
Data di pubbl.: 2025
Traduttore: Stefano Serri e Jean - Charles Vegliante
Pagine: 223
Prezzo: € 18,00
Oggi si legge poco Paul Éluard, pseudonimo del poeta francese Eugène Grindel (Saint-Denis, Parigi, 1895 – Charenton-le-Pont 1952). Tra i maggiori esponenti della letteratura francese del Novecento.
Ciò che caratterizza la sua poesia è l’importanza che in essa assume l’immagine.
Inoltre, nei suoi versi si trova un notevole uso della metafora che raggiunge una straordinaria intensità.
Poeta d’amore, di vita, di lotta e di resistenza, Éluard nella sua opera ha saputo interpretare una vitalità esistenziale che non con ha mai conosciuto la parole resa.
Il poeta ha osato chiedere alle parole il loro sforzo più estremo, quello di non nascondersi mai.
Per Éluard il poeta non deve limitarsi a imitare il reale. Nello spazio bianco della pagina il suo compito è cogliere «irrealtà insensibili» dove ogni figura assume una significazione polivalente.
Éluard stesso ha detto che la poesia consiste « nel chiamare le cose con il loro nome». Questa è, inoltre, la prerogativa dei poeti veri. E Éluard lo è stato nella sua vocazione di uomo e testimone partecipe del proprio tempo.
La grande poesia di Paul Éluard si apre al lettore viva e familiare con il suo parlato di candore e di delirio.
Dalle giovanili esperienze poetiche agli anni del surrealismo e della lotta contro il fascismo, a quelli della Resistenza e del dopoguerra, il poeta scrive versi per celebrare l’umano.
La sua poesia è soprattutto un modo per invitare alla rivolta, è la forma più nobile dell’insurrezione per la libertà. In ogni sua parola della sua ideale poesia ininterrotta il poeta aspira a una felicità che nasca dall’amore seguendo una via che sta nella fatica che dà forma alla storia.
Carlo Bo ha scritto che la poesia di Éluard ha seguito uno sviluppo lineare: all’inizio è poesia di sentimenti puri, soprattutto d’amore, poi, dopo l’occupazione tedesca, si avvicina ai temi dell’attualità, parlando di pace, di libertà, di coraggio.
La sua poesia è soprattutto uno strumento di conoscenza, è verità che deve diventare un linguaggio universale, messaggio d’amore , un modo assoluto per restare umani in un tempo in cui gli uomini sbranano se stessi.
Éluard crede che una felicità sia possibile. Per fare questo è necessario superare i limiti umani, credere incondizionatamente nell’amore e nell’amore per la verità (« La verità con il suo corteo interminabili /Di puerili evidenze».) per abitare un tempo e un mondo migliore.
Perché la precisione del cuore umano non può essere stuprata e la poesia fra baci e parole deve essere sempre un libro aperto davanti alle imposte chiuse dell’esistenza.
Franco Fortini ha scritto che quella di Paul Éluard è una poesia d’amore come nessun’altra, la «goccia di candore che brilla dopo il pianto» si fa canto ininterrotto della coppia umana e della simultaneità degli esseri e dei tempi e passa dall’«orizzonte di un uomo all’orizzonte di tutti», dalla rivolta alla rivoluzione, dalla notte della passione solitaria al giorno della comunione e della novità della vita.
Interno Poesia nella collana Interno Novecento ripropone nella nuova traduzione integrale di Stefano Serri e Jean – Charles Vegliante L’amour la poésie (L’amore la poesia), il libro della pienezza del rapporto del poeta con Gala, il primo grande amore, la donna che sposata nel 1917.
Attraverso la musa l’amore diventa libro. Con uno straordinario lirismo appassionato Éluard scava nelle ragioni del cuore è dà vita a un ininterrotto conversare, a un dialogo che diventa in ogni verso costruzione di un amore.
«Al centro del libro – scrive nella postfazione Jean – Charles – Vegliante – si dispiega un vero canzoniere d’amore ove «Tu» occupa infine tutto lo spazio».
Già dai primi versi si evince la poetica dell’immediatezza di Éluard. Ha ragione Franco Fortini quando scrive che chi oggi legge Éluard può accorgersi come la parte del dono naturale e quella del suo significato storico si sovrappongono senza che l’immagine risulti incerta.
In questo canzoniere amore e poesia coesistono, camminano insieme, danzano la stessa musica, danno vita a un libro senza fine, a quella poesia ininterrotta che nel gesto resta sempre vita immediata.