Incontro con Jonathan Coe

Scrittori in Città 2013. E’ sabato pomeriggio, la sala del palazzo della Provincia di Cuneo si riempie in fretta nell’attesa che entri lo scrittore Jonathan Coe per presentare il suo Expo 58 (Feltrinelli editore) insieme alla giornalista Giovanna Zucconi. Coe è arrivato nella città piemontese appena una mezzora prima dell’incontro: “E’ difficile pensare a quali sono gli elementi che portano a scrivere un libro. Scriverlo è semplice, ma occorrono quiete e calma per pensarlo. Una delle cose che mi aiuta è un lungo viaggio in treno per cui si trova il bilanciamento tra noia e interesse. Ho chiesto di non farmi arrivare in volo ma di darmi un biglietto ferroviario così sono riuscito a pensare a tante cose”.

Il viaggio lo ha aiutato a raccogliere le idee anche per il suo prossimo libro, che lui stesso definisce più cupo rispetto a Expo 58, in cui si legge molta allegria. “Mi stupisce sempre e talvolta preoccupa vedere tutti gli infiniti dettagli che compongono un libro. Ad esempio Expo 58 non esisterebbe senza un’intervista radiofonica fatta anni fa a Bruxelles: mi venne chiesto di non incontrarci nella hall dell’albergo ma all’Atomium e li nacque l’idea”. Immediato il collegamento con l’Expo che si terrà a Milano nel 2015: “In Italia avrete un’Expo tra un paio di anni, ma ho l’impressione che non sarà altrettanto straordinaria perché allora c’erano i migliori designer del periodo ed era la prima volta in cui i Paesi europei iniziavano a convergere verso l’Unione Europea”.

L’autore racconta quanto l’uso di internet abbia cambiato notevolmente il modo di ricercare informazioni per la stesura di un libro, snellendo i tempi ma alterando anche ritmi e opportunità quotidiane: “Le ricerche fatte per Expo 58 sono avvenute online guardando dei video: è stato estremamente facile e vantaggioso e, mentre guardavo i filmati in bianco e nero, l’impressione in generale era di allegria – prosegue Coe – L’accessibilità a tante fonti di informazione sui media è molto positiva ma anche estremamente fuorviante. Tutti i risultati migliori arrivino sempre da quelle fonti che comunicano l’atmosfera e il clima. Per Expo 58 ad esempio ho incontrato una delle donne che all’epoca era stata una hostess: stare con lei mi ha dato molte più informazioni”. E’ proprio dagli incontri reali che secondo lo scrittore nascono le sfumature più autentiche e ricche di suggestioni e pensando a ciò affiora anche una lieve nostalgia per l’uso di carta e penna, strumenti insostituibili: “L’unica cosa che mi preoccupa delle ricerche in internet è l’isolamento: una volta ci impiegavo più tempo, ma farle in biblioteca mi obbligava a uscire da casa, poi a fare una pausa caffè e magari a parlare con qualcuno – tratteggia Coe – Io preferisco scrivere con carta e penna, ho la sensazione di scrivere meglio. Mi sorprende quanto velocemente siamo stati influenzati dalla tecnologia, è sempre più comune uscire di casa e trovare persone che non guardano dove camminano ma il cellulare che hanno in mano”.

Coe non si sbilancia sul nuovo libro che sta scrivendo, ambientato nell’Inghilterra di oggi: “Sono all’inizio ma è inevitabile che anche in questo ci sia l’elemento tecnologico, sebbene non sarà centrale”. 

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