Autore: Carlo Boccadoro
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: La nave di Teseo
Genere: Saggi
Pagine: 174
Prezzo: € 17,00
Franco Battiato viene da mondi lontanissimi e in mondi lontanissimi ci ha portato per mano con la sua arte musicale sempre avanti nel tempo.
A 40 anni dall’uscita dell’album La voce del padrone, del grande maestro siciliano, poeta rarefatto e metafisico, genio inarrivabile, non si perderanno mai le tracce.
Adesso che non è più con noi, ci piace immaginarlo scomparso in uno di quei mondi lontani che aveva anticipato con i suoi testi e con la sua musica, e a noi resta l’invenzione di una lingua nuova.
A un anno dalla sua morte, Carlo Boccadoro, musicista, compositore e direttore d’orchestra di fama internazionale, dedica a Battiato un libro davvero molto interessante.
Battiato Cafè Table Musik apre nuovi scenari sulla fase sperimentale del musicista siciliano, getta lo sguardo sulla prima produzione e sulla ricerca musicale sofisticata di Battiato, oggi non molto considerata e in gran parte ignorata.
Negli anni Settanta Franco Battiato era già molto avanti. La produzione che va dalla fine del 1974 a tutto il 1978 rimane angora oggi poco conosciuta.
Boccadoro entra nel merito della sperimentazione di Franco Battiato e spiega quali sono i motivi di questo oblio rispetto ai suoi lavori successivi: « indubbiamente non sono mancate ( né mancano tuttora ostilità da parte dei circoli di musica classica nei confronti di un musicista che arriva da esperienze non accademiche, dobbiamo considerare però anche una notevole trascuratezza da parte di Battiato stesso nel conservare e mettere a disposizione di altri musicisti le partiture necessarie a maggior circolazione delle proprie opere. Con l’atteggiamento d’autentico musicista d’avanguardia, Battiato rivolgeva la propria attenzione al presente; ogni progetto valeva per l’occasione in cui veniva creato».
Un modo di pensare non dissimile da quello di compositori come John Cage, Terry Riley e Harry Partch.
Lo stesso autore ci dice che negli ultimi venti anni ha sollecitato più volte lo stesso Battiato e i musicisti che avevano partecipato con lui alla realizzazione degli album del periodo sperimentale ad avviare una storicizzazione documentale di quel periodo.
Boccadoro nel libro scrive una vera e propria giuda all’ascolto del Battiato sperimentale degli anni Settanta, passando in rassegna tutti gli album pubblicati.
Clic (1974) è un album di transizione: scrittura musicale come “proposta”, dunque non come “imposizione” da parte dell’autore di una estetica o stile che dir si voglia: l’ascolto è da considerarsi libero e creativo.
L’ Egitto prima delle sabbie (1978) rimarrà la composizione prediletta da Battiato. Durante tutta la vita ne parlerà in termini entusiastici, considerandola in vertice assoluto della sua attività di compositore.
Tra questi due album ci sono M. elle le “Gladiator (1975), Franco Battiato (1977) e Juke Box (1978).
Boccadoro si sofferma con competenza e acume su questi lavori musicali con l’intenzione di scoprire e riscoprire questa fase ancora inedita e poco conosciuta del genio Franco Battiato.
Il Battiato compositore sperimentale, parte da qui il suo talento di artista libero che non è mai stato prevedibile, il genio che ha sempre ascoltato l’irrequietezza della sua creatività, non considerando mai le aspettative dei critici e del pubblico.
Franco Battiato, dadaista, surrealista, esoterico, mistico, sensuale, cantautore geniale sempre in cerca di centri di gravità permanente, ma soprattutto grande inventore di infiniti altrove e di mondi lontanissimi in cui scomparire per poi tornare sotto forma di spirito, dopo aver battuto le vie che portano all’essenza.