
Autore: Vincenzo Fiore
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Nulla Die
Genere: Narrativa
Pagine: 136
Prezzo: 13 €
C’è un rimorso alla base del tormento del dottor De Tommasi; un rimorso che lo divora, che lo getta in un eccesso di lucidità, per dirla alla Cioran, che non gli lascia scampo. Nessun titolo di Vincenzo Fiore è un romanzo breve, ma intenso.
Lo scrittore campano, di cui ho già letto un interessante saggio su Platone, unisce sapientemente letteratura e filosofia. Nulla di sofisticato, ma un ottimo uso di quel flusso di coscienza che scorre ininterrottamente, senza controllo alcuno. Non ci sono dighe protettive nel cuore di De Tommasi; il metodo analitico che applica per giudicare la sua vita e la sua famiglia è impietoso.
È un cardiologo ormai vicino alla vecchiaia, che ha vissuto nelle strette maglie del conformismo e del perbenismo. Ha una moglie che lo tradisce. Ha due figli che sono cresciuti nel segno della deriva post-contemporanea. Ad un certo punto, un vecchio rimorso torna nella sua mente e fa piazza pulita di ogni certezza. Ad alimentare questo processo autodistruttivo, la comparsa di uno strano individuo, Emanuele, sorta di barbone-filosofo. Una sola cosa li lega: entrambi sono in cerca di redenzione.
Ma redimersi da cosa?
Il breve romanzo di Fiore fa sicuramente eco alla lezione lasciataci da Morselli, in cui l’io veste i panni di uno spietato giudice che punta il dito contro se stesso e il mondo. Nonostante De Tommasi sia un fervente cattolico, la sua fede non lo salva. Infatti, il dottore, tutto conformismo e moralismo, non cerca solo il perdono di Dio per un suo inconfessabile peccato, ma vuole anche acciuffare il senso della vita. Ed è proprio il male commesso che lo pone in una condizione di sfiducia verso il mondo.
Se il male è così facile da compiere, se esso sa camuffarsi tra le trame del bene, se esso è il risultato di assenze incolmabili per l’uomo, allora che senso ha la vita e perché Dio si diverte a tentare i suoi figli? Esiste davvero il libero arbitrio o tutti percorriamo un sentiero incerto già tracciato?
Il libro di Fiore si inserisce nel filone letterario che descrive la nostra epoca, in cui stiamo assistendo al tramonto dell’uomo. L’età post-contemporanea è un periodo di cinismo, ossia, di disprezzo per tutte le convenzioni sociali che, però, non vengono sostituite da altrettanti valori alternativi. Di qui lo spaesamento che inghiotte tutti, indistintamente. Pertanto, se De Tommasi incarna la lucida disperazione del nostro tempo, Emanuele è l’impossibilità di una redenzione.
Nessun titolo, quindi, oltre ad essere un romanzo è anche una disquisizione sulla nostra epoca.