L’ElzeMìro – Disdefunzioni 3

 

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                                                                                       René Magritte(1898-1967) – La Vengeance ( 1938)

                                                        Stefano Landi (1587-1639) Passacaglia della vita  https://youtu.be/wpAxBZSXW28

                                                        3. Il fabbricante di coccodrilli

Titolo, Uccideva per scrivere coccodrilli* arrestato cronista. Occhiello, Cinzia vendicato il tuo sorriso. Sommario, Un cuscinetto di rose immacolate l’addio delle amiche. Interno, Cinzia Pastrugna ultima vittima del killer dei necrologi, sorriso della comunità per le iniziative per deboli e meno fortunati, “gratis et amore deo” l’ha ricordata Don…. Dindondàn.

Seduto su una seggiolina fronte al giudice Gipiugiàp, cognome confuso con la sua funzione, spiovente tra due svettanti carabinieri, l’uomo dall’addome prolasso, fianchi sbottonati dai pantaloni taglia suprema, volto lucido, chiome da dirle intinte nel burro non dilunghiamoci però in descrizioni, attende. 

Gip. Vediamo di chiarire…. lei ammette di avere ucciso la Pastrugna…. come

Uomo (accento ispanico). È ininfluente 

G. Questo lo decido io

U. E io che lo so le assicuro niente metodo…. per questo avete faticato a trovarmi…. adotto il migliore del momento.… in questo caso sì ho investito la signorina…. in altri ho approfittato delle scale di un palazzo….dell’acqua ai bagni estivi…. come la morte casuale…. soffrire  è ingiuria

G. Oh oh abbiamo un filosofo…. non è raro tra gli assassini sono curioso…. avanti

U. Dicevo che tra me e il caso sa…. trave…. cornicione una slavina l’onda di piena di un fiume…. occasioni…. identici…. mi interessava il necrologio

G. Sì lei ha già dichiarato di avere agito sempre e solo per il gusto di scrivere coccodrilli sul suo giornale…. dunque conferma

U. Macché gusto cioè sì…. il gusto di garantire ai morti l’adeguato trionfo…. la rivincita del necrologio o scomparire maggioranza nel buco nero dell’olvìdo

G. Non capisco

U. Olvído spagnolo per oblivione…. da olvidár…. ogni lingua ha le sue densità semantiche…. prenda dimenticare…. in italiano suona deriva momentanea…. distrazione…. in castigliano sa di colpa di causa prima.… no me olvíde…. ne ascolti il rintocco…. non mi obliare…. sono ricordanze le discordanze…. scordare è allentar le corde dunque gl’accordi a uno strumento…. barbaridàd barbaridà…. lieve apòcope …. perdere il suono ossequiosamente…. voi gl’italiani fanno fuori le parole noi gli uomini…. intende la differenza… 

G. In che

U. In meglio…. ascolti la gente…. non parla raglia…. camminare è sfida all’equilibrio scrivere scompàgine epilettica…. frantumazione…. persino il mangiare…. gara di forchette rap…. ingestio facit saltus…. tutti scomposti tutti io ricomponevo…. ho ucciso a loro beneficio…. per trasformare gente in attori della propria morte almeno attraverso l’ausiliatore coccodrillo

G. Senta poi

U. Sì sento…. menzogne però autentiche…. il prete ai funerali e il parente nella sua fantasia redentrice fa dell’ognuno pubblicità di würstel…. arte è creare altre realtà non replicare il saputo….. ho dato dignità di reale a enti senza ora né mai…. creavo qualcuni

G. Capisco

U. Non credo ma creda bontà vera la mia

G. Ah arrogarsi diritti su vitarelle che s’aspettavano di essere vissute senza

U. Essere imbalsamate dalla mia parola forse…. guardi con qualche bellezza ho riscattato la mia laidezza…. nel senso noto amare è brutalità travestita…. c’è una canzone argentina el arbol del olvido. L’uomo, tenore, accenna, il giudice accenna ai carabinieri, l’uomo si lascia sollevare, poi dispiega la voce. I corridoi la scordano.

                            Alberto Ginastera(1916-1983) Fernán Silva Valdés(1887-1975 )El árbol del olvido https://youtu.be/IIUAfj-zdJc

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* Nel gergo giornalistico, necrologio di persone illustri, preparato quando sono ancora in vita e tenuto pronto nel cassetto. Fonte Vocabolario Treccani vedi inoltre alla voce occhiello18. Disdefunzioni 3. Il fabbricante di coccodrilli

BA 10

Pasquale D'Ascola

Pasquale Edgardo Giuseppe D'Ascola, già insegnante al Conservatorio di Milàno della materia teatrale che in sé pare segnali l’impermanente, alla sorda anagrafe lombarda ei fu, piccino, come di stringhe e cravatta in carcere, privato dell’apostrofo (e non di rado lo chiamano accento); col tempo di questa privazione egli ha fatto radice e desinenza della propria forzata quanto desiderata eteronimìa; avere troppe origini per adattarsi a una sola è un dato, un vezzo non si escluda un male, si assomiglia a chi alla fine, più che a Racine a un Déraciné, sradicato; l’aggettivo è dolente ma non abbastanza da impedire il ritrovarsi del soggetto a suo Bell’agio proprio ‘tra monti sorgenti dall’acque ed elevate al cielo cime ineguali’, là dove non nacque Venere ma Ei fu Manzoni. Macari a motivo di ciò o, alla Cioran, con la tentazione di esistere, egli scrive; per dirla alla lombarda l’è chel lì.

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