chiedervi: “chissà se un giorno anch’io potrò mai parlare la lingua dei cani”.

“Il bambino che parlava la lingua dei cani” di Joanna Gruda. Edizioni E/O.

Astrid è una venticinquenne di origini calabresi che ha raggiunto il successo in tv, come Miss Buon Pomeriggio. Da un anno, esce con Giangi, un giovane conte, noto nei salotti buoni e alle cronache rosa come campione di eleganza e scapolo d’oro. Nella vita di Astrid, però, c’è anche il presidente, figura archetipica del politico italiano, diviso tra vizi privati e pubbliche virtù. Il romanzo si svolge in un’unica, decisiva, settimana, in cui s’intrecciano i destini di questi e altri protagonisti. Astrid vuole sposare Giangi e ottenere lo show del sabato sera. Giangi mira a un appalto pubblico, che lo renderà il signore dei cieli. Il presidente vuole varare un’opera che lo consacrerà alla storia: una colossale, contestatissima, autostrada, la prima a sei corsie del Paese. E poi ci sono Gloria Green, una conduttrice che ha fatto carriera accumulando amanti e ricatti, e Beatrice Saint Bon di Moncada, principessa e showgirl, fragile e nevrotica, entrambe già legate al presidente, entrambe lanciate verso lo stesso show del sabato di Astrid. Ma in questa settimana, scandita dall’attesa per la festa di compleanno del presidente e dall’attesa per la presentazione dei palinsesti, il passato e i suoi compromessi riemergono a presentare il conto. L’arrivo di una misteriosa busta verde, l’arresto di un paparazzo per sfruttamento della prostituzione, l’avviso di garanzia a un politico, un furto decisamente anomalo in casa della principessa. Presto, tutti si ritrovano a rischio di perdere tutto. In un’Italia immaginaria, ma mica tanto, popolata di contesse e morti di fama, potenti della politica e della finanza, agenti della tv, faccendieri vari, portabeautycase, minorenni all’arrembaggio e criptogay – che sono ognuno specchio rovesciato della vita dell’altro – Astrid prova a intraprendere la sua ricerca della felicità, tornando indietro fino a quell’estate dei suoi 14 anni, in Calabria, quando si chiamava ancora Carmela, pativa la fame e si consumava la sua perdita dell’innocenza.

“Le stelle non sono lontane” di Candida Morvillo. Bompiani editore.

Tre soldati francesi arrivano in licenza a Parigi dopo diciotto mesi trascorsi al fronte in Algeria. Si immergono nella grande città per dimenticare una guerra assurda, che Parigi ha trovato più comodo ignorare, costringendoli così a ricordarla continuamente. Quando, alla fine degli anni Cinquanta, Daniel Anselme, poeta e giornalista allora trentenne, scrisse questo romanzo, fu come se la Francia ricevesse un colpo in piena faccia. È il romanzo di una generazione «perduta», al centro di un grande dramma francese ed europeo. Non descrive il conflitto, non esibisce i morti; racconta le scorribande parigine dei tre soldati, alla ricerca di vecchi amici, di nuovi amori, di una rissa o anche solo della consolazione di una ubriacatura. Eppure i loro tristi vagabondaggi in una città – stupendamente dipinta – che finge di non vederli restituiscono gli orrori di questo ultimo conflitto coloniale meglio di quanto farebbe la più cruenta delle descrizioni: con la forza di un pensiero costante e ossessivo. E per noi, che leggiamo il libro ora, questi tre giovani consapevoli di un destino ineludibile evocano in modo struggente un mondo, un’epoca, le sue atmosfere. Un romanzo riproposto da numerosi editori internazionali, che sa esercitare oggi, forse ancora più che un tempo, la sua singolare magia.

“La licenza” di Daniel Anselme. Guanda editore.

Philadelphia, 1947. È quell’ora della notte che precede l’alba, quando il silenzio avvolge le strade in una nebbia rosata. Mary Frances Gerety, giovane copywriter di una delle più note agenzie pubblicitarie americane, non dorme da ore. Intorno a lei tazze di caffè, fogli appallottolati e pile di riviste. Manca poco alla consegna dello slogan per il loro cliente più importante, De Beers, il produttore di diamanti, e ancora non ha trovato niente che la soddisfi. Improvvisamente una frase le balena in testa, come un raggio di luce: “Un diamante è per sempre”. Perché c’è solo un anello fatto per dare la felicità più assoluta, quella che dura per tutta la vita. E quell’anello è fatto di diamanti. Lo sa bene Evelyn che ricorda ancora ancora il giorno, quarant’anni prima, in cui suo marito le ha messo quel gioiello da sogno al dito. Un anello che per lei significa tutto: amore, fiducia, passione. E proprio per questo ha deciso di regalarlo a Julie, la moglie di suo figlio, Teddy, che adesso però sembra intenzionato a fuggire con un’altra donna. Per James invece, un paramedico sempre squattrinato, quell’anello sta diventando un incubo. I massacranti turni di notte, la vendita della macchina, niente sembra bastare per l’acquisto della prova d’amore per la sua Sheila. La prova d’amore di Delphine è stata lasciare Parigi, la città delle luci, per seguire un’unica luce, quella della passione per P.J. Adesso, a New York, sotto un freddo cielo stellato, osserva il suo anello luccicante e non è più tanto sicura di aver fatto la scelta giusta… Un solo anello, quattro vite legate dalla frase che Mary Frances Gerety ha creato in quella mattina. Un simbolo, la speranza dell’amore eterno, il gioiello più desiderato da tutte le donne del mondo. Un gioiello che invece Mary Frances potrebbe non ricevere mai… All’improvviso la felicità, bestseller per mesi nella classifica del New York Times, è un successo internazionale venduto in 30 paesi. Anche il cinema si è accorto della potenza di questo libro che presto diventerà un film prodotto dalla Fox, con l’attrice Reese Witherspoon. J. Courtney Sullivan ci regala una storia indimenticabile sull’amore, sulle sue sfaccettature più brillanti e quelle che nascondono invece un bagliore segreto. Quello della speranza, della vita, della felicità. Per sempre.

“All’improvviso la felicità” di Courtney Sullivan. Garzanti editore.

Tra Sara e il giovane medico Matteo l’amore è nato al primo incontro. La coppia senza figli – lui, con il suo egocentrismo, vuole la moglie tutta per sé – vive in armonia e reciproco rispetto, con qualche episodio di gelosia di Sara verso il bel marito pieno di vitalità e di fascino. Gli anni scorrono veloci e sereni, ma un mattino all’improvviso, mentre si avvia al lavoro, Matteo sulla soglia pronuncia una frase: «Presto sarò padre». Lì per lì a Sara, ancora in dormiveglia, quello che ha udito – o sognato? – non sembra verosimile. È un incubo? No. Quelle parole sono state pronunciate, e per Sara comincia un calvario di scontri e confronti con il marito che teme la verità ma confessa: la madre di sua figlia (ma sarà proprio sua?) è una giovane palestinese di nome Layla. Un doppio shock colpisce Sara, cresciuta nell’amore e nel passato-presente di un madre ebrea sopravvissuta alla Shoà e di un padre di famiglia cattolica. Ma lei non soccombe, e reagisce intraprendendo una missione di pace verso la bella musulmana che la vede con ostilità, pensando alla propria terra occupata dagli ebrei. Rappresentando solo sé stessa e il proprio pacifismo, Sara cerca il dialogo fino a smorzare la rivalità. Per lei la bambina, di chiunque sia, dovrebbe crescere senza odi, nella religione dell’amore universale, ma nel loro microcosmo dove fermenta la speranza entra una mano nemica: il vicino Oriente è di nuovo percorso da scontri feroci e sulla primavera araba si addensano le nuvole. Il sogno rapito è un altro piccolo gioiello che Edith Bruck regala ai lettori. L’autrice pluripremiata affronta con forza e sensibilità un problema attuale in una fusione di cuore e ragione.

“Il sogno rapito” di Edith Bruck. Garzanti editore.

Mentre un incendio divora l’uliveto di famiglia, un giovane scrittore ripercorre anni di liti domestiche, dal rapporto conflittuale con il padre fino al recente abbandono della moglie. Braccato da simili pensieri fugge verso il centro di Dulcigno, antica potenza navale ormai ridotta a parco giochi per turisti, con l’unico intento di rimediare una sbronza colossale. Ma una parata di personaggi grotteschi lo costringerà a ritornare al fulcro di ogni sua ossessione: il padre. Questa travolgente e dissacrante parabola sui rapporti umani è valsa a Nikolaidis l’European Union Prize for Literature 2011.

“Nel nome del figlio” di Andrej Nikolaidis. Zandonai editore. 

SAGGI

L’albero è il simbolo della vita, una presenza che non solo abbellisce il paesaggio intorno a noi, ma che ha un ruolo fondamentale per la nostra salute: purifica l’aria, funge da barriera acustica e visiva, produce ossigeno, riduce l’anidride carbonica, cattura polveri. Ci fa inoltre risparmiare energia, grazie al suo potere rinfrescante in estate e alla protezione dai freddi venti in inverno, senza contare che i suoi frutti sono fonte di nutrimento e il suo legno materiale con cui riscaldarci. In questo libro, frutto dell’assidua frequentazione di alberi da parte del suo autore, troverete indicazioni pratiche su come riconoscerli, allevarli e prendervene cura, ne conoscerete la storia, così da poterne apprezzare l’importanza, e soprattutto imparerete piccoli ma significativi gesti per contribuire alla conservazione di un patrimonio universale, che arricchisce il nostro presente e può salvaguardare il nostro futuro.

“Chi pianta alberi vive due volte” di Riccardo Ferrari. Ponte alle Grazie editore.

Interrompi il processo di invecchiamento con la ricetta segreta russa, priva di effetti collaterali e molto efficace! La sciamana Lumira ci rivela le tecniche olistiche per il ringiovanimento del corpo e il rinnovo cellulare. Secondo i principi della guarigione sciamanica, l’autrice ci spiega l’interazione tra corpo, mente e anima e rivela sorprendenti possibilità di rigenerazione degli organi. Dimenticate tutto quello che pensavate sull’invecchiamento e sulla malattia! Diventate voi stessi i vostri guaritori e createvi una nuova consapevolezza del corpo e dell’anima. Il programma di esercizio energetico proposto e ideato da Lumira offre una vasta gamma di esercizi facili da applicare mentalmente, fisicamente e spiritualmente per rigenerarsi completamente e connettersi con la propria vera età interiore.Tu hai l’età che ti senti! Il processo di invecchiamento viene interrotto, i capelli ritrovano rinnovata elasticità, le rughe scompaiono, così come i chili in eccesso – senza sostanze chimiche o additivi dannosi. Le tecniche di esercizio di Lumira bloccano il codice i ringiovanimento fisico nel nostro DNA consentendoci di fermare e combattere i danni dell’invecchiamento.

“Rigenera le tue cellule” di Lumira. Macro edizioni.

Ogni parola che scegli di usare con tuo figlio, oltre a trasmettere informazioni, è un potente veicolo di emozioni, in grado di motivare o spegnere, rassicurare o ferire, aiutare o limitare. Per rendertene conto ti basterà pensare alle parole con cui i tuoi genitori o altri adulti hanno accompagnato la tua crescita. Oggi tu puoi scegliere come usare il potere positivo del tuo linguaggio per aiutare tuo figlio a crescere meglio. Come? Prendendo maggiore consapevolezza di quello che dici e di come lo dici evitando gli errori più diffusi nella comunicazione con i bambini imparando a usare il potere della parole per aiutare tuo figlio a costruire un’immagine di sé positiva e brillante. Le parole di un genitore sono i mattoni attraverso cui un figlio costruisce le basi della propria crescita. Per gli effetti che possono ottenere, è davvero importante maneggiarle con cura.

“Le Parole per crescere tuo Figlio” di Alessio Roberti. Macro edizioni.

Cosa ci impedisce di essere felici e di vivere appieno il presente? Perché rimuginiamo continuamente sulle difficoltà senza goderci gli istanti di felicità? Più forte è il nostro “ego” e più siamo preoccupati di noi stessi e della nostra immagine, meno coltiviamo il vero amore per noi stessi, diventando insensibili e indifferenti verso il prossimo: come possiamo riconoscere a amare il divino che è nell’altro se non riusciamo a vederlo prima dentro di noi? L’autrice, grazie alla conoscenza maturata attraverso le esperienze raccolte in prima persona nel corso della sua vita, ci offre un’analisi approfondita dei sentimenti che compongono le diverse sfumature dell’amore, per arrivare a una comprensione più ampia di ciò che significa realmente “amore incondizionato” verso se stessi e il prossimo. Il libro è ricco di esempi pratici che ci aiutano a riconoscere i nostri errori e a migliorare la nostra situazione con semplicità. L’Amore è la fonte di ogni felicità e l’unica vera ricchezza.

“Ti Basta l’Amore” di Elisabetta Bajocchi. Essere Felici editore. 

Un grande e misterioso graffito emerge durante i restauri in una delle celle più nascoste dei Pozzi di Palazzo Ducale. Rappresenta una “sacra conversazione” secondo i moduli della pittura veneziana tra quattro e cinquecento. Chi ne è l’autore? Come ha potuto realizzare un capolavoro di quelle dimensioni e di quella qualità nel buio di una reclusione durissima e in condizioni di vita impensabili? Lentamente si dipana la storia vera di un inedito intreccio artistico e storico. Ne è protagonista un piccolo  pittore di Conegliano, catturato e imprigionato per eresia nel 1549. Nuovamente catturato vent’anni dopo e condannato a morte, sarà bruciato nella piazza di Conegliano all’inizio del 1569. Sullo sfondo lo scontro insanabile tra Giovanni Della Casa, il famoso autore del Galateo, nunzio papale a Venezia e Pier Paolo Vergerio, vescovo di Capodistria, che abbraccerà la riforma luterana e sarà costretto a trovare rifugio in Svizzera. Tra artisti e letterati, grandi dame e monsignori; tra fughe precipitose e libri proibiti, dispute teologiche e controversie sulla lingua, le disperate rime di Gaspara Stampa e i roghi dell’Inquisizione, si consuma tra Venezia e le colline di Conegliano uno dei periodi più tormentati e vivaci della cultura rinascimentale, prima del grande gelo della Controriforma.

“Il pittore prigioniero” di Giandomenico Romanelli. Marsilio editore.

Angelo Mellone conclude la sua trilogia lirica sul Meridione italiano, giungendo anche all’ultima fermata di un viaggio che è un canto appassionato e dolente, ma al tempo stesso un grido di rabbia, per la sua terra Un ritorno nella propria terra, che è stata abbandonata anni prima con rabbia. Un ritorno a Meridione, compiuto con il mezzo che più associamo al viaggio: il treno. Sui treni sono partiti i primi emigrati meridionali, sulle carrozze di treni locali scassati, regionali in perenne ritardo, Intercity improbabili, l’Autore fa macchina indietro e, da Roma, arriva a Taranto. In mezzo a partenza e arrivo si alternano situazioni grottesche, aneddoti, ricordi, memorie dolorose, persino una pagina dedicata ai fanti meridionali mandati al massacro nella Prima guerra mondiale. Tutte queste pagine, che Mellone ci regala con lo stile consueto delle sue “orazioni civile”, accostano il tema tradizionale del ritorno a quello, nuovo per l’autore, di una riflessione sull’amore, che viaggia a ritroso attraverso due figure femminili e una singolare disquisizione sui tacchi… E dunque, se l’amore è contesto, radici, terra, e «Meridione tiene sempre i piedi per terra», per trovare amore autentico a Sud bisogna tornare. E questo fa, Meridione a rotaia, nelle scorribande tra paesini, locomotori diesel, vagoni stipati di varia umanità, stazioni metropolitane e stazioncine di montagna. Offrendo, alla fine, un affresco di meridionalità divertente, surreale, commuovente.

“Meridione a rotaia” di Angelo Mellone. Marsilio editore.

Rossano Ercolini è un maestro elementare in un piccolo comune della Toscana, in provincia di Lucca. Quando viene a conoscenza dei piani per la costruzione di un inceneritore a pochi chilometri dalla sua scuola, per il bene del territorio e la salute dei suoi giovani alunni decide di intervenire. Fonda così l’associazione «Ambiente e Futuro», con l’obiettivo di informare la comunità dei rischi ambientali dell’incenerimento e di proporre strategie alternative per la gestione dei rifiuti. Seguono anni di battaglie durissime durante i quali Ercolini sfida apertamente gli apparati politici e i poteri economici locali e nazionali. Ma alla fine le sue ragioni hanno la meglio e nel 2007 il comune di Capannori è il primo in Italia a adottare la strategia Rifiuti Zero, diventando in poco tempo il centro di un movimento straordinariamente vitale che, da Napoli a Milano, coinvolge ora sempre più cittadini e tanti amministratori. Nell’aprile del 2013, per questo suo impegno come attivista e educatore, Rossano Ercolini riceve il Goldman Environmental Prize e viene invitato alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Non bruciamo il futuro è la testimonianza fiera e coinvolgente di una battaglia decennale vinta contro poteri fortissimi. È la dimostrazione chiara e diretta delle enormi possibilità di un modo di fare politica nuovo e capace di organizzarsi dal basso. È anche uno straordinario manifesto educativo: in tutti questi anni l’autore non ha infatti mai smesso di insegnare. Rossano Ercolini è oggi il simbolo di un ambientalismo capace di incidere in maniera efficace nello sviluppo di un territorio, andando oltre le ideologie e gli schieramenti. Perché è solo con l’impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore.

“Non bruciamo il futuro” di Rossano Ercolini. Garzanti editore.

GIALLI, NOIR E THRILLER

Sono tempi duri per Mickey Haller: nonostante il crimine non sia diminuito, pare che nessuno possa più permettersi un avvocato. E così non gli resta che dedicarsi ai casi di pignoramento delle abitazioni, che invece, a causa della crisi, abbondano. Quello di Lisa Trammel è il primo caso del genere di cui si occupa. Lisa non è un personaggio facile. Combattiva, ficcanaso, è stata persino diffidata dall’avvicinarsi alla banca che sta per portarle via la casa. Le cose si complicano, e di molto, quando viene accusata di aver ucciso Michael Bondurant, il dirigente che segue la sua pratica. Per Mickey significa tornare a quello che ha sempre fatto, cioè occuparsi di diritto penale, ma se pensava che difendere Lisa fosse una passeggiata, si sbagliava di grosso. Non solo scoprirà qualcosa di esplosivo sulla sua cliente, ma la sua vita finirà per prendere una piega del tutto inaspettata.

“Il quinto testimone” di Michael Connelly. Piemme edizioni.

1907: in un anno di crisi economica e tensioni sindacali, la linea veloce di Cascade della Southern Pacific Railroad viene colpita da inspiegabili incidenti, incendi ed esplosioni. Disperato, il proprietario della ferrovia assume la famosa Agenzia Investigativa Van Dorn, che manda sul posto Isaac Bell, il suo agente migliore. Bell scopre presto dietro questi sabotaggi c’è un uomo misterioso, il Sabotatore, che recluta complici tra i derelitti e i poveracci per sferrare i suoi attacchi alla ferrovia e poi li uccide. Chi è il Sabotatore e che cosa ha in mente? Bell ha poco tempo per risolvere il mistero, perché a rischio non c’è più solo la ferrovia, ma il futuro stesso della nazione…

“Sabotaggio” di Clive Cussler. Longanesi editore.

Stavolta per il brigadiere Bevilacqua non si tratta di una vittima qualunque. L’uomo che viene trovato impiccato sotto un ponte dopo aver subito umilianti torture è il sottotenente Robles, un tempo amico di Vila, suo maestro e mentore: l’uomo che gli ha insegnato tutto. Insieme all’inseparabile sergente Virginia Chamorro, sempre più efficiente e sicura di sé, e al novellino Arnau, Bevilacqua si trova tra le mani un caso che lo porta dalla consueta Madrid alla Barcellona del suo passato professionale e sentimentale, una città dove è stato immensamente felice e poi terribilmente triste. Ben presto appare evidente che Robles, per arrotondare la magra pensione pubblica, aveva accettato di lavorare per un’agenzia di sicurezza privata dietro cui si nascondevano traffici poco chiari, con implicazioni che svelano un mondo di corruzione e malaffare, di sfruttamento della prostituzione e di spaccio di droga, che coinvolge anche vari membri della Guardia Civil. Così, sullo sfondo livido di una Spagna travolta dalla crisi, Vila arriverà alla resa dei conti con la memoria e dovrà aprirsi con l’inossidabile Chamorro, insospettita dalle sue reticenze. E la loro indagine, mai tanto circostanziata, si chiuderà con un inaspettato colpo di scena. Oltre che con l’addio di Vila a un grande amore. La linea del meridiano di Greenwich, che i protagonisti attraversano nel loro viaggio e che separa est e ovest del Paese, segna metaforicamente la frontiera spesso labile tra bene e male, tra passato e presente, che tutti ci portiamo dentro.

“La linea del meridiano” di Lorenzo Silva. Guanda editore.

Ad Aburrùs, antico vicolo della Mecca, giace il cadavere nudo di una donna. Il volto è sfigurato, è impossibile identificarla Gli abitanti della zona sono scossi, temono che la polizia possa scavare nelle loro vite e portare alla luce segreti custoditi gelosamente. Storie di famiglia, amori proibiti, intrighi di una città preda di società immobiliari senza scrupoli. Incaricato delle indagini, mentre cerca di scoprire chi sia la vittima, l’ispettore Nasser si immerge nelle tormentate esistenze di Aischa e Azza, misteriosamente scomparse dal vicolo poco prima del ritrovamento del corpo. Insegnante ripudiata dal marito, Aischa intratteneva una corrispondenza amorosa con un medico tedesco, mentre alla ribelle Azza erano dedicate le pagine del diario del suo vicino Yusuf, giovane storico ossessionato dalla grandezza del patrimonio artistico e religioso della città più santa dell’Islam. Continuando a cercare la verità sulla donna uccisa, Nasser trova preziosi indizi tra gli scritti di Aischa e Yusuf. Scoprirà quanto la sua antica città sia minacciata dalla corruzione, e capirà che è il suo cuore sacro, la Kaaba, a dover essere salvato dallo scontro tra tradizioni ancestrali e una tensione brutale verso la modernità.

“Il collare della colomba” di Raja Alem. Marsilio editore.

A Roma è guerra di mafia. Tra violenza, connivenze, intrecci di potere scorrono fiumi di droga e di sangue. La Capitale da decenni è l’obiettivo della criminalità organizzata, e simbolo di un Paese immobile per scelta. Negli ultimi tempi sono saltati equilibri consolidati: nuovi soggetti si sono seduti al banchetto degli appalti e degli affari, altri ne sono stati esclusi, altri ancora sono stati costretti a scendere a patti. E le mafie non sono rimaste a guardare. Saccheggiano Roma riciclando soldi per fare soldi, favorite dalla crisi finanziaria. Hanno a disposizione i colossali proventi della droga – da Roma passa un quinto di tutta quella “trafficata” in Europa – del racket delle estorsioni, degli appalti sporchi e dell’usura. Appetiti formidabili al servizio di nuovi e vecchi poteri. Le trame inedite fra Cosa nostra, ’ndrangheta, camorra napoletana, Casalesi, Casamonica, banda della Magliana e organizzazioni criminali straniere non possono più fare pensare a fenomeni di infiltrazione isolati, ma a una rete strutturata di sodalizi mafiosi, che opera in modo inedito. Gli autori indagano e portano alla luce i legami sconosciuti e sommersi fra delinquenza, potere e interessi della Mafie s.p.a., tracciando la nuova geografia della criminalità organizzata che fa di Roma la caput mafiae del Paese.

“Grande raccordo criminale” di Floriana Bulfon, Pietro Orsatti. Imprimatur editore.

Filippo Soliméni, detto Lollo, narra la propria storia, dall’arrivo dei Carabinieri in viale San Martino 447, dove abita con i genitori. È l’alba del 4 marzo 1977. Lollo viene condotto in caserma e interrogato sulla morte di Immacolata Pianuzza in Barbalonga Chirò, la vicina di casa assassinata nella tarda serata dell’8 dicembre 1976, festa dell’Immacolata Concezione. Ascoltata la sua deposizione, la dottoressa Adele Piraino Limongi, sostituto procuratore, lo arresta e lo rinchiude nel carcere di Gazzi. Fabrizio Prisicianotto, penalista di Messina, viene incaricato della difesa e la delega in gran parte al giovane praticante procuratore Italo Agrò, suo sostituto e cugino dell’indagato. Qualche tempo dopo che è stato considerato estraneo al delitto e, quindi, rilasciato, la sua situazione si complica a causa di un altro omicidio. Anche questa volta, i Carabinieri lo arrestano, ma sono costretti a rimetterlo in libertà per una inattesa risolutiva testimonianza. Ma i guai di Solimèni non finiscono qui. Ambientata tra Messina e Letojanni, nelle atmosfere siciliane raccontate senza veli, mostrandone convenzioni e tabù, tic collettivi e individuali, una storia che si legge in un fiato, un fiato sospeso.

“Il delitto dell’Immacolata” di Domenico Cacopardo. Marsilio editore.

POESIA

Vitale e disperata, ironica, amara, disincantata, spietata nella sua assoluta sincerità, ma anche capace di momenti di dolcezza infinita, la poesia di Charles Bukowski contiene un mondo intero, quello di un’America di emarginati, che rifiutano il sogno americano ma che non fanno meno parte di questo immenso, contraddittorio Paese. I bar di quart’ordine, gli ippodromi, le strade desolate… ritroviamo in questa raccolta inedita quella fauna squilibrata e sofferente, e per questo così vera e umana, che abbiamo imparato a conoscere e amare. Ma qui in maniera particolare, il poeta lavora per sottrazione, riuscendo a racchiudere anche in un solo verso quello che altri non saprebbero spiegare in pagine e pagine di parole. Una voce fuori dal coro, quella di Bukowski, icona e punto di riferimento imprescindibile per le generazioni di poeti che sono venute dopo di lui.

“Una torbida giornata di Agosto” di Charles Bukowski. Guanda editore.

RAGAZZI

Dopo che Hiccup, insieme al suo drago Sdentato, ha salvato il villaggio e messo fine alla lotta tra draghi e vichinghi, a Berk sembra regnare la pace. Ma l’armonia è messa a dura prova dalla diffidenza degli umani. Per risolvere il problema, il padre di Hiccup istituisce un’Accademia di addestramento dove i ragazzi di Berk possono prendere confidenza con i draghi e imparare tutto su queste straordinarie creature. A poco a poco Hiccup e i suoi amici impareranno a diventare dei veri cavalieri: cavalieri di draghi.

“Dragons. I cavalieri di Berk” di DreamWorks. Fabbri editore.

VARI

Alfredo Martini, “grande vecchio” del ciclismo italiano, compie 93 anni il prossimo 18 febbraio 2014. Una vita passata in bicicletta, per la bicicletta. Ma che alla bicicletta non si è mai fermata. Corridore professionista nell’epoca d’oro di Coppi, Bartali e Magni e poi, dal 1975, per oltre vent’anni commissario tecnico della nazionale italiana, Martini, con grande sensibilità e intelligenza, ha sempre guardato e vissuto il mondo molto aldilà del suo essere uomo di sport. Martini ha la grazia del raccontare e Marco Pastonesi l’arte del far raccontare. Il libro nasce da questo felice incontro: i ritratti di corridori, campioni e gregari, ma soprattutto di amici, come Fiorenzo Magni, quasi un fratello-gemello, idee e storie politiche contrapposte, ma la stessa stoffa dell’onestà; come Franco Ballerini, il figlio perduto che non aveva; come Margherita Hack e la condivisa passione per la bici e la militanza politica di sinistra; e poi il racconto del ciclismo come insegnamento alla fatica, al sacrificio che rifiuta le scorciatoie per arrivare ai risultati; e ancora il ricordo della guerra e della Resistenza; la consuetudine alle buone letture, da Dante a Garcia Lorca, passando per l’Hemingway del “Vecchio e il mare”, e alle riflessioni filosofiche (“nell’andare in bicicletta, mentre pedali puoi pensare”). Lo sguardo saggio e critico di Martini si posa sul mondo di oggi, “arruffato e sproporzionato”, ma di cui è sempre pronto a coglierne e capirne con passione la natura umana.

“La vita è una ruota” di Alfredo Martini. Ediciclo editore.

La storia dell’energia è la storia del mondo. Abbiamo bisogno di energia per vivere, ma hanno bisogno di energia anche tutti gli strumenti, necessari o futili, che accompagnano la nostra vita. La ricerca di questa fonte che mette in moto le nostre industrie, muove le nostre automobili, carica i nostri cellulari passa attraverso scoperte e imprese che raccontano l’evoluzione della società. Da metà Ottocento, quando vennero perforati i primi pozzi petroliferi, ai tempi di John D. Rockefeller, dall’avventura di Enrico Mattei fino ai giorni nostri, la storia dell’energia è stata una continua sorpresa. Al dunque, la mossa decisiva l’ha sempre fatta l’innovazione tecnologica. Giuseppe Recchi ripercorre le vicende dell’energia nel mondo moderno con la consapevolezza che il futuro è costruito sulle intuizioni del presente. Al centro del dibattito, la rivoluzione dello shale gas, che sta trasformando gli Stati Uniti – fino a qualche anno fa destinati a un futuro da acquirenti di risorse energetiche – in paese esportatore. Quali saranno le conseguenze di breve e lungo periodo per l’economia mondiale? E perché l’Europa sembra fuori dai giochi? Così come l’energia a basso costo sta diventando una fondamentale leva di sviluppo per gli usa, lo stesso potrebbe avvenire da noi, se solo le regolamentazioni si confrontassero con il progresso e con le nuove necessità dei tempi. Come racconta questo libro, l’ingegno dell’uomo ha saputo modificare il rapporto tra domanda e offerta. Nessun destino è già scritto. Le scelte che faremo oggi determineranno lo stile di vita del nostro domani e di quello dei nostri figli. Vale la pena, dunque, continuare a discutere e confrontarci, per costruire insieme il futuro.

“Nuove energie. Le sfide per lo sviluppo dell’Occidente” di Giuseppe Recchi. Marsilio editore.

La prima doppia biografia di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, un racconto dei 31 anni di vita pubblica dei due, di una straordinaria amicizia e di due strade che viaggiano in solitaria dal ’99 con percorsi altrettanto originali e un sottile dialogo a distanza. Un libro basato su una infinità di fonti giornalistiche, letterarie, radiofoniche e audiovisive, alcune assolutamente inedite, arricchito dalla testimonianza diretta dell’autore che ha assistito a decine di concerti, presentazioni, conferenze, performance. Un lungo viaggio dai CCCP ai CSI ai PGR, fino al recente spettacolo equestre di Ferretti e alla collaborazione di Zamboni con Angela Baraldi. Cronaca e non solo, con uno studio dei testi delle canzoni e un’indagine sulle radici esistenziali, con salti nel profondo dei pensieri di vita dei due protagonisti.

“Quello che deve accadere accade” di Michele Rossi. Giunti editore.

Il metodo sticazzi è la via che ti conduce alla libertà: esso non richiede istituzioni, né riti, né manufatti sacri. Il metodo sticazzi vive e cresce esclusivamente dentro di te. Coltivalo, ed esso ti renderà felice, ricco e amato da tutti. Con il metodo sticazzi leggi un giornale intero in tre minuti. Neutralizzi i venditori porta a porta e i volontari di associazioni benefiche. Lavori di meno e guadagni di più. Diventi invincibile. In poco tempo non si tratterà più di quello che puoi fare con il metodo sticazzi, ma quello che il metodo può fare per te. Diventa uno sticazzista assoluto e raggiungi l’imperturbabilità zen.

“Il metodo sticazzi” di Carla Ferguson Barberini. Imprimatur editore.

Da quando è nata, la tv è al centro di un dibattito che non si è mai sopito. Anzi, negli ultimi decenni si è arroventato per la “discesa in campo” del principale proprietario di tv private del Paese. Ma la “questione televisiva” ha rappresentato, più in generale, una delle questioni irrisolte e più scottanti che abbia attraversato la storia dell’Italia repubblicana. Trascorsa l’età in cui è stata la politica, soprattutto governativa, a controllare e a occupare la tv, molti sono gli indizi che fanno oggi pensare che si sia giunti alla fase in cui è piuttosto la televisione a dettare le regole alla politica. Come si è arrivati a tutto ciò? Questo saggio cerca di rispondere a questa e ad altre spinose domande, ricostruendo, in un Paese dalla memoria cortissima, i vari passaggi in una prospettiva storica, identificando le costanti e le discontinuità, ricomponendo i fatti accaduti, riportando alla luce episodi dimenticati, mettendo a fuoco i momenti più importanti (nonché le occasioni mancate della politica) in questa ennesima “storia italiana”.

“Ha vinto la tv” di Giandomenico Crapis. Imprimatur editore.

Il cinema, il rapporto col cinema e col suo mondo è l’argomento principale di queste conversazioni tra il critico inglese Jon Halliday e Pier Paolo Pasolini. Halliday ritraccia con Pasolini l’intero suo percorso di regista, illustrandone la concezione del «cinema d’autore», affrontando gli aspetti tecnici, analizzando le opere, chiarendo la posizione di Pasolini di fronte alla censura. Ma la ricchezza della personalità dell’intervistato, la curiosità dell’intervistatore, la varietà d’interessi di entrambi fanno sì che la conversazione spesso si dilati, si appropri di altri temi. Si aprono rapidi, vivissimi scorci su certi momenti della vita di Pasolini: gli anni giovanili, il Friuli, Bologna, la scoperta di Roma, il formarsi delle amicizie. Ma, soprattutto, si toccano gli argomenti che hanno destato, fuori e dentro l’opera letteraria, l’interesse e la passione di Pasolini: le questioni di lingua, la religione, il rapporto fra letteratura e ideologia, fra cultura e politica e fra Chiesa e cultura in Italia. Riscoprendo così un ardore intellettuale e civile capace di mettere a fuoco problemi sempre attuali nel nostro Paese.

“Conversazione con Jon Halliday” di Pier Paolo Pasolini. Guanda editore.

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