Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Elena Cappellini
Pagine: 201
Prezzo: € 13,00
Impossibile resistere alla tentazione di leggere un noir di Frédéric Dard e questo, oltretutto, da poco uscito per Nero Rizzoli, non ha le atmosfere cupe de Gli scellerati o l’angoscia crescente de Il montacarichi. Il tono del racconto scivola a tratti nei migliori Sanantonio: frizzante, ironico, attento ai cambiamenti di umore dei protagonisti, graffiante nei dialoghi, pregnante nelle descrizioni di situazioni e ambienti.
Il giovane parigino Blaise Delange, alla perpetua ricerca di un lavoro, viene spedito dall’amico e mentore Fargeot in un paesino della grigia e sonnolenta provincia francese. Una fabbrica di caucciù cerca un rappresentante di commercio, ma quando Blaise arriva il posto è già stato assegnato. Non particolarmente dispiaciuto per la cattiva notizia Blaise, che considera la provincia alla stregua di “un oppiaceo”, si reca all’ufficio postale per avvertire l’amico del suo prossimo rientro a Parigi e rimane colpito dalla donna che lo ha preceduto nella cabina telefonica. Alta, bionda, curve mozzafiato, Germaine Castain gli sfila davanti come una visione indimenticabile e…perde il portafoglio. Blaise se ne accorge solo dopo la propria telefonata e decide all’istante, e d’impulso, di restituirglielo nonostante il suo contenuto, ottomila franchi, gli faccia gola. Trova la strada dove la donna abita e scopre che la bella Germaine è sposata con Achille Castain, assai più vecchio di lei, e impresario di pompe funebri. Parte di qui una storia, in fondo comune e magari scontata, che Dard è però capace di narrare in modo magistrale. Una storia d’amore e di morte con un finale di riscatto, se vogliamo. Una storia che include ben due delitti perfetti, di cui il secondo solo in apparenza, come i lettori scopriranno. Al protagonista e voce narrante Blaise non fa certo difetto l’umorismo nel raccontare la pettegola e gretta provincia francese e il suo aver accettato dal signor Castain un impiego nelle pompe funebri pur di restare accanto a Germaine, nonostante non veda l’ora di scappare con questa creatura fragile, vessata dal marito, ma in fondo dotata di una sua cocciuta volontà e di una perspicacia non comune. Un’acqua cheta, in altre parole. Una storia in cui il vero protagonista è il caso o, se preferite, il destino come alla fine scoprirà Blaise:
“Da quando avevo visto Germaine uscire dalla cabina telefonica dell’ufficio postale, il caso mi aveva risucchiato nei suoi perfidi ingranaggi. Per mesi avevo creduto di controllare il destino, mentre in realtà ero solo il suo docile servitore.” (pag. 194).
Un magnifico Frédéric Dard che, come sempre, stupisce, diverte e ammaestra.