Autore: Tani Cinzia
Data di pubbl.: 2011
Casa Editrice: Mondadori editore
Pagine: 384
Prezzo: 19
“Vivo o morto me lo devono ridare. Scrivete, scrivete: Pupetta Maresca non ha paura di niente e di nessuno. Chi potrebbe fermare la mia mano?”
Una dichiarazione forte, quella della napoletana Pupetta Maresca alla notizia del rapimento del figlio Pasqualino. Una madre spaventata, si direbbe, o molto sicura di sè.
Nessuno penserebbe ad una madre che, diciassette anni prima, aveva ammazzato a sangue freddo in mezzo ad una folla di persone l’assassino di suo marito.
Perché che uccidere sia una prerogativa prettamente maschile non l’ha mai detto nessuno.
In questo libro-documentario piano piano si arriva a scoprire personalità forti o disturbate, estremamente intelligenti o semplicemente troppo sottomesse per riuscire a difendersi. Tutti caratteri diversi, tutte persone vissute in epoche e luoghi differenti, con solo due denominatori comuni: sono donne e hanno ucciso.
L’incontro con alcune di loro può essere scioccante, perché una giovane che brucia vivi tre uomini e una ragazzina che sgozza il fratellastro di quattro anni non sono figure facili da digerire. Per altre, invece, sarà più facile provare compassione e , a volte, addirittura simpatia.
Ciò che di straordinario c’è in questa cronaca, però, è il fatto che si occupi di fatti che la storia ufficiale ha preferito dimenticare, relegandoli alle pagine di vecchi quotidiani dimenticati.
Un libro da leggere per il semplice piacere della conoscenza e per rendersi conto che, anche in epoche in cui le donne erano considerate meno di niente, hanno sempre trovato il loro modo, seppure alle volte estremo, di far sentire la loro voce.