Chi non ha mai passeggiato tra gli scaffali di una libreria solo per il gusto di curiosare, lasciandosi guidare dall’istinto e scovando, a volte, qualche titolo nuovo e inaspettato? Questa ‘usanza’ dei lettori più appassionati ha adesso un nuovo volto: molti infatti si intrattengono in libreria, ma, una volta scovato un libro, se lo segnano soltanto per poterlo acquistare online in un secondo momento. Una consuetudine definita “showrooming”, poiché utilizza le libreria come fosse un salone di esposizione senza acquistare realmente in loco i volumi.
Da una ricerca inglese pare che siano soprattutto i giovani tra i 18 ed i 24 ad optare per questa modalità di acquisto, puntando a comprare i libri trovati al prezzo più competitivo del digitale. Fortunatamente, non tutti i lettori la pensano così e c’è ancora chi associa le proprie abitudini di acquisto al valore percepito di un posto come la libreria e anzi, questo valore si conferma essere la leva principale che spinge all’acquisto di un libro. Tuttavia sembra lecito di chiedersi: è possibile che librerie siano destinate a sopravvivere soltanto come luoghi di esposizione?