Autore: de Kerangal Maylis
Casa Editrice: Feltrinelli editore
Genere: Narrativa
Pagine: 253
Prezzo: 16.00 €
Martedì 4 febbraio Maylis de Kerangal ha aperto a Torino, presso la libreria La Feltrinelli, il Festival de la Fiction Française con la presentazione del suo ultimo romanzo Histoire d’un pont (titolo originale) che in Francia ha avuto un successo straordinario aggiudicandosi il Premio Médicis 2010 e entrando in finale in diversi altri premi.
Quest’opera, tutt’altro che semplice o banale, appare come un romanzo corale, un’epopea che, ispirandosi a quelle classiche – è l’autrice stessa a raccontare di avere in mente l’Iliade e l’Odissea – si occupa di tematiche contemporanee.
Il lettore si trova catapultato nella città di Coca, cittadina inventata che richiama la California per i suoi immensi spazi e per il chiaro riferimento al Golden Gate Bridge di San Francisco, ma anche alla Dubai del boom economico e alla natura incontaminata dell’America del west. Questa città si trova sottomessa al volere di un sindaco megalomane che desidera costruire un ponte per poter colonizzare l’altra sponda, dove vi è una foresta incontaminata.
Il romanzo racconta la costruzione dell’opera architettonica, ma con il cantiere fisico-tecnico c’è un cantiere letterario che cresce. L’autrice, infatti, spiega che in primis ha dovuto documentarsi su come si costruisce un ponte, c’è quindi una dimensione di ricerca ma: “il difficile è stato non fare un rendiconto di queste informazioni ma costruire un racconto”. Maylis racconta che ha scelto “un ponte e non una torre o un’altra costruzione perché la torre afferma la potenza mentre nel ponte c’è subito una tensione, una dinamica, ci sono due lati, c’è dialettica.”
Nelle epopee classiche c’è sempre gente che si fa la guerra, “io invece – prosegue l’autrice – volevo lavorare su un motivo politico, su che cosa è vivere in comune, volevo capire cosa si perde e cosa si guadagna in queste relazioni e quindi ho pensato di parlare di persone che lavorano insieme”.
Il libro segue la costruzione del ponte che è ciò che separa due mondi. Il romanzo è come uno sguardo su una serie di persone coinvolte in quest’opera e così c’è chi è affascinato dal progresso e chi si oppone a questa struttura. Nessuna voce predomina, non esistono personaggi principali, ma la salvezza è nella collettività del gruppo. Proprio per questo il romanzo può essere definito come un’opera corale in cui si intravedono alcuni visi su una collettività di sguardi.
I personaggi sono descritti con flussi di pensieri, come dei canti; alcuni hanno ruoli di particolare importanza, come Diderot, direttore del cantiere, che coordina le azioni, o Summer Diamantis, una donna ingegnere del cemento, la responsabile della materia, la dea del calcestruzzo. Essi rappresentano una parte di mondo, ma dall’altra parte del fiume c’è la foresta, una realtà molto difficile da penetrare.
Il tema dell’ambiente è centrale in questo romanzo ma non vi è giudizio; è una riflessione che esprime inquietudine per questo mondo globalizzato in cui una piccola città è in balia di un’economia impazzita, anche a scapito della natura. Vi è un contenuto epico, una traccia etnografica e politica rispetto alla società attuale, tuttavia la storia si conclude la sera prima dell’inaugurazione del ponte e non vi sono soluzioni né giudizi.
In Nascita di un ponte c’è una rilevante dimensione di oralità ottenuta anche grazie ad un’ultima lettura ad alta voce da parte dell’autrice prima di concluderlo. L’idea della costruzione del ponte è stata influenzata dal fatto che Maylis de Kerangal è vissuta a Le Havre, una città con moltissimi ponti, ed ha assistito alla costruzione del famoso “pont de Normandie” e questo ha sicuramente lasciato una traccia in lei. L’ambientazione ricorda gli Stati Uniti che sono ancora metafora di spazi sconfinati e in cui la natura è protagonista accanto ad immense megalopoli.
Nonostante l’edificazione del ponte tra le due sponde non ci sarà circolazione e questa costruzione sarà un segno senza senso. Il ponte, come una dialettica nello spazio, interrogherà il lettore su ciò che avviene in un mondo in cui convivono tensioni economiche e spaziali, quindi l’opera può essere definita un’epopea lirica sul ruolo dell’ambiente e delle costruzioni umane.