
Autore: Franco Faggiani
Data di pubbl.: 2020
Casa Editrice: Fazi
Genere: Romanzo sociale, Romanzo storico
Pagine: 250
Prezzo: 17.00
La guerra, quella che avrebbe dovuto esistere solo al di fuori dai sacri confini italici e che avrebbe sancito la nascita del nuovo impero sui colli fatali di Roma, non sta andando come previsto dalle autorità italiane. Siamo nel 1944 e l’esercito italiano è in rotta mentre gli Alleati sono sbarcati in Sicilia prima e ad Anzio dopo. la capitale è nel caos non solo perchè l’esercito nemico punta a conquistare zone sempre più ampie di territorio ma anche perchè il 24 Marzo, il giorno dopo l’attentato consumatosi in via Rasella, la città è diventata teatro di disordini e guerriglia che non risparmia niente e nessuno. è in questa situazione sempre più caotica e confusa, dove bene e male sembrano non esistere più e dove nulla è esente dall’essere sfregiato e deturpato, che Filippo Maria Cavalcanti, un anziano professore specializzato in archeologia e vicino alla pensione, viene incaricato dal ministro degli affari culturali in persona di occuparsi di una delicata vicenda. La missione di cui Cavalcanti deve occuparsi è quella di scortare alcune casse contenenti delle importanti opere d’arte che attraverseranno il confine e saranno messe al sicuro nel Reich tedesco. Una situazione insolta, quasi un furto autorizzato dalle alte sfere Fasciste che però deve essere eseguita senza indugio. Non si tratta, infatti, di un episodio isolato. questa ruberia continua imperterrita dal 1939. Cavalcanti parte e giunge nella città di Bressanone, nel territorio dell’Alto Adige dove incontra Quintino Aragonese, un uomo più giovane di lui, mandato al confine per la sua avversione al fascismo. sarà l’incontro con Quintino ad alimentare il dubbio che anima il professor Cavalcanti, dubbio che cesserà di esistere quando il vecchio archeologo si imbatte in un prezioso reperto archeologico. Di fronte a quella bellezza (forse) e alla nuova volontà di liberarsi dalla tirannia tedesca e riportare a casa le opere trafugate, i due iniziano una spericolata discesa verso l’entroterra italiano, diviso dalla guerra e dall’ideologia.
Franco Faggiani si presenta, in questa estate 2020, con un libro interessante. “Non esistono posti lontani” non è la classica storia che ti aspetti, una storia che racconta della guerra o delle turpitudini dell’animo umano imbastardito dalla violenza e dalla durezza di tempi oscuri. “Non esistono posti lontani”, usando sì il tema del secondo conflitto mondiale come sottofondo, racconta di uno strano tipo di eroe,un eroe particolare quasi manzoniano, pavido all’inizio che viene modellato e trasformato dalla “fucina degli eventi” per diventare deciso (a tratti quasi duro) e risoluto nella sua missione (Interessante è stata anche la scelta di chiamare un professore di archeologia con il nome di un antico (ma assai noto) scrittore stilnovista). Nella (non troppo) variegata trafila di personaggi che si muovono nella scena, anche il semplice Quintino sembra risplendere di una luce propria. Pur essendo una persona “semplice”, di sicuro non ai livelli culturali del professore, Quintino risulta un personaggio ben caratterizzato e tutt’altro che banale tanto da risultare essenziale nel gioco degli eventi. Senza le riflessioni di Quintino, senza il suo modo di fare tanto insolito, non ci sarebbe stata una trasformazione vera e propria del personaggio (e se ci fosse stata, fatico a immaginarmela credibile). Faggiani, con una penna che trasmette poesia e sentimenti intensi,riesce a descrivere (come solo pochissimi autori sono riusciti a fare prima di lui) l’Amicizia nella sua veste più pura e semplice senza scendere nel patetico e nel sentimentale (e guadagnandosi l’ammirazione imperturita del sottoscritto.) ma restando nel (difficilissimo) “essere umano”.
“Non esistono posti lontani” affronta anche l’aspetto del “Male” che si manifesta sotto molteplici vesti. Si inizia con l’indifferenza delle alte gerarchie fasciste, si arriva al ratto della bellezza italiana (passaggio che mi ha riportato alla mente un passaggio dell’opera di Nievo, quando l’esercito invasore francese giunto in Italia, sottrae carri di opere artistiche con il beneplacito del popolo italiano che urla “libertà”) per poi giungere alla spietatezza generale dei militari. Leggendo questo romanzo non ho potuto non pensare che non esistono posti sufficientemente lontani dove il male non riesce ad affermarsi.Ma non esistono posti sufficientemente lontani dove la speranza (la bellezza) e il nostro essere umani non riesca ad arrivare.
Una splendida lettura.